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martedì, 19 Agosto, 2025
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Il commissario Ue Sefcovic: i dazi al 30% sono proibitivi per gli scambi commerciali con gli Usa

Roma, 14 lug. (askanews) – “Siamo onesti, l’idea di un’aliquota tariffaria del 30% è di fatto proibitiva per gli scambi commerciali reciproci”. Lo ha detto il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, al suo arrivo al Consiglio Commercio a Bruxelles.

Sefcovic ha aggiunto che tali dazi renderebbero “quasi impossibile continuare gli scambi commerciali come siamo abituati”, con le catene di approvvigionamento su entrambe le sponde dell’Atlantico “fortemente colpite” dal cambiamento. Il commissario europeo ha affermato inoltre che l’Unione ha accolto la lettera di Trump con “rammarico e delusione”, ma ha promesso di impegnarsi ulteriormente con le sue controparti statunitensi per cercare di trovare una via d’uscita da questa crisi, affermando di “non riuscire a immaginare di andarsene senza un impegno concreto”.

“Discuterò con i ministri i prossimi passi per le prossime settimane”, ha aggiunto, precisando che “questi si concentreranno su quattro aree: negoziati, misure di riequilibrio, coinvolgimento di partner che condividono gli stessi ideali e diversificazione dei nostri scambi commerciali”.

Verso fiscalizzazione cloud: l’esempio della tech company fiskaly

Roma, 14 lug. (askanews) – La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto delle novit importanti sul piano della digitalizzazione, dell’innovazione e della semplificazione fiscale, con un occhio di riguardo per le aziende. La Legge di Bilancio 2025 ha previsto infatti una totale interazione tra il processo di certificazione fiscale e quello di pagamento elettronico, innovazione a cui ha fatto seguito una stretta sugli scontrini di carta. In questo contesto approdata nel mercato italiano fiskaly, tech company europea specializzata in soluzioni cloud per la conformit fiscale.

Silvio Agresti, Country Manager Italia di fiskaly, ha dichiarato: “fiscaly una tech company nata in Austria nel 2019, ci occupiamo in maniera molto specifica di fiscalizzazione cloud e lo facciamo su scala, gestiamo circa un milione di punti cassa a livello europeo. Nello specifico ci occupiamo di rendere pi semplice la vita di esercenti e sistemi di produttori di cassa tramite sistemi software e interfacce API”.

L’Italia, al centro di una forte spinta verso la dematerializzazione dei pagamenti e della fiscalizzazione, rappresenta il passo successivo del processo di internazionalizzazione di fiscaly.

“Il piano di crescita di fiscaly si basa su una visione chiara, che quella di costruire un’infrastruttura europea digitale per i servizi di fiscalizzazione” – prosegue Silvio Agresti – “Parlando di fiscalizzazione l’Italia ha ovviamente un peso molto rilevante, perch il primo paese in cui stata introdotta storicamente la fiscalizzazione”.

L’ultima Legge di Bilancio, con conseguente obbligo in vigore dal 1 gennaio 2026 di collegamento fra POS e registratori di cassa telematici per l’invio automatico dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate, insieme al piano governativo che prevede una stretta sull’emissione degli scontrini cartacei tra il 2027 ed il 2029, hanno accelerato il bisogno di strumenti digitali innovativi utili alla semplificazione fiscale.

“Come fiscaly condividiamo chiaramente la posizione sul piano anti scontrini, se si pensa che in Italia vengono emessi circa 30 miliardi di scontrini cartacei ogni anno, l’impatto ambientale di un’induzione di questi ovviamente evidente. Per l’altro aspetto, che il tema di efficienza per imprese e consumatori altrettanto importante, quindi digitalizzare in questo caso significa semplificare la vita di imprese e consumatori”, ha infine concluso Silvio Agresti, Country Manager Italia di fiskaly.

Mattarella a Macron: Italia e Francia sono alleati vitali l’uno per l’altro

Milano, 14 lug. (askanews) – Francia e Italia “sono alleati vitali l’uno per l’altro, forti delle medesime radici culturali e accomunati da molteplici interessi preminenti”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, in occasione della festa nazionale per la quale “sono lieto di far giungere a Lei e a tutti i Suoi concittadini fervidi rallegramenti del popolo italiano, ai quali unisco le mie personali felicitazioni”. “Per il Suo Paese e per l’intera Europa – ha proseguito Mattarella nel messaggio a Macron – il 14 luglio costituisce un momento di eccezionale significato storico e alto valore simbolico, celebrando gli ideali universali di libertà, uguaglianza e fraternità, posti a fondamento delle nostre democrazie. Come Lei ha scritto, Signor Presidente, nel caloroso messaggio trasmessomi lo scorso 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica,Francia e Italia condividono un ‘rapporto unico’. Sono alleati vitali l’uno per l’altro, forti delle medesime radici culturali e accomunati da molteplici interessi preminenti”.

In questa prospettiva, “il Trattato del Quirinale rimane strumento privilegiato di cooperazione bilaterale, la cui attuazione riveste, per Parigi come per Roma, carattere prioritario. Una collaborazione strutturata tra partner fidati è indispensabile per affrontare l’attuale contesto internazionale, segnato da sfide complesse e tensioni crescenti. I nostri Paesi, membri autorevoli dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, sono infatti chiamati a mantenere assieme un ruolo di primo piano sulla scena mondiale, a cominciare dall’impegno per contrastare efficacemente le attuali e più urgenti minacce alla pace, dal protrarsi dell’aggressione russa contro l’Ucraina alla drammatica situazione in Medio Oriente”.

Mattarella ha rimarcato come “dalla concorde compartecipazione di tali responsabilità dipendono stabilità e sicurezza, così come prosperità e competitività del nostro continente, il cui processo d’integrazione molto ha contribuito – e dovrà continuare a contribuire – all’affermazione di un ordine multilaterale basato sulle regole, pacifico e interdipendente”.

Infine, ha concluso Mattarella, “rievocando l’emozionante ricordo della Cattedrale di Notre-Dame restaurata – simbolo della resilienza e dell’operosità dei francesi – Le rinnovo, caro Presidente, i più calorosi auguri per la solenne ricorrenza odierna, esprimendoLe i sensi della mia massima stima, con i migliori voti di benessere per la Sua persona e di fulgido avvenire per l’amico popolo di Francia”.

Trump: Putin mi ha deluso, è gentile poi bombarda tutti. Invieremo i Patriot a Kiev (ma pagherà la Nato)

Roma, 14 lug. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che gli Stati uniti invieranno sistemi di difesa antiaerea Patriot all’Ucraina per fronteggiare i raid russi, ma il costo di queste armi sarà imputato agli alleati della nato.

“Glieli manderemo, i Patriot di cui hanno disperatamente bisogno”, ha affermato Donald Trump, a due settimane dall’annuncio di Washington della sospensione di alcune forniture di armi a Kiev, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa France Presse. “Non ho ancora deciso il numero – ha aggiunto -, ma li avranno perché hanno bisogno di protezione”.

La consegna delle armi farà parte di un accordo che coinvolge la Nato, la quale pagherà gli Stati Uniti per le armi che invierà all’Ucraina, secondo Trump. “In realtà invieremo loro vari equipaggiamenti militari molto sofisticati e loro ce li pagheranno al 100%”, ha detto Trump ai giornalisti, ribadendo di essere “deluso” dal presidente russo Vladimir Putin. “Putin ha davvero sorpreso molte persone. Parla gentilmente e poi bombarda tutti la sera”, ha dichiarato Trump, visibilmente contrariato.

Trump ha inoltre precisato che incontrerà lunedì il segretario generale della Nato, Mark Rutte, data in cui ha precedentemente annunciato di avere “una dichiarazione importante da fare sulla Russia”.

Intanto, l’inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’Ucraina, Keith Kellogg, è arrivato a Kiev questa mattina per discutere di sicurezza e sanzioni contro la Russia, ha dichiarato il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina Andriy Yermak. “Difesa, rafforzamento della sicurezza, armi, sanzioni, protezione del nostro popolo, rafforzamento della cooperazione tra Ucraina e Stati Uniti: ci sono molti argomenti da discutere”, ha scritto Yermak sull’app di messaggistica Telegram.

Fonti Forza Italia : nessun incontro in programma tra Tajani e Marina Berlusconi

Milano, 14 lug. (askanews) – Nessun incontro in programma tra il vicepresidente del consiglio e segretario di Forza Italia Antonio Tajani e Marina Berlusconi, come ipotizzato nei giorni scorsi. L’agenda del ministro degli Esteri è infatti fitta di appuntamenti istituzionali, sottolineano fonti di Forza Italia: stamattina è in programma a Quirinale l’incontro tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il cancelliere austriaco Christian Stocker, poi Tajani presiederà il Consiglio dei ministri in programma nel pomeriggio, al termine del quale partirà per gli Stati Uniti per incontrare il segretario di Stato americano Marco Rubio.

Sinner e la vittoria a Wimbledon: l’Italia si merita cose belle e sono contento di far parte di questa storia

Roma, 14 lug. (askanews) – “E’ il torneo che ho sempre sognato e ora, essere qui con il trofeo… anche se il trofeo non c’è… è semplicemente fantastico”. Jannik Sinner ha aperto la conferenza stampa dopo la vittoria storica a Wimbledon con un sorriso orgoglioso e parole cariche di emozione; peccato che qui, a differenze degli altri Slam, il trofeo non viene posizionato sul tavolo della conferenza accanto al vincitore.

“Questo torneo lo vedevo alla tv – racconta a Supertennis – ; cosa ho provato quando mi sono inchinato? Ero molto emozionato, non ho pianto ma ero davvero molto emozionato. Solo io e chi mi è vicino sa quello che ho passato e aver trionfato nel torneo che rappresentava il sogno dei sogni fin da quando sono piccolo, e farlo davanti alla mia famiglia, è una cosa bellissima. È una sensazione impossibile da descrivere. Già arrivare negli ultimi giorni di un torneo, in particolare di uno Slam, è molto complicato… essere qui, da vincitore, è qualcosa di straordinario”. Dopo la sconfitta del Roland Garros, la quinta consecutiva con Carlos Alcaraz, questa sfida aveva un doppio significato nella testa di Jannik: “E’ stato importante per me vincere di nuovo contro di lui – racconta – quando perdi tante volte diventa complicato anche se a dire il vero mi sono sentito sempre molto vicino, a Pechino, a Roma, al Roland Garros ho sempre avuto molte occasioni. Ma la cosa positiva è che non mi sono mai buttato giù, sono sempre tornato in campo con la voglia di lavorare più duramente possibile per provare a migliorare. Ora lui farà di tutto per battermi la prossima volta e io dovrò sempre farmi trovare pronto. E non solo con Carlos, arriveranno nuovi campioni e avremo sempre un mirino puntato addosso”. “Oggi le differenze sono state minime – Jannik racconta il match – , in certi casi ho avuto un po’ di fortuna, questa volta è toccato a me, a Parigi era toccata a lui. Dal secondo set ho avuto un buon ritmo e anche sul servizio sono stato più preciso. Ci sono solo delle piccolissime differenze tra noi. La rivalità con Carlos mi dà grandi motivazioni, so che dovrò sempre farmi trovare pronto ed è bella la sensazione di poter tirare fuori la migliore versione di me stesso”. Raggiunto un obiettivo così prestigioso, quali saranno i prossimi sogni da realizzare? “La motivazione è sempre alta, gli obiettivi non mancano. Ma il principale è continuare nella ricerca del miglior Jannik. A 23 anni ancora non posso essere al 100 %, ci sono ancora tante piccole cose che fanno la differenza”. Vagnozzi ha raccontato ad aver versato qualche lacrima nello spogliatoio: “Le vittorie negli Slam sono sempre speciali – spiega Jannik – ; ci siamo emozionati con il primo, in Australia, e poi con tutti gli altri ma qui c’è la storia. E’ molto speciale perché abbiamo attraversato mesi non facili e ora avere questa coppa tra le mani lo rende davvero speciale”.

Tra Jannik e Darren Cahill c’era una scommessa: “Prima della finale gli ho detto ‘se vinco scelgo io se rimani o meno a fine stagione’ – racconta – . La stagione è ancora lunga e abbiamo tanti tornei in programma ma io ho vinto la scommessa. Ho sempre cercato una persona onesta, e non solo sul campo da tennis. E lui lo è, sia nel successo sia nelle delusioni. Se rimane comunque non girerà più così tanto, ne parleremo a fine stagione anche se io ho sempre detto che mi piacerebbe averlo ancora nel team”. Sinner e l’orgoglio di aver regalato all’Italia il primo Wimbledon della storia dello sport italiano: “Mi fa piacere, mi sento fortunato ad essere italiano. L’Italia si merita cose belle, e sono contento di far parte di questa storia”. Jannik esce dalla sala conferenze principale di Wimbledon, lo attendono un fiume di interviste tv e Iga Swiatek: “Eh, sul ballare non sono proprio il massimo diciamo che me la cavo”.

Costruzione sostenibile: l’Italia pi consapevole, ma serve agire ora

Milano, 14 lug. (askanews) – Il settore delle costruzioni al centro delle principali sfide del nostro futuro, tra le quali un ruolo in primo piano spetta di diritto alla sostenibilit. Secondo la terza edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile di Saint-Gobain, il settore edilizio globale si trova di fronte a una svolta decisiva. In un mondo segnato da sfide climatiche, demografiche e sociali, il report sulla costruzione sostenibile condotto in 27 Paesi su un campione di 4.000 stakeholder e 27.000 cittadini evidenzia una crescente consapevolezza e un forte desiderio di cambiamento, ma anche ostacoli ancora significativi sul fronte dell’attuazione.

Tra i punti chiave dello studio globale condotto da Saint-Gobain con Occurrence-Ifop si evidenziano una crescente consapevolezza e una urgenza condivisa: il 69% degli stakeholder e il 95% dei cittadini ritiene importante la costruzione sostenibile.

