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sabato, 12 Luglio, 2025
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Al via in Italia il Campionato Mondiale di Magia "FismItaly 2025″

Roma, 12 lug. (askanews) – Al via in Italia il Campionato Mondiale della Magia – Fismitaly2025, il più importante evento magico del pianeta, che si svolge ogni tre anni dal 1948 e che da oggi al 19 luglio 2025 trasformerà il Piemonte nella capitale mondiale della magia.

Attesi a Torino oltre 5000 maghi, provenienti da 51 nazioni, tra cui vere e proprie leggende: Xavier Mortimer, fenomeno social con oltre 13 miliardi di visualizzazioni, e Miguel Munoz, il Campione del Mondo protagonista del film Disney “Dumbo” con Tim Burton. Ad accoglierli tutte le star italiane, tra le quali: Silvan, Arturo Brachetti, Mago Forrest, Raul Cremona, Marco Berry e Alexander. La città di Torino sarà invasa da prestigiatori e illusionisti per una full immersion nel mistero come nella saga di Harry Potter.

Una vera e propria Olimpiade della Magia, il cui vincitore entrerà nella storia e potrà assicurarsi un contratto milionario a Las Vegas, proprio come è successo a Shin Lim, ora guest star del Venetian, oppure Lance Burton, per anni icona del Bellagio. Ma la vera innovazione di questa edizione consiste nel fatto che anche i “Babbani” (i non maghi ndr) potranno, per la prima volta, assistere agli spettacoli solitamente riservati ai professionisti e accedere a luoghi misteriosi ed unici prenotando il proprio posto in prima fila semplicemente con un clic: www.vivaticket.com/it/tour/fism-italy-2025-masters-of-magic/4201.

Tra gli show imperdibili: il 15 luglio lo “Show dei Campioni del mondo di Magia”, condotto da Walter Rolfo con i 10 campioni assoluti degli ultimi 30 anni; a seguire, il 16 luglio, “I Dieci Maestri dell’Impossibile”, condotto da Alain Choquette e Tiziano Grigioni; e infine, il 18 luglio, “Crazy and Comedy Magic Show”, condotto da Raul Cremona. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale: www.campionatodelmondodimagia.com.

La manifestazione, che ha il suo quartier generale al Lingotto Centro Congressi ed è organizzata da Masters of Magic e Atema ETS con il sostegno delle istituzioni locali, sarà affiancata da un ricchissimo calendario di spettacoli straordinariamente aperti al pubblico. Un vero e proprio festival, con più di 300 spettacoli per famiglie da vivere con gli occhi della meraviglia: dal Campionato mondiale di Street Magic (nelle città di Torino, Biella, Mondovì, Asti, Borgomanero e alla Reggia di Venaria), alla Magia negli Ospedali, nelle RSA, nei Centri Estivi, Cene Magiche e caffè letterari, dove scoprire i veri segreti della magia.

De Poli segretario, ma l’Udc resta senza un asse politico chiaro

Il Consiglio nazionale dell’Udc, riunito a Roma l’11 luglio presso il Crowne Plaza, ha eletto per acclamazione Antonio De Poli nuovo Segretario nazionale del partito. A proporre la sua nomina è stato lo stesso Lorenzo Cesa, segretario uscente, salutato da un lungo applauso per l’impegno profuso negli anni difficili del post-berlusconismo e dell’irrilevanza parlamentare. “Lorenzo è stato il custode della nostra storia e dei nostri valori”, ha dichiarato De Poli, promettendo di raccoglierne l’eredità “con rispetto, entusiasmo e determinazione”.

Leali ma non subalterni”

Nel suo intervento, De Poli ha voluto subito marcare una linea politica di apparente fermezza: “Siamo alleati leali, ma non subalterni. Non siamo la brutta copia di nessuno.” L’obiettivo dichiarato è quello di una “differenziazione costruttiva”, con tre possibili posizioni: sostegno quando si condividono le scelte del governo, proposta quando servono correttivi, smarcamento quando è necessario affermare la propria cultura politica. Il nuovo segretario ha parlato dell’Udc come della “coscienza del centrodestra”.

Un’espressione forte, che però resta sospesa nel vuoto se non si accompagna a una definizione precisa dell’identità culturale, programmatica e valoriale del partito. Che cosa distingue oggi l’Udc dai suoi alleati? Qual è il nucleo “centrista” – tanto più se ispirato, come pur labilmente si ricorda, alla tradizione democristiana – che ne giustifichi la pretesa di essere forza coerente e non subalterna?