In questo contesto un ruolo chiave assegnato agli attori privati, architetti e aziende sono infatti visti come motori del cambiamento. Resta poi prioritario il focus ambientale: efficienza energetica e materiali green sono al centro, ma cresce l’attenzione anche alla resilienza ai rischi climatici. Il barometro sottolinea inoltre anche un gap tra conoscenza e azione: solo un terzo degli stakeholder ha infatti ricevuto formazione specifica, una questione che diventa un ostacolo all’adozione concreta di pratiche sostenibili.

Secondo l’analisi di Saint Gobain l’Italia mostra segnali incoraggianti: il 76% degli intervistati dichiara familiarit con la costruzione sostenibile, e il 98% la considera importante o prioritaria. Tuttavia, la sostenibilit ancora associata prevalentemente all’efficienza energetica (55%) e ai materiali sostenibili (41%), mentre l’11% riconosce l’importanza della salute degli abitanti.

Secondo l’analisi del barometro di Saint-Gobain la vera sfida oggi di passare da una consapevolezza diffusa a un impegno strutturale, con formazione, incentivi e politiche pubbliche mirate. Anche perch, come ha ricordato Gaetano Terrasini, AD di Saint-Gobain Italia e Grecia, “nel settore c’ molto da fare e tutti devono attivarsi per accelerare la transizione” e per “rendere davvero il mondo un posto migliore e pi sostenibile in cui vivere” “occorre unire gli sforzi di tutti”.

Popolari, quale Europa? Riflessioni sul nuovo volto del Ppe

La mozione di sfiducia alla presidente von der Leyen, respinta giovedì scorso dal Parlamento europeo, ha avuto un esito scontato: 360 voti contrari, 175 favorevoli e 18 astenuti. Ma, come ha scritto Sergio Fabbrini su Il Sole 24 Ore di ieri, il significato politico del dibattito che l’ha preceduta è tutt’altro che secondario. Da quel confronto sono emerse almeno tre tendenze, tutte preoccupanti per la salute democratica dell’Unione.

In primo luogo, si è registrata la compattezza della destra nazionalista nel tentativo di delegittimare l’attuale assetto europeista. I tre blocchi – i Conservatori europei (ERC), i Patrioti per l’Europa (PfE) e i sovranisti dell’ESN – si sono allineati in una manovra comune. La sola eccezione è venuta da Fratelli d’Italia, che si è astenuta dal voto, pur appartenendo a uno di quei gruppi. È un’ambiguità tutta italiana, che rivela la difficoltà del partito della premier Meloni a scegliere tra responsabilità di governo e identità originaria.

Tuttavia, il caso più allarmante riguarda un altro fronte: quello dei popolari.

Il Ppe verso la destra

Come giustamente osservato da Fabbrini, Manfred Weber ha spinto il Partito popolare europeo verso destra. Non si tratta solo di una linea tattica, ma di una trasformazione culturale. Rincorrendo i temi cari alla destra antieuropeista – dal rifiuto della transizione ecologica alla critica del Green Deal – il Ppe cerca di strappare voti ai sovranisti, senza accorgersi che in questo modo ne rafforza la narrazione. E, come sempre accade, quando si insegue la destra, si finisce per perdersi.

In questo quadro, è surreale il silenzio di chi, in Italia, continua a evocare la nascita di un “nuovo soggetto popolare” come “sezione italiana del Ppe”, ignorando ciò che il Ppe è oggi. Non solo non ci si interroga sull’evidente mutamento della sua fisionomia, ma si accetta, di fatto, l’adesione a una destra che nulla ha a che vedere con la storia del cattolicesimo democratico.

Il ruolo mancato di Forza Italia

Il discorso riguarda tutto il mondo cosiddetto moderato. Infatti, anziché agire da fattore riequilibratore, Forza Italia si accoda, senza voce e senza spirito critico, a ogni scelta del gruppo parlamentare guidato da Weber. Tajani, a scapito della coerenza che rivendica come uomo di centro, finisce per apparire come l’ombra docile del capogruppo bavarese. Eppure, la stagione attuale richiederebbe l’esatto opposto: una leadership capace di ribadire il carattere storicamente riformista del popolarismo europeo. Quello dei De Gasperi e dei Monnet, non dei cloni di Orbán. Per questo non bisogna lasciar cadere la suggestione, avanzata gia due anni fa dal Card. Zuppi, di una “Camaldoli europea”.

Per un neo-popolarismo europeista

La verità è che oggi, più che un allineamento a un Ppe spostato a destra, servirebbe una rifondazione del pensiero popolare europeo. Un neo-popolarismo che, di fronte alla sfida dei dazi di Trump e alla crisi delle istituzioni europee, sappia rilanciare il progetto dell’Unione come soggetto politico e non solo come mercato.

Per farlo, occorre recuperare l’autonomia culturale del cattolicesimo democratico, il suo legame con la giustizia sociale e il primato della persona. Chi si riconosce in questa tradizione ha oggi il dovere di prendere le distanze dal Ppe così com’è, e di ripensare, con coraggio e intelligenza, una nuova presenza popolare nell’Europa che verrà.

Cisl, la vera rivoluzione sindacale è ritrovare se stessi

Mercoledì prossimo, a Roma, si apre il Congresso nazionale della Cisl. Un congresso che incorona segretaria generale Daniela Fumarola, dopo la stagione guidata da Luigi Sbarra, approdato recentemente all’importante incarico istituzionale di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la delega al Sud. Ma, per fermarsi alla Cisl, non possiamo non ricordare che si tratta di una assise importante non solo per il futuro di quella organizzazione ma anche, e soprattutto, per il futuro del sindacalismo italiano e per la stessa vita democratica del nostro paese. E questo per due ragioni di fondo.

Un sindacato che fa il mestiere del sindacato

Innanzitutto perché la Cisl, oggi, interpreta il vero profilo di quello che dev’essere un sindacato moderno, innovativo, libero e propositivo. Cioè di un sindacato che privilegia sempre e solo la contrattazione, il dialogo con le altre parti sociali, il confronto con il Governo nazionale e locale senza pregiudizi politici ed ideologici. Un sindacato, cioè, per dirla in termini banali e quasi scolastici, che fa il mestiere del sindacato. E quindi la difesa e la promozione dei ceti popolari, dei più disagiati e di tutti i cittadini che attendono dal sindacato risposte concrete e tangibili, al di là e al di fuori degli anatemi e delle crociate ideologiche. Un sindacato, infine, che fa dell’autonomia dalla politica e dai partiti la sua cifra distintiva. Senza confusione di ruoli e senza invadere il campo, improprio ed innaturale, della politica e dei partiti. O di ciò che resta dei partiti.

Le radici ideali e leredità della Cisl

In secondo luogo, e altrettanto importante, la Cisl resta fedele alla sua storia culturale, ideale e anche politica. Nel corso della mia vita ho conosciuto molti esponenti e dirigenti sindacali della Cisl. Per ragioni personali e di formazione politica e culturale, ho avuto la fortuna – e l’onore – di frequentare a lungo leader, statisti e dirigenti politici che avevano avuto le loro origini proprio nell’impegno sindacale a livello nazionale. Da Carlo Donat-Cattin a Franco Marini. Ebbene, la concezione che avevano queste personalità del sindacato e del rapporto che lo stesso sindacato doveva avere con la politica, era lo stesso che è stato predicato e, soprattutto, praticato in tutti questi anni dai vari dirigenti della Cisl che si sono succeduti al vertice dell’organizzazione di Via Po. E quindi, centralità della contrattazione locale e nazionale, autonomia da garantire e salvaguardare nei confronti di chicchessia, cultura del dialogo e del confronto senza pregiudiziali politiche, distinzione dei piani, priorità al merito delle questioni sul tappeto ed astensione dalle dispute politiche e partitiche. Detto con una sola parola, e senza alcuna polemica, l’esatta alternativa di tutto ciò che da anni caratterizza la Cgil di Landini.

La coerenza è la vera rivoluzione

Ecco perché, se vogliamo coniare uno slogan, la vera rivoluzione sociale e sindacale oggi è quella rappresentata dalla Cisl. Cioè di un sindacato fedele alle sue origini culturali e storiche che, seppur tra mille difficoltà, cerca di assolvere sino in fondo al ruolo che spetta costituzionalmente al sindacato. E questo perché, a volte, la vera rivoluzione è proprio quella di restare fedeli a se stessi, alla propria storia e al proprio ruolo..

Dalle parti di Sondrio: la grande fusione che minaccia una grande Banca

Dall’inizio del 2025 si assiste a una nuova stagione di concentrazioni bancarie, definita dalla stampa “risiko bancario”. Si tratta di operazioni di fusione attraverso offerte pubbliche di scambio (OPS), cioè offerte di azioni contro azioni, raramente accompagnate da conguagli in denaro. Alcune operazioni hanno attirato grande attenzione mediatica – come quella di Mps su Mediobanca o di Unicredit su Banco Bpm – mentre altre sono passate più in sordina. È il caso dell’Ops lanciata, a sorpresa, da Bper Banca su Banca Popolare di Sondrio all’inizio di febbraio 2025.

 

Una banca con 154 anni di storia

Fondata nel marzo 1871, la Popolare di Sondrio nasce nello spirito del credito cooperativo di Luigi Luzzatti. Tra i suoi soci più illustri si annoverano Fabio Besta, padre della ragioneria, ed Ezio Vanoni, insigne economista valtellinese e ministro. Ultima tra le popolari a trasformarsi in società per azioni, in seguito al decreto Renzi del 2015 che imponeva tale obbligo alle banche con attivo superiore agli 8 miliardi, la Popolare di Sondrio ha saputo mantenere nel tempo un forte radicamento territoriale, espandendosi però a livello nazionale e internazionale (si pensi alla Popolare Sondrio Suisse).

Crescita sana e visione sociale

Modello di banca del territorio, ha puntato su prossimità alla clientela, crescita organica, bilanci in ordine e utile costante. Ha sempre distribuito dividendi (nel 2025, 0,80 euro per azione sul bilancio 2024) e promosso la partecipazione attiva dei soci. In controtendenza rispetto alla “desertificazione bancaria” – che solo nel 2024 ha visto la chiusura di 609 sportelli in Italia, e altri 95 nel primo trimestre 2025 – la Popolare di Sondrio ha aperto 28 nuove filiali negli ultimi quattro anni, superando quota 530. Esemplare la riapertura dello sportello a Colere (BG), su petizione di 500 cittadini. Ultima apertura: Jesolo.

I numeri delloperazione e le ombre sul futuro

Venerdì 11 luglio si è chiuso il periodo di adesione all’Ops: Bper ha superato la soglia del 50%+1, raggiungendo il 58,35% del capitale di Popolare Sondrio (di cui il 19,74% portato da Unipol e lo 0,34% già posseduto). Se la fusione per incorporazione andrà in porto, si annunciano effetti rilevanti sull’occupazione e sulla struttura della banca: a Sondrio lavorano circa 900 dipendenti, pari al 28% del totale aziendale e al 4% della popolazione cittadina. Si teme il ripetersi del trauma già vissuto con la soppressione delle funzioni centrali del Credito Valtellinese dopo l’acquisizione da parte di Crédit Agricole.

Un piano industriale indipendente e virtuoso

A marzo, la Popolare di Sondrio ha presentato il proprio piano industriale 2025-2027, progettato in autonomia e già operativo. I numeri parlano chiaro:

  • utile netto cumulato previsto: 1,8 miliardi di euro;
  • dividendi complessivi nel triennio: 1,5 miliardi;
  • payout ratio all’85% già dal 2025 (contro il 63% del 2024, e il 75% previsto da BPER);
  • Roe superiore al 14% per tutto il piano;
  • Cet 1 ratio >14% al 2027;
  • 233 nuove assunzioni previste, dopo 406 già effettuate negli ultimi 5 anni, con priorità agli under 30.

Una contraddizione difficile da ignorare

Il progetto di Bper appare contraddittorio: mira ad assorbire una banca sana e radicata, escluderla dalla Borsa (delisting) e conservarne il solo marchio nelle aree storiche. Questo mentre il gruppo Bper contempla quattro banche nel suo perimetro: Bper, Banco di Sardegna, Banca Cesare Ponti e Bper Bank Luxembourg. Si parla della nascita di un “terzo polo bancario” dietro Intesa e Unicredit. Ma ciò che serve non sono poli, bensì banche che sappiano servire i territori, creando valore e coesione. Parafrasando un vecchia pubblicità, non serve una banca grande ma una grande banca.

Vanoni e la memoria di una comunità

Nella sede della Banca Popolare di Sondrio, proprio negli Uffici della Presidenza, vi è il ritratto di quel grande galantuomo e ministro che è stato Ezio Vanoni. Nel suo ultimo intervento al Senato il 16 febbraio 1956 – giorno in cui morì – ricordò come nella sua provincia, quella di Sondrio, ci fosse un piccolo Comune di 1.200 abitanti  che era collegato con la pianura per mezzo di una mulattiera, sicché occorrevano cinque ore di cammino a piedi per raggiungerlo. Quel piccolo villaggio di montagna ha avuto nelle due guerre il maggior rapporto tra popolazione residente e caduti. Nelle lapidi dell’ultima guerra si vedono vicini i nomi di fratelli e di cugini appartenenti alla medesima famiglia, il nucleo di quelle truppe di montagna la cui formazione è rispettata nel mondo. Sono gli alpini dei battaglioni Tirano e Morbegno – spiegava Vanoni – che ruppero con il loro sacrificio l’accerchiamento delle divisioni alpine in Russia. “Molte case oggi sono vuote delle loro giovani speranze e delle loro migliori forze. Ora noi dovremmo ricordarci di quegli uomini che in guerra e come partigiani sacrificarono la loro vita ad una Italia che tante volte si ricordava di loro solo per mandare la cartolina -precetto e non per costruire le strade che rendono più agevole la vita di queste contrade”.

Il monito di Vanoni, per analogia, vale anche oggi: ricordiamoci di cosa rappresenta la Popolare di Sondrio per la sua gente. È un esempio di finanza al servizio del territorio e dunque, anche nel nuovo scenario che si annuncia,  merita di restare tale.

“La libertà è in pericolo come mai dal 1945”: il severo monito di Macron

Nel suo discorso del 13 luglio, pronunciato alla vigilia della festa nazionale, Emmanuel Macron ha evocato “un momento di bascule”, avvertendo che “la libertà non è mai stata così minacciata oggi come dal 1945”. Un’affermazione drammatica che posiziona il presente accanto ai momenti più oscuri della Guerra fredda.

Questa vulnerabilità emergerebbe da una “aggravation des menaces”, tra cui la “permanenza della minaccia russa” e “la disinibizione del ricorso alla forza nel mondo”.

Lordine mondiale sotto pressione

Secondo Macron, l’ordine internazionale sorto nel dopoguerra si sta sgretolando perché “non ci sono più regole, prevale la legge del più forte”. Sebbene non nomini direttamente la Russia, è chiaro il riferimento alla sua aggressività nell’Europa orientale, e alle tensioni crescenti tra potenze.

A incalzare, anche il disimpegno americano e la crisi dei vecchi alleati, che mettono a rischio la coesione delle democrazie occidentali.

Verso nuovi impegni strategici e finanziari

Il discorso si innesta sulla “Revue nationale stratégique” di gennaio, che individua un intensificarsi delle minacce e la necessità di rispondere con  “sforzi supplementari”  .

La Legge di programmazione militare 2024‑2030 già prevede 413 miliardi € (+3 mld €/anno), ma Macron sembra pronto a far leva su possibili aumenti aggiuntivi, anche senza nuovi prelievi fiscali, e chiedendo il coinvolgimento di capitali privati.

Giovani, servizio e unità nazionale

Un altro pilastro del discorso riguarda il coinvolgimento della gioventù: Macron incarica il ministro Lecornu e il generale Burkhard di elaborare soluzioni affinché “la gioventù abbia l’occasione di servire”, con un impegno militare volontario o ibrido, integrato all’interno della società  .

Il presidente ha annunciato che verso fine estate o inizio autunno presenterà le proposte nel quadro dell’aggiornamento della programmazione difensiva.

Un discorso strutturale”

All’Eliseo, l’ufficio del presidente lo definisce un intervento “strutturale per l’avvenire delle nostre forze armate”. Macron ha avvertito che “affinché si sia temuti, bisogna essere potenti”, e che “la mobilitazione interministeriale è essenziale” per la difesa nazionale. Inoltre, ha chiarito che “la pace nel nostro continente dipende dalle decisioni attuali”, indicando la gravità della posta in gioco.

Perché non si può trascurare questo allarme

 

La dichiarazione concisa ma pesante — “libertà minacciata come mai dal 1945” — segna un cambio di paradigma nell’approccio strategico francese.

L’accelerazione russa e l’erosione dell’ordine globale suggeriscono che la Francia stia ricalibrando il proprio ruolo, da forza diplomatica a “protector power”. Il coinvolgimento della società civile, in particolare dei giovani, sottolinea come la difesa non sia più questione di forze armate, ma progetto collettivo. In un contesto europeo indebolito e con Washington più incerta, la Francia si propone come pioniere di una sovranità difensiva condivisa.

Conclusione

L’allarme lanciato da Macron all’Eliseo è un segnale concreto — politico, strategico e militare — che chiede lucidità, coesione nazionale, e prontezza strutturale. È tempo di considerare il passaggio non come un rimando, ma come una chiamata alla responsabilità collettiva.
Il rischio di una ennesima retorica patriottica?

Macron chiede coesione nazionale contro minacce esterne, ma il registro apocalittico del 13 luglio tradisce anche un’ambizione personale: quella di incarnare, da solo, garanzia di ordine e sicurezza. È la stessa postura “jupitérienne” con cui ha sciolto il Parlamento nel 2024 e centralizzato il potere all’Eliseo ‒ una concentrazione che molti definiscono neo-bonapartista. Se la libertà è davvero “mai così minacciata dal 1945”, la storia insegna che lo è anche di fronte a un eccesso di potere nelle mani di un solo uomo.

Tennis, Sinner: "E’ un sogno che si avvera"

Roma, 13 lug. (askanews) – “Con Carlos abbiamo un grande rapporto in campo e fuori, stiamo costruendo una rivalità incredibile e il merito è anche del suo team. Vincerà ancora tante volte questo trofeo. E’ speciale, c’è la mia famiglia e il mio team. E’ bellissimo”. Jannik Sinner parla così, sull’erba di Wimbledon, dopo aver vinto il torneo londinese. “Grazie a mio fratello – continua – perché è venuto visto che non c’era la gara di F1… Emotivamente la sconfitta di Parigi è stata dura, ma non importa come vinci o come perdi. Bisogna capire cosa non ha funzionato e lavorare lì, usare la sconfitta per migliorare. E’ per questo che ho vinto questo torneo. Il match-point? Ho servito molto bene, è stato fondamentale. Sui 5 set ogni momento può cambiare la partita, ho controllato i nervi. Il tappo di champagne? Solo a Wimbledon può succedere, è un torneo molto caro… Quando avrò finito tornerò da membro, è incredibile essere in questa posizione. E’ un sogno che si avvera e lo sto vivendo”.

Tennis, capolavoro Sinner: Wimbledon è sua

Roma, 13 lug. (askanews) – Jannik Sinner scrive la storia a Wimbledon, conquistando il suo primo titolo sui prati più prestigiosi del tennis e diventando il primo italiano a trionfare a Londra.

In una finale epica durata 3h6′, Sinner ha battuto il campione in carica Carlos Alcaraz con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-4, 6-4, aggiungendo il quarto Slam alla sua bacheca (Australian Open 2024 e 2025, US Open 2024) e dimostrando di essere un vero fuoriclasse capace di vincere su ogni superficie. Soprattutto dimenticando il Roland Garros dove in vantaggio di due set a zero contro Alcaraz si è visto annullare tre match point per poi perdere il match. E così quando Sinner si è trovato a dover gestire la parte finale del match non ha sbagliato nulla conquistando Wimbledon al secondo match point.

Alcaraz parte lento sull’erba di Londra. Prima va sotto 4-2 perdendo il servizio al quinto game. Poi nell’ottavo game Sinner concede le prime palle break ad Alcaraz. Lo spagnolo sfrutta un errore di rovescio di Sinner per realizzare il controbreak, pareggiando i conti sul 4-4. Da quel momento, l’inerzia cambia. Alcaraz tiene il servizio con un ace, e nel decimo game, un doppio fallo di Sinner concede un set point allo spagnolo che chiude con una magia in allungo. 6-4 per Alcaraz.

Poi arriva la reazione di Sinner che subito nel primo gioco piazza un break fondamentale. Con un doppio fallo di Alcaraz e risposte aggressive, Sinner conquista tre palle break immediate e chiude con un altro errore dello spagnolo. Il set si chiude 6-4 per l’azzurro. Sinner è inarrestabile anche nel terzo parziale. Al nono game Sinner strappa il servizio ad Alcaraz, portandosi sul 5-4. L’azzurro serve poi per il set, chiudendo il parziale con un ace di seconda pazzesco e un altro ace di prima, dimostrando una concentrazione e una precisione incredibili. L’azzurro va 2-1 con un altro 6-4.

La battaglia finale è al quarto set. Il break al terzo game. Sinner poi sale anche 3-1. Nel quinto game, Alcaraz fatica ma è riesce a tenere il servizio, annullando una palla break e rimanendo aggrappato al match. Nel sesto game, anche con un pizzico di fortuna (un nastro e riga favorevoli), Sinner tiene il servizio, portandosi sul 4-2. Il capolavoro di Sinner nell’ottavo game quando l’altoatesino annulla due palle break e sale 5-3. Poi è tutta discesa fino all’ultimo game dove va avanti 40-0 e chiude al secondo match point.

Tennis, Jannik Sinner vince il Torneo di Wimbledon: è il primo italiano

Roma, 13 lug. (askanews) – Jannik Sinner trionfa a Wimbledon. Il campione in carica Carlos Alcaraz battuto in finale con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-4, 6-4 dopo tre ore di partita.

Per il n°1 del mondo si tratta del 20° titolo della carriera, il quarto Slam (Aus Open 2024 e 2025, US Open 2024), il primo a Londra. Jannik diventa il primo italiano a vincere Wimbledon, il primo anche a riuscire a conquistare uno Slam su più superfici.

Jannik Sinner ha scritto la storia a Wimbledon, conquistando il suo primo titolo sui prati più
prestigiosi del tennis e diventando il primo italiano a trionfare a Londra. In una finale epica durata 3h6′, Sinner ha battuto il campione in carica Carlos Alcaraz con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-4, 6-4,
aggiungendo il quarto Slam alla sua bacheca (Australian Open 2024 e 2025, US Open 2024) e dimostrando di essere un vero fuoriclasse capace di vincere su ogni superficie. Soprattutto dimenticando il Roland Garros dove in vantaggio di due set a zero contro Alcaraz si è visto annullare tre match point per poi perdere il match. E così quando Sinner si è trovato a dover gestire la parte finale del match non ha sbagliato nulla conquistando Wimbledon al secondo match point.

Alcaraz parte lento sull’erba di Londra. Prima va sotto 4-2 perdendo il servizio al quinto game. Poi nell’ottavo game Sinner concede le prime palle break ad Alcaraz. Lo spagnolo sfrutta un errore di rovescio di Sinner per realizzare il controbreak, pareggiando i conti sul 4-4. Da quel momento, l’inerzia cambia. Alcaraz tiene il servizio con un ace, e nel decimo game, un doppio fallo di Sinner concede un set point allo spagnolo che chiude con una magia in allungo. 6-4 per Alcaraz.

Poi arriva la reazione di Sinner che subito nel primo gioco piazza un break fondamentale. Con un doppio fallo di Alcaraz e risposte aggressive, Sinner conquista tre palle break immediate e
chiude con un altro errore dello spagnolo. Il set si chiude 6-4 per l’azzurro. Sinner è inarrestabile anche nel terzo parziale. Al nono game Sinner strappa il servizio ad Alcaraz, portandosi
sul 5-4. L’azzurro serve poi per il set, chiudendo il parziale con un ace di seconda pazzesco e un altro ace di prima, dimostrando una concentrazione e una precisione incredibili. L’azzurro va 2-1 con un altro 6-4.

La battaglia finale è al quarto set. Il break al terzo game. Sinner poi sale anche 3-1. Nel quinto game, Alcaraz fatica ma è riesce a tenere il servizio, annullando una palla break e rimanendo aggrappato al match. Nel sesto game, anche con un pizzico di fortuna (un nastro e riga favorevoli), Sinner tiene il servizio, portandosi sul 4-2. Il capolavoro di Sinner nell’ottavo game quando l’altoatesino annulla due palle break e sale 5-3. Poi è tutta discesa fino all’ultimo game dove va avanti 40-0 e chiude
al secondo match point.

“Perdere è difficile e triste, ma complimenti a Jannik per la vittoria. Non si può sempre vincere,
si è meritato il trofeo giocando un grande tennis per 2 settimane. Sono contento per lui, deve continuare così”. Così Carlos Alcaraz sull’erba di Wimbledon dopo la finale persa contro Jannik Sinner. “Coltiviamo la nostra amicizia fuori dal campo e la rivalità in campo. Sono molto orgoglioso di quanto fatto finora in stagione, ho fatto fatica all’inizio poi all’improvviso è tornata la gioia
sul campo e l’eccitazione che c’è ogni volta che scendo in campo mi aiuta. Così come mi aiutano il mio team e la mia famiglia. E’ stato un grande viaggio e voglio continuare a portare gioia sul
campo. Tornerò il prossimo anno, Wimbledon è uno dei tornei più belli se non il più bello del circuito. Mi sento a casa ogni volta”.

“Con Carlos abbiamo un grande rapporto in campo e fuori, stiamo costruendo una rivalità incredibile e il merito è anche del suo team. Vincerà ancora tante volte questo trofeo. E’ speciale, c’è la mia famiglia e il mio team. E’ bellissimo”. Jannik Sinner parla così, sull’erba di Wimbledon, dopo aver vinto il torneo londinese. “Grazie a mio fratello – continua – perché è venuto visto che non c’era la gara di F1… Emotivamente la sconfitta di Parigi è stata dura, ma non importa come vinci o come perdi. Bisogna capire cosa non ha funzionato e lavorare lì, usare la sconfitta per migliorare. E’ per questo che ho vinto questo torneo. Il match-point? Ho servito molto bene, è stato fondamentale. Sui 5 set ogni momento può cambiare la partita, ho controllato i nervi. Il tappo di champagne? Solo a Wimbledon può succedere, è un torneo molto caro… Quando avrò finito tornerò da membro, è incredibile essere in questa posizione. E’ un sogno che si avvera e lo sto vivendo”.

Dazi, Meloni: Ue può far valere proprie ragioni,Italia fa sua parte

Roma, 13 lug. (askanews) – “Anche oggi, il Governo è in stretto contatto con la Commissione europea e con tutti gli attori impegnati nella trattativa sui dazi. Una guerra commerciale interna all’Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che insieme affrontiamo. L’Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L’Italia farà la sua parte. Come sempre”. E’ quanto afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Dazi, Schlein: Meloni esca da modalità aereo e venga in Parlamento

Roma, 13 lug. (askanews) – “Non parla Giorgia Meloni, nemmeno di fronte alla prepotenza del suo amico Trump che minaccia dazi al 30% per l’Europa e l’Italia dal primo agosto. Nemmeno dopo gli allarmi delle parti sociali e datoriali e delle associazioni di categoria, che paventano la chiusura di imprese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. La sua maggioranza è sempre più allo sbando, Salvini se la prende con l’Ue pur di non ammettere che il suo idolo Trump rischia di dare un colpo devastante alla nostra economia. Nessuno al governo si occupa più delle persone e delle loro vite”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Ora però Meloni scenda per un giorno dal volo con cui viaggia per il mondo a stringere mani fingendo che in Italia vada tutto bene, esca dalla modalità aereo e si prenda le sue responsabilità davanti al Parlamento e quindi al Paese, per spiegare cosa intende fare per evitare che il primo agosto i dazi si abbattano al 30% sul sistema produttivo e sui lavoratori italiani con conseguenze drammatiche e per sostenere il negoziato UE affinché si sventi una guerra commerciale dolorosa per tutti”, conclude.