Rilancio territoriale e obiettivo Regioni

Nel 2025 si voterà in cinque regioni strategiche, e De Poli ha annunciato che l’Udc intende esserci con “idee chiare e candidature autorevoli”. Forte del buon risultato ottenuto alle recenti amministrative in Puglia e Basilicata, il neosegretario ha promesso “determinazione” e “visione”, avviando un confronto con i referenti regionali, provinciali e comunali. Ma non basta esserci: occorre contare – nei programmi, nelle scelte, nelle persone.

Per rafforzare la presenza sul territorio, De Poli ha annunciato un grande tesseramento nazionale, il ritorno a settembre della Festa dell’Udc, la nomina di cinque vicesegretari territoriali e la creazione di un nuovo ufficio politico nazionale. “È finito il tempo della comfort zone”, ha detto. Ma senza un messaggio chiaro, nemmeno una macchina ben organizzata può invertire la tendenza all’irrilevanza.

Quale centro? Quale identità?

Il punto critico resta questo: l’Udc vuole essere una “gamba” del centrodestra, ma non indica il contenuto valoriale e politico di quella gamba. La cultura cattolico popolare risulta schiacciata sotto il peso del pragmatismo. Oggi il rischio è che l’Udc si limiti a una funzione di rappresentanza di sensibilità individuali, rispettabili ma incapaci di incidere davvero sulla rotta di una coalizione sbilanciata a destra.

Nel panorama politico attuale, parlare di centro richiede coraggio e contenuti. Altrimenti, la parola “coscienza” rischia di ridursi a retorica – e il centro a semplice punto d’appoggio per equilibri altrui.

Lettere al Papa: cento chili di parole al giorno.

In un tempo dominato da messaggi istantanei, emoji e scroll compulsivo, sorprende e quasi commuove il dato rilanciato l’altro ieri dall’Osservatore Romano: ogni giorno arrivano in Vaticano circa cento chili di corrispondenza destinati a Papa Leone XIV. Lo ha reso noto Poste Italiane, descrivendo l’intensa attività del centro di smistamento presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino, dove si raccoglie il materiale proveniente dai cinque continenti.

Cento chili di lettere, ogni giorno. C’è in questo flusso silenzioso un segno tangibile di un bisogno che resiste: il bisogno di scrivere, di raccontarsi, di affidarsi a qualcuno che ascolta. In un’epoca in cui prevalgono comunicazioni fugaci e interlocutori distratti, migliaia di persone scelgono ancora carta e penna – o una tastiera – per rivolgersi al Papa. Non per ottenere una risposta immediata, ma perché lo percepiscono come un interlocutore autentico, capace di ascolto profondo.

Scrivere a Papa Leone XIV diventa così un atto di fiducia. Non si cerca un riflettore o una replica automatica, ma la certezza che quelle parole possano trovare accoglienza. Che non andranno perse, che non verranno liquidate con un clic. È un gesto che ha il sapore della cura e della dignità. Una comunicazione che non consuma, ma costruisce.

Il Pontefice, in questo senso, rappresenta qualcosa di raro: un punto di ascolto stabile in un mondo instabile, una presenza che non si sottrae, anche se fisicamente distante. E quelle lettere – spesso scritte da mani stanche, da cuori feriti o da anime in cerca – testimoniano che esiste ancora una forma di comunicazione che non si esaurisce nel tempo di una schermata. È la comunicazione della speranza, del bisogno di relazione, della ricerca di senso.

La posta indirizzata al Papa è una forma di resistenza culturale e spirituale. Non si scrive a un sistema o ad un algoritmo, ma a una persona che, pur con il peso di un compito immenso, si mostra vicino. E questo gesto – prendere tempo per scrivere – dice molto anche su chi siamo, e su ciò che ci manca.

Probabilmente non sappiamo più nemmeno come si spedisce una lettera, e il gesto stesso di impugnare una penna ci sfugge. Ma finché ci sarà qualcuno che scrive al Papa, potremo continuare a credere che l’umanità non ha smesso di cercare un dialogo vero.

E forse, nel fondo di ogni busta, si nasconde una richiesta silenziosa: essere visti, essere ascoltati, essere accolti. E in questo, la parola scritta si fa ancora preghiera.

Il Centro non abita sotto una tenda

Una pluralità mai dogmatica

L’area cattolica italiana, come ben sappiamo, è sempre stata molto articolata e variegata al suo interno. Non a caso, e storicamente, non è mai esistita la cosiddetta ‘unità politica’ dei cattolici italiani. Certo, per lunghi 50 anni la stragrande maggioranza dei cattolici si è riconosciuta – ed ha votato – nel progetto politico della Democrazia Cristiana. Ma per ragioni politiche, culturali e programmatiche e non per un dogma, per ragioni dottrinarie o per imposizioni dall’alto.

Dopodiché il pluralismo politico ed elettorale, già ben presente, è diventato un fatto strutturale e costitutivo nell’area cattolica del nostro Paese.