Milano, il 22 luglio torna "Games of Sforza": decima edizione

Milano, 13 lug. (askanews) – Martedì 22 luglio alle ore 21 la storia degli Sforza rivive al Castello Sforzesco. Nel Cortile delle Armi, va in scena per il decimo anno Game of Sforza – I 50 anni che sconvolsero Milano, spettacolo di e con Davide Verazzani. “Game of Sforza” racconta, in 90 minuti la storia della famiglia degli Sforza che governò il Ducato di Milano nella seconda metà del XV secolo e in soli 50 anni sconvolse la città, portando gloria militare, progresso e cultura.

Game of Sforza, torna per il decimo anno, proprio nel luogo in cui queste storie nacquero. In dieci anni lo spettacolo ha totalizzato più di 6.000 spettatori e spettatrici ed è stato accolto positivamente dalla critica teatrale. Con gli Sforza, Milano divenne una capitale ricca, temuta e apprezzata, che cambiò il suo volto grazie al genio di Leonardo Da Vinci e alla costruzione del Castello Sforzesco e del Naviglio della Martesana. Ma quella degli Sforza è anche una storia di intrighi e potere, passioni e amori, alleanze e tradimenti, in cui spiccano personaggi come Francesco Sforza, Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci.

Davide Verazzani, drammaturgo e scrittore, racconta in uno spettacolo divertente ma rigoroso il passato della città di Milano, molto simile all’oggi, con protagonisti che si comportano come nostri contemporanei: sembra proprio serie fantasy come Game of Thrones non abbiano inventato quasi nulla. “Allora è facile, durante lo spettacolo, immaginare Ludovico il Moro intento a passare in rassegna i suoi soldati, Leonardo da Vinci che cammina pensieroso, Beatrice d’Este che gioca con le dame di compagnia, proprio lì dove si è seduti. E se, durante lo spettacolo, si sente un brivido lungo la schiena, potrebbe essere brezza, certo, ma forse anche il fantasma di uno Sforza che chiede permesso: fatelo sedere insieme a voi, ad ascoltare incantato le vicende di una famiglia che in 50 anni, arrivando dal nulla, ha preso e poi perso il potere, riuscendo però a cambiare per sempre il volto di Milano, e a diventare immortale”, ha detto Verazzani.

La nave Freedom Flotilla è salpata (di nuovo) alla volta di Gaza con gli aiuti umanitari

Roma, 13 lug. (askanews) – La nave “Handala” della Freedom Flotilla Coalition è salpata da Siracusa alla volta della Striscia di Gaza, poche settimane dopo che le forze israeliane hanno sequestrato la precedente nave, “Madleen”, con cui la coalizione ha già tentato di rompere l’assedio israeliano e portare aiuti alla popolazione di Gaza.

Stando a quanto precisato dalla coalizione sui propri account social, Handala “trasporta aiuti umanitari salvavita e un messaggio di solidarietà da parte delle persone di tutto il mondo che si rifiutano di rimanere in silenzio mentre Gaza viene affamata, bombardata e sepolta sotto le macerie”.

“A bordo ci sono medici volontari, avvocati, attivisti per la giustizia sociale, giornalisti e organizzatori di comunità. Non siamo governi. Siamo persone, che intervengono laddove le istituzioni hanno fallito”, si sottolinea nel comunicato stampa, rimarcando che questa missione “è per i bambini di Gaza”.

Lo stesso nome della nave, Handala, arriva dal personaggio creato dal famoso vignettista palestinese Naji al-Ali. “Un bambino rifugiato a piedi nudi che volta le spalle all’ingiustizia e che ha giurato di non mostrarsi in volto finché la Palestina non sarà libera – ha ricordato la Freedom Flotilla Coalition – questa imbarcazione porta con sé il suo spirito e quello di ogni bambino di Gaza a cui sono stati negati sicurezza, dignità e gioia”.

MotoG, Bagnaia soddisfatto: "Terzo posto positivo"

Roma, 13 lug. (askanews) – Bagnaia riesce a raddrizzare un weekend partito male con l’undicesimo tempo nelle qualifiche e il dodicesimo posto nella Sprint. Nella gara al Sachsenring sale sul terzo gradino del podio. Risultato viziato dalle due cadute davanti a lui, ma il torinese aveva rimontato fino alla quinta posizione e stava ricucendo il gap su Alex Marquez. Nel parco chiuso, afferma: “È stata una gara molto dura; anche se le condizioni era migliori rispetto all’anno scorso, era complicato in curva 1, dove non era semplice entrare nel modo giusto. Siamo riusciti a concludere in terza posizione: quest’anno non importa se inizio davanti o dietro, finisco sempre tra i primi tre. Dobbiamo mantenere degli aspetti positivi per Brno.”

MotoGp, dominio Marquez: vince anche in Germania

Roma, 13 lug. (askanews) – Marc Marquez vince il GP di Germania dominando i tutti i 30 giri di gara. Si tratta del dodicesimo centro in carriera su questa pista se si considerano tutte le classi. Seconda posizione per Alex Marquez (Gresini), seguito da Francesco Bagnaia. La settima affermazione in 11 round consolida ulteriormente la leadership di Marc nel Mondiale MotoGP: ora sono 83 i punti di vantaggio sul fratello minore, mentre Pecco incassa un ritardo di 147 lunghezze. Il Gran Premio di Germania al Sachsenring si è svolto con cielo leggermente nuvoloso e forte vento, ma senza pioggia. Marc Marquez ha dominato la gara fin dall’inizio, prendendo il comando e aumentando gradualmente il suo vantaggio, concludendo con una doppietta Sprint-gara lunga, la settima nel 2025. La lotta per il podio è stata intensa, ma caratterizzata da numerose cadute, con solo 10 piloti che hanno raggiunto il traguardo. Tra le vittime delle cadute ci sono stati Pedro Acosta, Di Giannantonio e Bezzecchi, tutti mentre lottavano per le posizioni di vertice. Alex Marquez ha beneficiato di queste cadute, conquistando il secondo posto nonostante un recente infortunio, mentre Bagnaia ha salvato il suo weekend difficile con un terzo posto.

Dazi Usa, von der Leyen: proroghiamo sospensione contromisure Ue

Bruxelles, 13 lug. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato oggi a Bruxelles che verrà prorogata la sospensione delle contromisure Ue in risposta ai dazi Usa, oltre la scadenza di domani, 14 luglio, e fino a inizio agosto, perché, ha sottolineato “questo è il tempo del negoziato” con l’Amministrazione americana. Nel frattempo, comunque, ha aggiunto, l’Ue si prepara ad attivare, se sarà necessario, non solo il primo pacchetto di contromisure, quello ora sospeso, ma anche un secondo pacchetto, già concordato con gli Stati membri.

Von der Leyen ha parlato rispondendo ai giornalisti a margine di un punto stampa con il presidente indonesiano Prabowo Subianto, che ha incontrato oggi a Bruxelles per discutere la conclusione di un accordo commerciale e di partenariato Ue-Indonesia.

La presidente della Commissione ha rilevato che la lettera ricevuta dal presidente Donald Trump, che annuncia l’imposizione dei dazi del 30% su tutte le importazioni dall’Ue negli Usa, a partire da inizio agosto “avrà effetto a meno che non ci sia una soluzione negoziata”.

“Perciò – ha continuato von der Leyen – noi proroghiamo la sospensione delle nostre contromisure (in risposta ai dazi Usa imposti ad aprile sulle importazioni di di acciaio e alluminio, ndr) fino a inizio agosto, e continuiamo intanto a preparare le nostre contromisure, in modo da essere pianamente pronti” se sarà necessario.

“Abbiamo – ha spiegato la presidente della Commissione – un approccio con un doppio binario, questo è molto importante: siamo sempre stati molto chiari sul fatto che preferiamo negoziare, questo resta il caso e useremo il tempo che abbiamo fin al primo agosto; riguardo al secondo binario, fin dall’inizio abbiamo lavorato e ora siamo pronti a rispondere con le contromisure, siamo preparati per questo, possiamo rispondere con le contromisure. L’approccio a doppio binario funziona, perché siamo preparati”, ha insistito.

“Come è noto – ha precisato von der Leyen -, abbiamo preparato e concordato una prima lista di contromisure (quelle di aprile, poi sospese per 90 giorni, ndr), e abbiamo sviluppato anche una seconda lista potenziale di contromisure che è stata anch’essa oggetto di un accordo” tra gli Stati membri.

Rispondendo a una giornalista che chiedeva se non sia il caso di attivare anche, nei confronti degli Usa, il nuovo strumento Ue contro i tentativi di coercizione economica da parte di paesi terzi (Anti-Coercion Instrument – Aci), la presidente della Commissione ha osservato che “l’Aci è stato creato per situazioni straordinarie”, e ha sottolineato: “Non siamo ancora a questo punto. Questo è molto importante: questo ora è il momento dei negoziati; ma è chiaro – ha concluso – che siamo preparati per qualsiasi eventuale scenario”.

Dazi Usa, von der Leyen: se necessario l’Ue è pronta a contromisure, ma ora è tempo per il negoziato

Bruxelles, 13 lug. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato oggi a Bruxelles che verrà prorogata la sospensione delle contromisure Ue in risposta ai dazi Usa, oltre la scadenza di domani, 14 luglio, e fino a inizio agosto, perché, ha sottolineato “questo è il tempo del negoziato” con l’Amministrazione americana. Nel frattempo, comunque, ha aggiunto, l’Ue si prepara ad attivare, se sarà necessario, non solo il primo pacchetto di contromisure, quello ora sospeso, ma anche un secondo pacchetto, già concordato con gli Stati membri.

Von der Leyen ha parlato rispondendo ai giornalisti a margine di un punto stampa con il presidente indonesiano Prabowo Subianto, che ha incontrato oggi a Bruxelles per discutere la conclusione di un accordo commerciale e di partenariato Ue-Indonesia.

La presidente della Commissione ha rilevato che la lettera ricevuta dal presidente Donald Trump, che annuncia l’imposizione dei dazi del 30% su tutte le importazioni dall’Ue negli Usa, a partire da inizio agosto “avrà effetto a meno che non ci sia una soluzione negoziata”.

“Perciò – ha continuato von der Leyen – noi proroghiamo la sospensione delle nostre contromisure (in risposta ai dazi Usa imposti ad aprile sulle importazioni di di acciaio e alluminio, ndr) fino a inizio agosto, e continuiamo intanto a preparare le nostre contromisure, in modo da essere pianamente pronti” se sarà necessario.

“Abbiamo – ha spiegato la presidente della Commissione – un approccio con un doppio binario, questo è molto importante: siamo sempre stati molto chiari sul fatto che preferiamo negoziare, questo resta il caso e useremo il tempo che abbiamo fin al primo agosto; riguardo al secondo binario, fin dall’inizio abbiamo lavorato e ora siamo pronti a rispondere con le contromisure, siamo preparati per questo, possiamo rispondere con le contromisure. L’approccio a doppio binario funziona, perché siamo preparati”, ha insistito.

“Come è noto – ha precisato von der Leyen -, abbiamo preparato e concordato una prima lista di
contromisure (quelle di aprile, poi sospese per 90 giorni, ndr), e abbiamo sviluppato anche una seconda lista potenziale di contromisure che è stata anch’essa oggetto di un accordo” tra gli
Stati membri. Rispondendo a una giornalista che chiedeva se non sia il caso di attivare anche, nei confronti degli Usa, il nuovo strumento Ue contro i tentativi di coercizione economica da parte di paesi terzi (Anti-Coercion Instrument – Aci), la presidente della Commissione ha osservato che “l’Aci è stato creato per situazioni straordinarie”, e ha sottolineato: “Non siamo ancora a questo
punto. Questo è molto importante: questo ora è il momento dei negoziati; ma è chiaro – ha concluso – che siamo preparati per qualsiasi eventuale scenario”.

Ritrovato il bambino scomparso vicino a Ventimiglia, sta bene

Milano, 13 lug. (askanews) – È stato ritrovato il piccolo Allen, bambino di 5 anni scomparso venerdì scorso da un campeggio situato a Latte, una frazione di Ventimiglia, in Liguria. E’ stato ritrovato a pochi chilometri dal luogo della scomparsa, in buone condizioni di salute, come spiegano i soccorritori. Il ritrovamento, ha commentato sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “è una bellissima notizia che ci riempie di gioia. Grazie a tutti i soccorritori che, con il loro instancabile lavoro, hanno riportato il bimbo tra le braccia della sua famiglia”.

“Il bambino è stato trovato da una squadra da volontari di protezione civile che ha immediatamente comunicato il ritrovamento e ci siamo attivati per portarlo al nostro centro di coordinamento, ove abbiamo fatto arrivare anche i soccorsi sanitari per accertarci comunque anche che dello stato di salute. Immediatamente ci siamo attivati per far arrivare i genitori che sono arrivati e con grande gioia, veramente il loro cuore si è aperto, sono riusciti a abbracciare il proprio bambino. Grazie al buon Dio l’abbiamo ritrovato”, ha raccontato a RaiNews24 il vicecomandante dei vigili del fuoco di Ventimiglia, Alessandro Giribaldi. Da venerdì sera erano in atto le ricerche dei vigili del fuoco con cinofili, esperti in topografia, squadre SAF, sommozzatori, piloti di droni ed elicottero Drago.

La felicità della famiglia si unisce a quella della comunità, dopo ore drammatiche. “Che angoscia. Sono stati giorni veramente tremendi – ha detto il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro – poi io ho un bambino più o meno della stessa età e non oso immaginare quello che ha provato la famiglia, però tutto è bene quel che finisce bene, volevo ringraziare i miei residenti che sono venuti in massa anche ieri notte a cercare in tutti i posti, veramente è un’emozione che non pensavo di provare in un mandato amministrativo”.

Raid israeliano ad un punto di distribuzione acqua a Gaza: tra i morti numerosi bambini

Roma, 13 lug. (askanews) – Almeno 10 palestinesi, tra cui sei bambini, sono rimasti uccisi in un bombardamento messo a segno oggi dalle forze israeliane nei pressi di un punto di distribuzione dell’acqua nel campo profughi di al-Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti dell’ospedale Al-Awda, secondo cui nel raid sono rimaste ferite altre 16 persone, tra cui sette bambini. In un altro bombardamento lanciato oggi dalle forze israeliane su un mercato nel centro di Gaza City almeno 12 palestinesi sono rimasti uccisi. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa, citando fonti mediche, secondo cui tra le vittime figura anche il medico Ahmad Qandil, chirurgo dell’ospedale Al-Ahli.

Dazi, Tajani: non vogliamo lo scontro con gli Usa, ma trattiamo a testa alta

Roma, 13 lug. (askanews) – “Non vogliamo lo scontro con gli Stati Uniti, ma vogliamo difendere le nostre aziende, la nostra industria e i nostri lavoratori. Dobbiamo trattare a testa alta”: è quanto ha detto il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a Il Sole 24 Ore.

All’indomani della lettera diffusa dal presidente americano Donald Trump, in cui sono stati annunciati dazi al 30% per i prodotti europei, il titolare della Farnesina ha dichiarato che “era atteso un intervento di questo tipo del presidente Trump, che io valuto come un passaggio della sua tattica negoziale”.

“Il negoziato non è terminato, e già nelle prossime ore la presidente Von der Leyen, il commissario Sefcovic e tutti i nostri tecnici saranno al lavoro per studiare le prossime mosse – ha aggiunto Tajani – nel frattempo tutte le possibili opzioni sono state già previste come sapete. Non vogliamo lo scontro con gli Stati Uniti, ma vogliamo difendere le nostre aziende, la nostra industria e i nostri lavoratori. Dobbiamo trattare a testa alta”.

“Questa fase di incertezza deve terminare, le nostre aziende hanno bisogno di certezze, devono lavorare negli Stati Uniti in un quadro chiaro. Come hanno detto i miei colleghi del Ppe al Parlamento europeo ‘negoziare se possibile, reagire se necessario’. Io sono sempre ottimista, ma non possiamo che difendere l’industria europea”, ha concluso.

Maltempo, allerta temporali al Nord e al Centro

Milano, 13 lug. (askanews) – Un fronte temporalesco sospinto da correnti più fresche ed instabili irromperà sull’Italia portando precipitazioni abbondanti e venti forti. Mattia Gussoni, meteorologo del sito iLMeteo.it, conferma la veloce, ma insidiosa, fase di maltempo che colpirà molte delle nostre regioni con il rischio pure di grandinate e nubifragi. Ad innescare il peggioramento del tempo, proprio nel cuore di luglio (periodo climaticamente e statisticamente più caldo e asciutto), sarà l’arrivo improvviso di correnti più fresche in quota pilotate da un ciclone presente sul Nord Atlantico che destabilizzeranno non poco l’atmosfera.

La vasta depressione, avvicinandosi al nostro Paese, richiamerà aria molto umida e calda dai quadranti meridionali, la vera energia potenziale per la genesi di eventi meteo estremi. Proprio dall’interazione tra masse d’aria diverse aumenterà il rischio di temporali particolarmente intensi in grado di persistere sulle stesse zone per molte ore, scaricando al suolo enormi quantità di pioggia anche sotto forma di nubifragio e grandinate.

Le zone maggiormente a rischio saranno soprattutto Alpi, Prealpi e vicine pianure di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia e poi anche Liguria di centro e di Levante, Toscana e Lazio. Su questi ultimi settori oltre alle precipitazioni abbondanti sono previste anche fortissime raffiche di vento lungo le coste. Avremo invece maggiori spazi soleggiati al Sud e sulla Sicilia dove si potrà godere di una bellissima giornata pienamente estiva.

Ucraina, Zelensky: la Russia ha intensificato gli attacchi alle nostre città

Roma, 13 lug. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato oggi Mosca di aver intensificato “il terrore contro città e comunità” nell’ultima settimana “per intimidire sempre di più la nostra popolazione”.

“Sette giorni di attacchi russi su larga scala contro l’Ucraina: oltre 1.800 droni, più di 1.200 bombe aeree guidate e 83 missili di vario tipo – ha scritto oggi su X – ma nonostante i piani di Mosca, le forze di difesa aerea stanno ottenendo buoni risultati. I droni intercettori stanno funzionando particolarmente bene, con centinaia di ‘shahed’ russo-iraniani abbattuti la scorsa settimana”.

Secondo Zelensky, “gli ‘shahed’ sono uno dei modi con cui la Russia prolunga la guerra”. “Dobbiamo neutralizzare questa minaccia per rimettere in moto al più presto la diplomazia. Auspichiamo l’attuazione di tutti gli accordi che rafforzeranno la nostra difesa. Contiamo su decisioni forti da parte degli Stati Uniti, dell’Europa, del G7 e di tutti i nostri partner”, ha concluso.

Bagno di folla a Castel Gandolfo dopo la messa, il Papa: oggi c’è bisogno di una rivoluzione dell’amore

Città del Vaticano, 13 lug. (askanews) – Una “rivoluzione dell’amore” per sanare le ferite di troppi popoli “spogliati, derubati e saccheggiati”, quando non “vittime di sistemi politici oppressivi, di un’economia che li costringe alla povertà, della guerra che uccide i loro sogni e le loro vite”. A dirlo Papa Leone XIV nell’omelia per la messa che ha celebrato a Castel Gandolfo nella Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova.

“Oggi c’è bisogno di questa rivoluzione dell’amore. – ha detto papa Leone commentando il racconto del Buon Samaritano – Oggi, quella strada che da Gerusalemme discende verso Gerico, una città che si trova sotto il livello del mare, è la strada percorsa da tutti coloro che sprofondano nel male, nella sofferenza e nella povertà”.

Piccolo bagno di folla per Papa Leone che dopo la messa, si è recato a piedi nella non distante piazza Piazza della Libertà di Castel Gandolfo, per la recita dell’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti davanti al Palazzo Apostolico delle Ville Pontificie.

Nel breve tratto di strada, tra due ali di persone che lo salutavano, il papa ha avuto così modo di contraccambiare l’affetto dimostrato in questi giorni dagli abitanti del piccolo paese ai piedi dei Castelli romani.

Tante le persone che hanno voluto incontrare il Papa alcune delle quali giunte anche da fuori paese e che hanno iniziato ad affollare Castel Gandolfo già dalle prime ore del mattino.

Dopo aver ricevuto in dono un calice ed una patena, i parrocchiani della Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, al termine della messa celebrata da Leone XIV, hanno voluto ricambiare i regali donando al pontefice un cappellino da tennis di colore bianco con la scritta “LEONE XIV In illo uno unum”, insieme ad alcune magliette.

Altri doni nel segno dello sport, sono giunti anche dai ragazzi dell’oratorio don Bosco che hanno offerto al papa un pallone, mentre la locale Caritas gli ha regalato un cesto dall’organizzazione caritativa della Chiesa italiana.

Trump alza i dazi. L’Europa in bilico, l’Italia nel mezzo

Una manovra avventata che colpisce lEuropa

Non sorprende del tutto la mossa di Trump, ma preoccupa la sua portata. Comprensibile, da parte americana, il tentativo di riequilibrare i flussi commerciali internazionali, spesso penalizzanti per l’industria statunitense. Tuttavia, imporre dazi generalizzati del 30% sui prodotti europei — a partire dal prossimo primo agosto — rappresenta un atto sproporzionato, dagli effetti potenzialmente devastanti sulle catene di approvvigionamento globali. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non ha nascosto l’inquietudine per una scelta che rischia di rompere un equilibrio già fragile. L’impressione è che l’Europa non sia solo il bersaglio economico, ma anche quello politico di una strategia muscolare, improntata a logiche unilaterali.

Von der Leyen: pronti a negoziare, ma fermi nella difesa dellUe

A poche ore dalla pubblicazione su Truth della lettera con cui Trump annuncia i dazi, Von der Leyen ha diffuso una nota in cui ribadisce la volontà dell’Ue di “lavorare per un accordo entro il primo agosto”, ma senza rinunciare a tutelare “le catene di approvvigionamento transatlantiche, le imprese e i consumatori”. L’Ue – ha ricordato – si distingue per apertura e rispetto delle regole. Tuttavia, è pronta ad adottare contromisure, qualora venisse meno il dialogo. “Il commercio basato su regole resta il nostro pilastro”, ha concluso.

Il sostegno italiano alla linea europea

Dal governo italiano è arrivata una nota di pieno sostegno alla Commissione. Palazzo Chigi parla di scontro “senza senso” e invita le parti alla “buona volontà” per trovare un’intesa che rafforzi l’Occidente. L’accento è sulla necessità di non farsi travolgere da polarizzazioni. Roma invita a restare concentrati sul negoziato, ma dietro le parole misurate si coglie una certa amarezza per l’inversione di clima rispetto ai proclami dell’ultimo anno.

Panetta e Giorgetti: rischi e opportunità per lEuropa

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha colto l’occasione dell’assemblea ABI per lanciare un duplice messaggio. Da un lato, ha messo in guardia sugli effetti macroeconomici della guerra commerciale innescata da Washington: una perdita stimata di mezzo punto di Pil in Europa tra il 2025 e il 2027. Dall’altro, ha segnalato come il ridimensionamento del ruolo globale del dollaro apra uno spazio inedito per l’Unione, a patto di rilanciare l’integrazione, adottare politiche comuni e accelerare sul mercato unico dei capitali. Tra le proposte rilanciate, quella degli eurobond, capaci – secondo stime Bankitalia – di stimolare investimenti per 150 miliardi l’anno e far crescere il Pil dell’1,5%.

Il richiamo a fare squadra”

Giancarlo Giorgetti ha insistito sulla necessità di un’azione compatta tra governo, banche e sistema industriale. Ha ricordato i segnali positivi dell’economia italiana – crescita, occupazione, inflazione sotto controllo – ma ha ammonito: “Mai dal dopoguerra ci siamo trovati davanti a sfide tanto complesse: dazi, guerre, crollo demografico, rivoluzione digitale”. Forte l’accento sulla difesa: secondo il ministro, anche il sistema bancario deve fare la sua parte, fronteggiando la crescente presenza di fondi esteri nel settore.

La crisi del ponte italo-americano immaginato da Meloni

Di fronte a questa svolta protezionista, salta definitivamente l’ambizione di Giorgia Meloni di ergersi a mediatrice tra Europa e Stati Uniti. La sua politica estera, nutrita di interlocuzioni bilaterali e strette di mano oltreoceano, mostra oggi tutti i suoi limiti: Washington agisce in autonomia, senza consultazioni, e Roma ne subisce gli effetti senza contropartite. Il rischio per l’Italia è di uscire ridimensionata anche in sede europea: il suo profilo di interfaccia privilegiata tra le due sponde dell’Atlantico è oggi privo di credibilità. Il governo si affida alla Commissione, ma ne segue passivamente la linea. Più che ponte, l’Italia appare oggi un pilastro vacillante, privo di sponda. E la stagione del multilateralismo europeo, per essere all’altezza della sfida, non potrà più attendere gli equilibrismi di Palazzo Chigi.

Borges, tra Whitman e Buenos Aires

Fino a oggi l’editore Adelphi aveva meritoriamente pubblicato trentadue libri a firma Jorge Luis Borges. Arriva in questi giorni in libreria il libro trentatreesimo: La mappa segreta, Testi ritrovati (1933-1983), 288 pagine, 22 euro, traduzione di Rodja Bernardoni. Si tratta di una scelta di saggi e articoli fatta del curatore, Tommaso Scarano, all’interno dei monumentali Textos recobrados 1931-1955 e Textos recobrados 1956-1986, pubblicati nel 2002-3 dalla Emecé di Buenos Aires a opera di Sara Luisa del Carril e Mercedes Rubio de Zocchi.

A consigliarne la lettura basterebbe la presenza di scritti dedicati al Don Chisciotte e alla Divina Commedia, punti fermi dell’esperienza culturale di Borges, sui quali ha lavorato a lungo in maniera illuminante. Riguardo al primo capolavoro troviamo tra l’altro una toccante analisi del suo capitolo finale, quello che descrive la morte del cavaliere, ormai tornato in sé e proprio per questo condannato dal suo creatore a scomparire. Per quello che concerne la Divina Commedia, possiamo leggere ne La mappa segreta il racconto di una serie continua di incontri e approfondimenti che dalla prima, difficile lettura su di un testo con traduzione in inglese a fronte, giunge ad affermare che «la più conosciuta e ripetuta delle terzine, può, un pomeriggio, rivelarmi chi sono o che cos’è l’universo». Dove il delicato “un pomeriggio” conferma la gigantesca levatura letteraria di Borges stesso.

Il libro, con ogni evidenza, è destinato ai cultori dello scrittore argentino. Si potrebbe dire che abbia la forma conversativa dell’incontro tra vecchi amici che da troppo tempo non si rivedono. Scarano ha conservato la successione cronologica degli interventi e questo aiuta a riconoscere linee di tendenza, interessi che maturano, sviluppi in continuità, come la riflessione ininterrotta sull’Argentina e su Buenos Aires in particolare. La città è giudicata qualcosa di più di una capitale: una sorta di centro del Paese, rispetto al quale ogni altra località costituisce una periferia marginale. Tanto che la figura tragica ed eroica del gaucho, mandriano delle grandi pianure, deve raggiungere Buenos Aires e trasferirsi lì per maturare e affermarsi.

Molto interessante anche la ricorrente e approfondita attenzione per Walt Whitman, colosso dell’autorappresentazione poetica degli Stati Uniti, poco conosciuto in Europa ed estraneo al canone del vecchio continente, che ha preferito riconoscere Emily Dickinson quale testimone dell’estetica nordamericana. Forse per una sensibilità maggiormente europea, lontana dai grandi spazi dell’Ovest, nei quali si è affermato il gigantismo, anche letterario, degli Usa. Numerosi i riferimenti a Chesterton, riconosciuto come interprete del meglio della sensibilità britannica, in particolare per le critiche ricevute dallo scrittore londinese da significative componenti della società all’interno della quale si trovò a vivere. Curiosi e commoventi alcuni ricordi d’infanzia, come quelli relativi alla sorella maggiore protettiva e alle case dei nonni, nelle quali si parlavano due lingue diverse, l’inglese in una e lo spagnolo nell’altra, senza che questo apparisse in nessun modo strano ai bimbi.

Il tratto prevalente di Borges, e il più moderno, si conferma, anche negli scritti meno recenti, la capacità di sintesi, di esporre concetti complessi attraverso frasi brucianti quali: «la comparsa di un’opera d’arte influisce su tutte le opere d’arte che l’hanno preceduta» (1933) o «la fama è sempre una semplificazione e a volte una perversione della realtà: non c’è uomo celebre che non sia un po’ calunniato dalla propria fama» (1940).

Le “case delle fate” entrano nel Patrimonio mondiale

Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunito a Parigi nella sua 47ª sessione, ha iscritto ufficialmente il sito seriale “Tradizioni funerarie nella Preistoria della Sardegna: le domus de janas” nella Lista del Patrimonio mondiale. Si tratta del 61° sito italiano a ottenere questo prestigioso riconoscimento, che conferma il primato dell’Italia quale nazione con il maggior numero di beni iscritti al mondo.

Le domus de janas – letteralmente “case delle fate” – sono antichissime tombe scavate nella roccia, databili a partire dal V millennio a.C., nel pieno del Neolitico. Queste architetture funerarie ipogee, ricche di articolazioni planimetriche e decorazioni simboliche, rappresentano la più vasta testimonianza di pratiche sepolcrali preistoriche nel Mediterraneo occidentale.

Un sito diffuso sullintero territorio isolano

Il nuovo sito seriale comprende numerosi complessi funerari distribuiti sull’intera isola, in particolare nella Sardegna centro-settentrionale. Le domus de janas sono spesso raggruppate in necropoli associate a insediamenti neolitici, villaggi e luoghi di culto. Esse offrono una chiave di lettura straordinaria sulla spiritualità, l’organizzazione sociale e le trasformazioni culturali delle comunità sarde tra il V e il III millennio a.C., fino all’alba della civiltà nuragica.

Secondo gli esperti, queste tombe furono scavate, ristrutturate e riutilizzate in epoche diverse, mantenendo viva una continuità rituale e culturale che attraversa interamente la preistoria sarda. La loro varietà formale documenta l’evoluzione delle credenze religiose e del rapporto con la morte nel tempo.

Una candidatura esemplare, frutto di lavoro collettivo

La candidatura è stata promossa dall’Associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle domus de janas, con il Comune di Alghero come capofila. Il dossier, redatto secondo il criterio III della Convenzione del 1972, ha dimostrato l’Eccezionale Valore Universale del sito quale testimonianza unica di una tradizione culturale scomparsa, legata al culto dei morti.

Determinante è stato il coordinamento dell’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, in collaborazione con i Segretariati regionali, le Soprintendenze di Cagliari e Sassari e la Direzione regionale dei Musei. Fondamentale anche il sostegno finanziario della Regione Sardegna e il coinvolgimento diretto dei Comuni interessati.

LItalia si conferma leader nella tutela del patrimonio

Il successo della candidatura – afferma una nota del Mic – è il risultato di un’azione sinergica tra il Ministero della Cultura, il Ministero degli Affari Esteri e la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unesco. Si tratta dell’ennesima dimostrazione dell’apprezzamento internazionale per l’impegno dell’Italia nella conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio culturale e naturale.

Con le domus de janas, la preistoria sarda guadagna finalmente il posto che le spetta nella grande narrazione mondiale delle civiltà umane. Un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza per la ricerca, la tutela e la promozione del paesaggio culturale dell’isola.

Un viadotto incombe sul cuore archeologico di Ostia

Un altro irreparabile danno sta per essere inferto al territorio romano. Se non si interverrà immediatamente, un nuovo ponte con molte rampe di accesso verrà realizzato: gigantesco, costosissimo, di dubbia legalità e soprattutto inutile. Deturperà uno dei punti più belli del litorale, fra gli scavi di Ostia Antica e la pianura ancora inesplorata, ma certamente ricca di reperti, verso il Tevere e il mare.

Siamo (siete!) ancora in tempo per evitarlo, ma occorre intervenire subito: il 7 luglio o poco oltre pare sia previsto l’affidamento con la consegna dei lavori e, dopo, rimediare sarà impossibile.

Un mostro ambientale – Secondo il progetto già appaltato, nella zona di Fiumara, il Tevere verrà scavalcato da un ponte a quattro corsie alto quanto un palazzo di sei piani (18 metri, per la precisione), con lunghissime rampe per consentire ai veicoli di salire fino in cima, al colmo del ponte e sulle rampe una serie di imponenti piloni di sostegno che, per quanto qualcuno pensi di illeggiadrirli o nasconderli entro collinette erbose, sempre piloni resteranno e comprometteranno il fronte rivolto a meridione e a occidente del parco archeologico di Ostia Antica e un ampio tratto dell’Isola Sacra.

Costi enormi – Tutto questo a un costo stimato, nel 2021, in circa 60 milioni di euro, ma che oggi è già quasi raddoppiato (110 milioni) e verosimilmente finirà per crescere ancora di molto in corso d’opera, come succede quasi sempre, purtroppo.

Gli yacht non passeranno – Motivazione originaria dell’impresa faraonica: migliorare le condizioni del traffico automobilistico e favorire al tempo stesso la navigazione da diporto lungo il Tevere sostituendo l’attuale ponte della Scafa, troppo basso per consentire il passaggio delle imbarcazioni più grandi. Una motivazione forse apprezzabile, anche se non tale da giustificare un enorme sacrificio economico, archeologico, ambientale: probabilmente questo spiega il nulla-osta concesso dalle autorità di tutela. Il fatto è che, invece, nel frattempo si è scoperto che: 1) l’ANAS, proprietaria, non intende demolire il vecchio ponte, che resterà in piedi e continuerà a bloccare gli yacht di maggiori dimensioni. 2) il livello dei fondali del Tevere è troppo basso (i fanghi del trasporto solido si depositano di continuo e il problema permane anche dragando di continuo) e le imbarcazioni di maggiore stazza rischierebbero di incagliarsi.

A che serve il super-ponte? – A questo punto ci si domanda: a che serve il super-viadotto? A che serve costruire campate e rampe gigantesche per far passare grandi imbarcazioni che comunque verranno bloccate dal ponte non demolito, troppo basso, e dai fondali del fiume, troppo alti? Senza contare, poi, che anche per il traffico automobilistico i benefici non sarebbero poi così rilevanti, finendo le nuove quattro corsie con l’immettersi nell’attuale viabilità, inadeguata.

Uno sperpero di danaro pubblico e uno scempio del territorio giganteschi quanto le strutture progettate.

Violentata Ostia Antica – Il super-ponte violenterà un’area archeologica, come quella di Ostia Antica, da secoli al centro di studi e ricerche e ancora in gran parte da scoprire. È scritto anche nella Enciclopedia Treccani che gli scavi “divennero sistematici sotto Pio IX dal 1855 al 1870; una regolare esplorazione scientifica della città fu iniziata con Dante Vaglieri ai primi del sec. XX e fu ininterrottamente proseguita da Roberto Paribeni e poi specialmente da Guido Calza, soprattutto tra il 1938 e il 1942, che mise in luce un’area di 34 ettari; sicché pur restando ancora da scavare tutta la zona verso Tor Bovacciana e alcuni quartieri periferici per circa 16 ettari, si può tuttavia avere un quadro abbastanza completo di questo antico centro commerciale di Roma”. Proprio l’area in cui si vuole realizzare il ponte viadotto.

Verrà inghiottita e annullata la Tor Boacciana, sull’antica linea di costa, in corrispondenza della porta marina dello scalo naturale, repubblicano e poi imperiale, di Ostia Antica, precedente ai porti di Claudio e Traiano.

Verrà “tombato” dalle colate di fondazione un inedito scalo antico, scoperto, scavato tra il 2011 e il 2013, ma non pubblicato. Sepolto. Messo a tacere, dimenticato, ignorato.

Sarà tagliata irreparabilmente la continuità tra Ostia Antica e la pianura verso il mare: (impallidiscono al confronto le polemiche e le perplessità suscitate ai tempi dalla soprelevata di Genova) e questo proprio mentre l’avversione per impattanti strutture viarie porta a valutare la demolizione del viadotto della Tangenziale Est.

Un progetto fuori legge – Ma c’è ancora di più e forse di più grave: questo nuovo ponte della Scafa è contrario alla legge. Un Decreto ministeriale di tutela stabilì già nel 1959 il divieto di opere con tale elevazione a ridosso di Ostia Antica. Decreto sempre in vigore perché, come recita l’art. 10 della Legge n° 1089 del 1939, “i provvedimenti adottati dal Ministero […] sono definitivi”.

Lalternativa c’è: il ponte a Dragona -Tutto questo appare ancora più incomprensibile – e sospetto – in quanto alternative al “mostro” ci sono. In particolare, da tempo è stato approvato e inserito nel Piano Regionale Trasporti il progetto di un nuovo ponte a Dragona, a ridosso del Parco Leonardo. Collegherà la via del Mare con l’autostrada Roma-Fiumicino scavalcando il Tevere circa 4 chilometri più all’interno rispetto al punto ipotizzato per il “mostro”, senza suscitare altrettanti problemi ambientali nonostante dimensioni comunque ragguardevoli: 260 metri, sei corsie. Poi ci sono stati anche progetti complementari o transitori, uno dei quali non avrebbe comportato spese per la pubblica amministrazione grazie alla disponibilità manifestata da sponsor o mecenati privati.

Tra questi progetti ancillari forse il più logico e discreto consisteva nell’eliminare gli attraversamenti del traffico che procede in senso opposto di marcia ai due capi dell’attuale ponte della Scafa. Lo scorrimento del traffico sarebbe ovviamente molto migliorato.

Non si può dire neanche che la pubblica amministrazione abbia respinto queste ragionevolissime e logiche proposte gratuite, offerte in dono: le ha semplicemente e bellamente ignorate, senza un rigo di commento o una parola di ringraziamento. Forse avevano il torto di costare poco…

Problemi autentici, soluzione pessima – Problemi di traffico indubbiamente impongono di valutare un potenziamento degli attraversamenti veicolari del Tevere a valle di Roma, nel tratto fluviale tra la capitale e il mare. Lungo la costa e anche all’interno, qui come altrove, esiste di fatto una nuova città lineare quasi ininterrotta per i cui collegamenti occorre intervenire. Come pure, mentre si proclama la necessità di promuovere a Roma forme di turismo di qualità, è certamente giusto favorire la nautica di alto profilo. Ma in questo caso, tra le soluzioni possibili sta per essere attuata quella di gran lunga peggiore: la più costosa, la più impattante, la più devastante, la più smisurata, la più scandalosa.

Questa lettera, vuole essere, in spirito collaborativo, un appello, anzi addirittura una supplica alle autorità preposte perché evitino di farsi e farci del male. Autorità, Signore, Signori, seriamente ripensateci!

Marco Ravaglioli – Presidente del Gruppo dei Romanisti

Antrodoco, il ritorno di ARIA, il festival delle arti performative

Roma, 12 lug. (askanews) – Dal 10 al 13 luglio, torna ad Antrodoco (RI) ARIA, il festival delle arti performative contemporanee che trasforma il borgo laziale in un cantiere vivo di spettacoli, visioni e sperimentazioni. Un progetto culturale realizzato in collaborazione con il Comune di Antrodoco, con la direzione artistica di Lorenzo Pasquali/Ondadurto Teatro, che punta a costruire legami attraverso il linguaggio universale delle arti.

Il tema di questa edizione è “EQUILIBRIO”: uno spazio comune di ricerca e condivisione, dove la meraviglia si fa motore di vicinanza, relazione, ascolto.

ARIA 2025 è un festival multidisciplinare che incrocia teatro fisico, danza, circo contemporaneo, musica e tecnologie immersive. Una line-up d’eccellenza con artisti da Italia, Belgio, Spagna e Cile, per un pubblico eterogeneo e curioso, pronto a lasciarsi sorprendere.

Un intreccio di proposte performative, che mirano a soddisfare i gusti di un pubblico eterogeneo. Una LINE-UP che racchiude i valori legati all’inclusione e non discriminazione e riunisce insieme alcune delle eccellenze delle performing art contemporanee nazionali e internazionali.

Novità dell’edizione 2025:

Una Masterclass Residenziale (30 giugno – 10 luglio presso il Teatro San’Agostino) con Margó Paciotti (IT) e Piero Partigianoni (ES), dedicata alle tecniche di physical theatre contemporaneo. Un corso intensivo sulle diverse tecniche di phisical theatre legate al Contemporaneo. Un percorso che coinvolgerà diversi allievi da Accademie e Scuole di Arti Performative o con esperienze pregresse, al fine di intraprendere una formazione professionalizzante e un approfondimento su tematiche specifiche.

Un focus speciale sul circo contemporaneo come linguaggio che unisce corpo, territorio, memoria e visione.

“Ancora una volta il festival ARIA porta l’arte e l’eccellenza nazionale e internazionale in territori e piccoli centri solitamente lontani dall’offerta culturale. Ma Antrodoco in questi anni, grazie all’impegno dell’attuale Amministrazione e al supporto locale, sta diventando un polo d’attrazione per le Arti Contemporanee Performative e Visive. Un borgo in cui sempre più persone arrivano per conoscere e godere dell’offerta culturale e delle potenzialità che questo territorio ha da offrire” come afferma Ernestina Cianca, Assessore alla Cultura del Comune di Antrodoco.

“Antrodoco è sempre più un Polo d’eccellenza per il sostegno a una cultura attenta alla sperimentazione e all’innovazione, che mette al centro i corpi, le differenze e i punti di incontro, un polo con una cura legata all’accoglienza, alla socialità e alla connessione tra le persone. Ci auspichiamo che questa sperimentazione non venga spazzata via, ma invece sostenuta come buona pratica capace di coniugare un impulso di crescita locale con ricadute Nazionali e una visione Europea”, come afferma Lorenzo Pasquali/ ONDADURTO TEATRO della direzione artistica del festival.

Ciclismo, Milan trionfa a Laval: dopo 6 anni vittoria italiana al Tour

Roma, 12 lug. (askanews) – Arriva la vittoria italiana al Tour de France. E’ di Jonathan Milan, che ha trionfato a Laval conquistando la sua prima vittoria di tappa al Tour de France. Il corridore della Lidl-Trek non solo ha alzato le braccia al cielo per la prima volta, ma ha anche messo fine alla più lunga astinenza dell’Italia nella storia della corsa. Erano passate 113 tappe dal successo di Vincenzo Nibali a Val Thorens (tappa 20 del Tour 2019), numero che corrisponde a quello di emergenza per la polizia in Italia. Al 114° giorno, Milan ha risposto alla chiamata. Con il suo eccezionale palmarès su pista, Milan continua anche la tendenza dei campioni del mondo a vincere in questo Tour. Wout Van Aert (Visma-Lease a Bike) e Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) hanno completato la top 3 di tappa, mentre Mathieu Burgaudeau e Matteo Vercher (Total Energies) hanno condiviso il premio della combattività come riconoscimento della loro grinta. (Foto © A.S.O. / Billy Ceusters)

A Venezia 82 l’anteprima restauro "Roma ore 11" di Giuseppe De Santis

Roma, 12 lug. (askanews) – A trent’anni dalla consegna del Leone d’Oro alla Carriera al maestro Giuseppe De Santis, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale in collaborazione con Titanus S.p.A. presenterà in anteprima mondiale il restauro di “Roma ore 11”, nella sezione di Venezia Classici dell’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Uscito nel 1952 e prodotto da Titanus, “Roma ore 11”, uno dei titoli simbolo del neorealismo italiano, vanta un cast d’eccezione, tra cui Maria Grazia Francia, Delia Scala, Massimo Girotti, Raf Vallone, Lucia Bosè, e ripercorre un tragico fatto di cronaca. Richiamate da un annuncio in cui si offre un posto da dattilografa, centinaia di ragazze accorrono da tutta Roma alla sede della ditta. L’attesa dura diverse ore e a un certo punto una delle ragazze tenta di passare davanti alle altre con uno stratagemma, provocando nel gruppo una violenta agitazione e il conseguente crollo della scala.

“Quasi tutti i miei film sono stimolati dalla cronaca o da un ambiente particolare. Quindi, quando lessi il fatto di cronaca del crollo della scala su cui si erano ammassate tante ragazze sulla base di un annuncio sul giornale, dell’offerta di lavoro per un’unica dattilografa, questo mi sembrò emblematico di una certa condizione di disoccupazione femminile in un grande centro urbano come Roma e, affidandomi anche al fatto di essere stato il regista di un film come Riso amaro dipanato in un’ambientazione di tutte donne, ritenni che mi fosse abbastanza facile fare un film che a protagonista avrebbe avuto un coro di donne (…)”, commentò allora Giuseppe De Santis ne “L’avventurosa storia del cinema italiano”, a cura di Franca Faldini e Goffredo Fofi.

La Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Gabriella Buontempo ha affermato: “Il restauro del film ‘Roma ore 11’ di Giuseppe De Santis è un’importante iniziativa che riporta alla luce un’opera fondamentale del neorealismo italiano. Realizzato nel 1952, il film offre uno sguardo penetrante e critico sul mondo del lavoro e sulle sue ingiustizie evidenziando la lotta delle persone comuni. Il restauro non solo migliora la qualità visiva e sonora dell’opera, ma permette anche di apprezzarne appieno il valore storico e culturale. Attraverso una pellicola rinnovata, il pubblico di oggi può rivivere l’energia e l’urgenza del messaggio di De Santis, rendendo il film accessibile a nuove generazioni. Questo progetto di restauro contribuisce a preservare la memoria cinematografica italiana e a stimolare discussioni sui temi ancora attuali trattati nel film, come l’ineguaglianza sociale e le difficoltà della vita urbana”.

“Siamo orgogliosi di portare a Venezia, nella sezione Venezia Classici, il restauro di ‘Roma ore 11’, una produzione Titanus del 1952, un capolavoro del neorealismo italiano che rappresenta non solo la storia e la memoria cinematografica italiana, ma anche il nostro impegno nella conservazione del patrimonio culturale. Questo evento, a trent’anni dalla consegna del Leone d’Oro a Giuseppe?De?Santis, restituisce luce e colore alla memoria collettiva e testimonia la continuità della nostra azione come un ponte tra epoche: celebrare, custodire e rilanciare i capolavori del passato per le generazioni di oggi”, ha sottolineato il Presidente di Titanus Guido Lombardo.

Il restauro di “Roma ore 11” è stato realizzato nel 2025 dal Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale in collaborazione con Titanus S.p.A..

I negativi originali risultano irreperibili, quindi per il restauro si è fatto ricorso a un controtipo sonoro. Le scansioni sono state effettuate dal CSC Digital lab. Le lavorazioni di restauro sono state affidate al Laboratorio Video Master Digital S.r.l..

Venezia Classici presenta dal 2012 capolavori provenienti da cineteche, istituzioni culturali e produzioni ditutto il mondo. La selezione è curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Federico Gironi.

Mondiali Pallanuoto, Italia-Romania 17-5 all’esordio

Roma, 12 lug. (askanews) – Il Settebello, vicecampione in carica, debutta con autorità battendo la Romania dell’ex mancino azzurro Bogdan Rath per 17-5 nella prima partita del girone A dei mondiali di Singapore. Prestazione che esalta difesa ed attacco, dopo le incertezze del primo tempo spazzate via con due break di 7-0 per l’8-2 e il 17-4. Quaterna di Condemi, tripletta per Bruni di nuovo papà, doppiette di capitan Di Fulvio, Di Somma e Cassia, gol di Ferrero, Gianazza, Iocchi Gratta e Nicholas Presciutti. La nazionale tornerà in vasca lunedì 14 luglio alle 14:45 italiane contro i triolimpionici della Serbia. In palio primato del girone e quarti di finale. (Foto Giorgio Scala / DBM)

Schlein: dazi al 30% sarebbero devastanti per economia, Meloni parli

Roma, 12 lug. (askanews) – “L’impatto di dazi al 30% sarebbe devastante per l’economia italiana e l’economia europea”: lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein – a margine della conferenza sulle politiche industriali organizzata da Andrea Orlando – commentando l’arrivo della lettera di Donald Trump che annuncia dazi al 30% per l’Ue.

“Spero che da qui al primo agosto ci sia ancora il tempo e lo spazio per rafforzare il negoziato europeo e che si arrivi a un accordo che sventi una guerra commerciale che sarebbe disastrosa non soltanto per noi, Europa ed Italia, ma pure per l’economia degli Stati Uniti. un vera e propria follia autarchica quella che sta portando avanti per pure ragioni ideologiche Donald Trump. Ci aspettiamo una forte presa di posizione, che finora non c’ stata, da parte del Governo e di Giorgia Meloni. Perch non che per le loro amicizie politiche possono danneggiare l’interesse nazionale e l’interesse europeo. Adesso c’ da rafforzare ogni tentativo negoziale che possa evitare questi dazi al 30%”, ha concluso Schlein.

Dazi, Von der Leyen: pronti a lavorare per un accordo entro il primo agosto

Roma, 12 lug. (askanews) – L’Unione europea “ha preso nota” della lettera con cui il presidente americano Donald Trump ha annunciato dazi al 30% sui prodotti Ue a partire dal 1 agosto e “rimane pronta a continuare a lavorare per raggiungere un accordo” entro quella data. E’ quanto ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sottolineando che “imporre dazi del 30% sulle esportazioni dell’Ue interromperebbe le essenziali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito di imprese, consumatori e pazienti su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

In una dichiarazione, Von der Leyen ha sottolineato che “poche economie al mondo eguagliano il livello di apertura e di rispetto di pratiche commerciali eque dell’Unione Europea”.

“L’Ue ha sempre dato priorità a una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, a dimostrazione del nostro impegno per il dialogo, la stabilità e un partenariato transatlantico costruttivo – ha aggiunto la presidente – rimaniamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il 1 agosto. Allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell’Ue”.

“Nel frattempo – ha concluso – continuiamo a rafforzare le nostre partnership globali, saldamente ancorate ai principi del commercio internazionale basato su regole”.

Interpellata dalla stampa se la Commissione Ue fosse stata informata della lettera prima della sua pubblicazione sull’account Truth, la portavoce Paula Pinho, ha risposto: “Sì, siamo stati informati in anticipo”.

Teatri, Alessandro Sciarroni: politica incapace, disastri da tempo

Santarcangelo di Romagna, 12 lug. (askanews) – Alessandro Sciarroni, artista, coreografo, scrittore, già Leone d’Oro alla Biennale Danza, si è detto molto arrabbiato per il modo in cui il governo sta gestendo la cultura, partendo dal declassamento del Santarcangelo Festival, a cui Sciarroni ha preso parte con il suo spettacolo “U. Un canto”. “Oltre a esserci un disegno politico rispetto alle scelte che il ministero ha preso, uno degli aspetti che forse non viene mai tenuto in considerazione e che mi piacerebbe sottolineare è che c’è una grande ignoranza, c’è una incapacità culturale. Allo stesso tempo mi piace pensare anche quali sono le responsabilità di ciò che accaduto prima, senso che penso che il disastro culturale di cui parliamo oggi si è iniziato già tanti anni fa con il depotenziamento del potere della critica, l’esclusione della critica dalla carta stampata, e quindi un pensiero critico che ha sempre fatto più fatica ad avere peso come ce l’aveva una volta. Per questo oggi è possibile che questi progetti, che sono la risorsa culturale di questo Paese, venganogiudicati da persone incapaci e questo sì ovviamente una responsabilità di questo governo, ma secondo me è una responsabilità anche di tutte le amministrazioni e i governi che ci sono stati prima che hanno reso la ricerca molto fragile e quando un oggetto è fragile è molto facile che qualcuno arrivi e lo falci via”.

Teatri, direttore Santarcangelo: disegno politico, ma non ci fermano

Santarcangelo di Romagna, 12 lug. (askanews) – Tomasz Kirenczuk, direttore artistico del Santarcangelo Festival, difende ala libertà del teatro e della cultura dopo il declassamento della storica manifestazione romagnola da parte del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Quella del governo “è una direzione molto chiara – ha detto Kirenczuk ad askanews – una visione di cultura che proprio esclude, è una visione di cultura che deve seguire una necessità politica, è una visione in cui qualcuno usa il suo potere per decidere cosa si può fare e cosa non si può fare e io su questo non sono d’accordo perché secondo me la politica non deve decidere, non è il ruolo del governo o il ruolo del ministro della Cultura di curare e di decidere i programmi delle istituzioni, ma deve sostenerle nella modalità in cui possono crescere e possono sostenere anche il sistema artistico, perché alla fine a me magari non mi piace un certo tipo di teatro, ma non mi permetterei mai di dire che questo tipo di teatro non può esistere: ha il suo ruolo in questo ecosistema, ci sono le persone che lo seguono. Anche qui vedete quante persone seguono questo festival, è un attacco contro un festival, non è soltanto contro l’istituzione, ma proprio contro tutto questo ecosistema che questa istituzione pubblica sostiene”.

“Sant’Arcangelo esiste da 55 anni e se qualcuno pensa che dimezzare il punteggio ferma questo festival si sbaglia”, ha poi aggiunto Tomasz Kirenczuk.

MotoGp, Marquez vince la Sprint al Sachsenring

Roma, 12 lug. (askanews) – Marc Marquez vince la Sprint Race del Sachsenring. Lo spagnolo ha superato nell’ultimo giro Bezzecchi, sul podio anche Quartararo. 4° Di Giannantonio, 5° Miller. 8° Alex Marquez, 12° Bagnaia. Out Morbidelli, al centro medico dopo la caduta. Assenti Vinales, Bastianini e Chantra. Marc aumenta il gap in classifica sugli inseguitori: +78 da Alex e +138 su Bagnaia. Dichiarata “bagnata” a causa dell’asfalto umido, sebbene la pioggia fosse cessata, la pista
del Sachsenring ha visto una battaglia piena di colpi di scena. Fin dall’inizio, Marco Bezzecchi ha preso il comando. Marc Marquez ha avuto una buona partenza ma è andato largo alla Curva
1, rientrando in quinta posizione. Un primo duello ha visto Marquez lottare con Di Giannantonio, che inizialmente deteneva la quarta posizione. Bezzecchi ha dettato il ritmo, seguito da
Morbidelli e Quartararo, con Bagnaia in difficoltà al 12° posto. A 29 minuti dall’inizio della gara, è stata esposta la bandiera gialla a causa della caduta di Franco Morbidelli tra le Curve 8 e 9. Ha fatto un “grande ruzzolone” ed è stato trasportato al centro medico per accertamenti. Circa 22 minuti dopo, Marc Marquez ha davvero “acceso il turbo”, registrando un 1:28.826 e guadagnando 6 decimi su Bezzecchi e Quartararo in un solo giro. Ha superato rapidamente Di Giannantonio e poi ha corso un grosso rischio per sorpassare Quartararo, portandosi in seconda posizione. A quel punto doveva recuperare un gap di 1,6 secondi su Bezzecchi.
A 6 giri dalla fine, Bezzecchi ha cercato di resistere alla rimonta di Marc Marquez, che ora girava sugli stessi tempi del pilota Aprilia. Il distacco ha continuato a ridursi drasticamente. A 4 giri dal termine, Marquez ha messo in atto una prestazione “pazzesca”, mangiando altri 6 decimi a Bezzecchi e riducendo il divario a solo 1 secondo. Bezzecchi ha risposto con il suo miglior giro della gara, ma Marquez era costantemente sotto l’1:28, avvicinandosi a 7 decimi a soli 3 giri dalla fine.
A 2 giri dalla fine, Marc Marquez è incredibilmente vicino e raggiunge Bezzecchi che sorpassa all’ultimo giro.

Dazi Usa, Palazzo Chigi: scontro commerciale non ha senso. Il governo sostiene gli sforzi e negoziato Ue

Roma, 12 lug. (askanews) – “Il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione Europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi, dopo l’annuncio del presidente americano Donald Trump di voler imporre dazi del 30% sui prodotti dell’Ue a partire dal 1 agosto.

“Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso, atteso che – particolarmente nello scenario attuale – non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico”, sottolinea la nota.

“Ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un’intesa”, conclude.

Dazi, P.Chigi: scontro commerciale tra due sponde Atlantico non ha senso

Roma, 12 lug. (askanews) – “Il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione Europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi, dopo l’annuncio del presidente americano Donald Trump di voler imporre dazi del 30% sui prodotti dell’Ue a partire dal 1 agosto.

“Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso, atteso che – particolarmente nello scenario attuale – non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico”, sottolinea la nota.

“Ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un’intesa”, conclude.

Calcio, domani al via la stagione della Roma di Gasperini

Roma, 12 lug. (askanews) – La stagione della nuova Roma, targata Massara-Ranieri e guidata in panchina da Gian Piero Gasperini, sta per partire. Domani a Trigoria, infatti, la rosa giallorossa si riunirà per dare il via al ritiro precampionato iniziando così la preparazione in vista della stagione sportiva 2025/26.

I prossimi giorni, quindi, saranno dedicati a test atletici con il centro sportivo che ospiterà gli allenamenti della squadra al mattino presto, quando è prevista la prima seduta, per poi spostarsi in palestra e ripresentarsi in campo nel tardo pomeriggio, riducendo al minimo gli effetti del caldo romano. Per questa prima fase il tecnico ha deciso di convocare 29 giocatori con Abdulhamid che si aggregherà alla squadra dal 20 luglio. Portieri: Boer, De Marzi, Gollini, Svilar, Zelezny . Difensori: Abdulhamid, Angelino, Celik, Kumbulla, Hermoso, Mancini, Mannini, N’dicka, Reale, Rensch, Salah Eddine, Sangerè. Centrocampisti: Baldanzi, Cristante, Darboe, Koné, Pellegrini, Pisilli, Romano. Attaccanti: Cherubini, Dovbyk, Dybala, El Shaarawy, Soulè.

Sempre più fuori, a Roma Laurie Anderson in "Republic of Love"

Roma, 12 lug. (askanews) – Tra gli eventi imperdibili di “Sempre più fuori” a Roma, il festival diretto da Antonino Pirillo e Giorgio Andriani in programrma fino al 18 luglio, è in programma martedì 15 luglio alle 21 presso l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo l’incontro con Laurie Anderson, icona della scena d’avanguardia newyorkese, artista, musicista, performer e scrittrice statunitense, che presenta, in prima nazionale, “Republic of Love”, un discorso-performance sullo stato dell’arte e del mondo in tempi di crisi.

Prodotto da Cranpi e Carnezzeria, in co-realizzazione con Romaeuropa Festival, dopo il debutto a maggio 2025 a Vienna, l’evento anticipa il ritorno dell’artista sulla scena della quarantesima edizione del REF con la nuova versione del suo concerto X2 che la vedrà esibirsi con la band newyorkese Sexmob il 3 novembre presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

“Republic of Love” è un viaggio lucido e personale attraverso quelle che Anderson considera le ombre del nostro tempo: l’autoritarismo che riemerge, la tecnocrazia che governa, il clima che crolla, le strutture socio-economiche che ci stringono. Il suo approdo al festival Sempre più Fuori assume il valore di un evento raro e necessario. Uno sguardo in prima persona che attraversa queste realtà con una lente inattesa: quella dell’amore. Quali tratti hanno in comune l’amore e il potere? Dove si incontrano, dove si tradiscono? In un mondo in cui sempre più governi erigono confini e fortezze, e in cui le leggi limitano la libertà di azione ed espressione, come possiamo – come artisti, come cittadini – immaginare un futuro che non abbia paura dell’uguaglianza, che non rinunci alla speranza? E, in questo contesto, quale ruolo può avere la creatività? Citando Mark Fisher – “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” – Anderson intreccia racconti, visioni e riflessioni che mettono in dialogo le molte forme dell’amore e quelle dei governi. Un invito a sognare un futuro non fondato sulla velocità, sull’efficienza o sull’accumulo, ma su nuove modalità dell’essere e del convivere.

Sempre più fuori 2025 si svolge tra l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo e il Goethe-Institut Rom, luoghi splendidi affiancati quest’anno da scenari urbani densi di significato, come ad esempio il Cimitero Monumentale del Verano e Policlinico Umberto I.

Fino a venerdì 18 (ore 18) prosegue inoltre con grande successo “Remote Roma”, passeggiata sonora del pluripremiato collettivo teatrale Rimini Protokoll, ideata e diretta da Stefan Kaegi e pensata appositamente per Roma. Co-produzione internazionale tra Cranpi, Rimini Protokoll e Goethe-Institut Rom – la performance si snoda a piedi dal Cimitero Monumentale del Verano fino al Policlinico Umberto I.

Fino a martedì 15 (ore 19) all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, è poi visitabile “Baci Rubati”, mostra dedicata a Raymond Cauchetier, storico fotoreporter della Nouvelle Vague francese. L’allestimento, in collaborazione con Lutetia, Palatine e Nouvelle Vague sul Tevere, è un omaggio all’amicizia tra Roma e Parigi. Le iconiche immagini — tra cui Belmondo e Seberg sugli Champs-Élysées — provengono dagli archivi curati dalla vedova Kaoru.

Lunedì 14 alle 21, all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, la compagnia lacasadargilla porta in scena “L’amore del cuore”, testo potente e spiazzante della drammaturga inglese Caryl Churchill, per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli. Il tema dell’attesa è raccontato attraverso una vicenda familiare frammentata, disseminata di episodi e incidenti mai del tutto connessi, ma attraversati da un’inquietudine comune. A seguire, alle 22.30, in anteprima nazionale, per celebrare vent’anni di attività del collettivo fiorentino Sotterraneo, va in scena DJ show Twentysomething edition, in una versione speciale di questa performance tra DJ set e teatro, che trasforma il pubblico nel vero protagonista dello spettacolo, invitandolo a danzare su una playlist eclettica – tra generi, epoche e sonorità – intrecciata a testi brevi, azioni sceniche lampo e visioni di passaggio.

Sempre più fuori è prodotto da Giant in collaborazione con Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, Goethe-Institut Rom e Cranpi; con il patrocinio del Municipio II – Roma Capitale; con il sostegno di Ministero Federale degli Affari Esteri (Germani), Fondazione Alta Mane Italia; con la collaborazione di Al.Di.Qua Artists, AMA Cimiteri Capitolini, ATCL – Associazione Teatrale tra i Comuni del Lazio, Ente Nazionale dei Sordi – sez. Roma (ENS), Letterature – Festival Internazionale di Roma, Lutetia/Nouvelle Vague sul Tevere, Policlinico Umberto I, R.A.C. Regist_ a confronto, Unione Ciechi e degli Ipovedenti Sezione Territoriale Roma (UICI), Romaeuropa Festival, Villa Pia Italian Hospital Group – Korian Italia, Zerynthia; e con i partner Theatron 2.0, Radio Frammenti, La cantina di Dante.

Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura è vincitore dell’Avviso Pubblico Roma Creativa 365. Cultura tutto l’anno in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

MotoGp, Vinales frattura alla spalla: salta Gp Germania

Roma, 12 lug. (askanews) – Forfait di Maverick Vinales dopo una caduta nelle qualifiche del GP di Germania di MotoGP. Il pilota Ktm Tech3 a inizio Q2, dopo aver passato il taglio in Q1, è stato protagonista di un brutto highside in curva 4 che gli ha procurato una lussazione alla spalla sinistra. Lo spagnolo si è recato prima al centro medico e poi successivamente in ospedale per sottoporsi a ulteriori controlli, che hanno confermato i sospetti iniziali: Vinales ha una piccola frattura, che non gli consentirà dunque di proseguire il suo weekend al Sachsenring. Un GP da dimenticare per Tech3, che deve già fare a meno di Enea Bastianini (fermato dall’appendicite). A questo punto bisognerà capire se Vinales riuscirà a essere in pista settimana prossima a Brno, per il GP della Repubblica Ceca in programma dal 18 al 20 luglio.

Usa, Trump annuncia dazi al 30% per i prodotti Ue

Roma, 12 lug. (askanews) – Il presidente americano Donald Trump ha annunciato oggi che gli Stati Uniti imporranno dazi del 30% sui prodotti dell’Ue a partire dal 1 agosto. In una lettera alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, Trump ha citato “deficit commerciali insostenibili a lungo termine”.

“Abbiamo avuto anni per discutere delle nostre relazioni commerciali con l’Unione Europea e abbiamo concluso che dobbiamo abbandonare questi deficit commerciali a lungo termine, ampi e persistenti, generati dalle vostre politiche tariffarie e non tariffarie e dalle vostre barriere commerciali – ha scritto Trump nella lettera all’Ue – purtroppo, il nostro rapporto è stato tutt’altro che reciproco”. Nella missiva, Trump ha quindi ammonito che qualora l’Ue decidesse di “alzare i tassi e rispondere, allora, qualunque sia l’importo che sceglierete di aumentare, verrà aggiunto al 30% che applicheremo”. Secondo il presidente americano, i dazi “sono necessari” a fronte di “un deficit insostenibile” che rappresenta “una grave minaccia per la nostra economia e, di fatto, per la sicurezza nazionale”.

Axios: Putin ha chiesto all’Iran di accettare un accordo sul nucleare che escluda l’arricchimento dell’uranio"

Roma, 12 lug. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha detto sia all’omologo americano, Donald Trump, che ai funzionari iraniani di sostenere un accordo sul nucleare che escluda l’arricchimento dell’uranio da parte di Teheran. E’ quanto riporta oggi il sito americano Axios citando fonti a conoscenza di queste discussioni.

Secondo quanto precisato da tre funzionari europei e un funzionario israeliano, Mosca ha chiesto agli iraniani di accettare “arricchimento zero”.

Due fonti hanno precisato che i russi hanno informato il governo israeliano della posizione di Putin. “Sappiamo che questo è quello che Putin ha detto agli iraniani”, ha detto la fonte israeliana. E Putin ha espresso questa stessa posizione nei colloqui avuti la scorsa settimana con Trump e con il presidente francese, Emmanuel Macron.

Putin e altri funzionari russi hanno espresso più volte agli iraniani il loro sostegno a un accordo di “arricchimento zero” nelle ultime settimane, secondo le fonti.

“Putin sosterrebbe l’arricchimento zero. Ha incoraggiato gli iraniani a impegnarsi in tal senso per rendere i negoziati con gli americani più favorevoli. Gli iraniani hanno affermato che non lo prenderanno in considerazione”, ha dichiarato un funzionario europeo ad Axios.

Secondo le fonti, Mosca sarebbe pronta a fornire all’Iran uranio al 3,67% per l’energia nucleare e piccole quantità di uranio arricchito al 20% per il reattore di ricerca di Teheran e la produzione di isotopi nucleari.

Schlein: lo scenario dell’economia italiana è drammatico, ma il governo fa lo scaricabarile

Roma, 12 lug. (askanews) – L’Italia è in uno “scenario drammatico, l’economia sostanzialmente ferma, c’è stato un calo della produzione industriale per 26 mesi consecutivi” ma da parte del governo “vediamo un immobilismo a cui non ci vogliamo abbandonare”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando alla conferenza Le rotte del futuro, dedicata al tema delle politiche industriali. “Serve il ritorno alla politica industriale, quella del governo si distingue solo per inerzia”. La leader democratica ha ribadito l’importanza della manifattura, “chi si illude che l’Italia possa campare solo di turismo e servizi commette un errore madornale. L’automotive e la moda sono al centro della crisi, e sono due settori strategici”.

Eppure “il governo non riesce a trovare mezza sostenere questi settori anzi, c’è politica di scaricabarile, di ricerca nel nemico da parte di questo governo, che non aiuta. Quello che non va è sempre colpa di qualcun altro: l’Europa, il ‘Green deal’, i sindacatià Non del fatto che hanno tagliato i fondi per l’automotive messi a disposizione dal governo precedente”. Ha concluso la Schlein: per loro è “più importante piazzare una bandierina”.

“Non ci sono amicizie, pontieri, ponti. Potete anche urlare contro i migranti, il clima, la comunità Lgbtqia, ma questa vicenda dei dazi dimostra che alla fine dei conti i nazionalisti sono nemici tra loro. I dazi di Trump, amico di Meloni, fanno male all’Italia e all’interesse nazionale”, ha poi sottolineato la segretaria Pd Elly Schlein parlando alla conferenza Le rotte per il futuro.

“Non è la prima volta – ha aggiunto – che le amicizie politiche della premier fanno male all’Italia: altrimenti non avrebbe accettato di aumentare al 5% la spesa militare… Non è accettabile piegare interesse nazionale a amicizie politiche”.

Schlein: scenario economia drammatico ma governo fa scaricabarile

Roma, 12 lug. (askanews) – L’Italia è in uno “scenario drammatico, l’economia sostanzialmente ferma, c’è stato un calo della produzione industriale per 26 mesi consecutivi” ma da parte del governo “vediamo un immobilismo a cui non ci vogliamo abbandonare”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando alla conferenza ‘Le rotte del futuro’, dedicata al tema delle politiche industriali. “Serve il ritorno alla politica industriale, quella del governo si distingue solo per inerzia”. La leader democratica ha ribadito l’importanza della manifattura, “chi si illude che l’Italia possa campare solo di turismo e servizi commette un errore madornale. L’automotive e la moda sono al centro della crisi, e sono due settori strategici”.

Eppure “il governo non riesce a trovare mezza sostenere questi settori anzi, c’è politica di scaricabarile, di ricerca nel nemico da parte di questo governo, che non aiuta. Quello che non va è sempre colpa di qualcun altro: l’Europa, il ‘Green deal’, i sindacatià Non del fatto che hanno tagliato i fondi per l’automotive messi a disposizione dal governo precedente”. Ha concluso la Schlein: per loro è “più importante piazzare una bandierina”.