Il Centro come cultura di governo

Ora, è abbastanza evidente, nonché noto, che la presenza politica dei cattolici in Italia è anche sinonimo di cultura centrista, di “politica di centro”, di “centro dinamico” – come amava ripetere Guido Bodrato e con lui la migliore tradizione democratico cristiana – e anche, e soprattutto, di cultura di governo.

Ed è proprio alla luce di queste considerazioni, peraltro oggettive e storiche, che proprio questa cultura politica ha sempre giocato un ruolo altrettanto importante nella vita pubblica del nostro Paese e nelle sue concrete dinamiche politiche.

Detto con altre parole, non ha mai accettato di essere un mero accessorio, un gregario grigio ed insignificante o limitarsi a rivendicare un mero “diritto di tribuna” nei singoli partiti e nelle coalizioni di riferimento.

Del resto, è appena sufficiente ripensare al magistero e al ruolo declinati dai grandi leader e statisti cattolici democratici, popolari e sociali per rendersene conto.

Contro la tentazione dellaccampamento

Ecco perché, oggi, emerge la necessità non più rinviabile – per chi non è nato politicamente gregario e non ha l’ispirazione di diventarlo – di rispedire al mittente chi avanza la tesi della ‘tenda’ o del ‘rifugio’ o ‘dell’accampamento’ per tutti coloro che vogliono declinare una politica di centro e un progetto politico centrista, riformista e di governo nel nostro Paese.

La “tenda”, chiunque la proponga, è la scientifica certificazione che segna l’irrilevanza e l’inconsistenza politica, culturale e programmatica del Centro e di chi lo teorizza, lo disegna e lo coltiva nella politica italiana. A partire, anche e soprattutto, dall’area cattolico-popolare e cattolico-sociale.

Chi ha titoli, parli

Al riguardo, forse è anche arrivato il momento affinché i presunti e del tutto virtuali “federatori” dei cattolici in politica, dei leader che si sono autoproclamati tali senza alcuna – come ovvio e scontato – legittimazione democratica, battano un colpo.

Se, invece e al contrario, continua il silenzio compiacente o, addirittura, una sostanziale se non totale condivisione delle tesi del gramsciano non pentito Bettini e compagni sul destino e sulla prospettiva di un Centro di matrice cattolica – o laica, non fa differenza alcuna – non lamentiamoci poi della definitiva ed irreversibile perdita di credibilità, peso ed autorevolezza della cultura, del pensiero e della tradizione del cattolicesimo popolare e sociale nel nostro Paese.

Oltre lopportunismo

Certo, e per fortuna, il pensiero popolare e cattolico sociale non si ferma alla “tenda” di Bettini e a tutti coloro che con un’infinita dose di opportunismo abboccano a quell’amo.

Ma è indubbio che se si vuole invertire la rotta, e rilanciare al contempo un pensiero politico e culturale, quella strada non solo va combattuta ma va anche denunciata sotto il profilo politico. Pubblicamente, apertamente e senza equivoci o tentennamenti.

Svolta attesa: approvata la legge per i lavoratori affetti da malattie gravi

L’8 luglio 2025 il Senato ha approvato in via definitiva la legge che tutela i lavoratori, pubblici e privati, affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica. Si attendeva da tempo un provvedimento in tal senso, dopo il travagliato periodo del Covid, durante il quale la normativa è cambiata a singhiozzo ed è stata spesso interpretata in modo restrittivo, limitandosi alla sola possibilità di svolgere lavoro agile. Ne sono derivati contenziosi e decisioni discrezionali da parte delle amministrazioni, nonostante i tentativi di parità di trattamento promossi dai Ministeri della Salute, del Lavoro, del MEF e della Funzione Pubblica, nonché dalle interpretazioni dell’INPS e dei datori di lavoro.

Liter parlamentare: ampia convergenza politica

La legge ha preso origine dal DDL 153 presentato il 25 marzo 2025 alla Camera dall’On. Debora Serracchiani, assegnato il 27 marzo alla 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) in sede redigente. Il testo è stato poi unificato con altri disegni di legge:

  • 202 (On. Silvana Andreina Comaroli, LEGA)
  • 844 (On. Giandiego Gatta, FI-PPE)
  • 1104 (On. Valentina Barzotti, M5S)
  • 1128 (On. Walter Rizzetto, FDI)
  • 1395 (On. Chiara Tenerini, FI-PPE)

L’iter si è completato con l’approvazione unanime del Senato. La relatrice nella Commissione di Palazzo Madama è stata la Sen. Elena Murelli (LSP-PSd’Az), incaricata formalmente il 2 aprile e poi nominata relatrice di maggioranza nella seduta n. 304 del 3 giugno. Il testo unificato, divenuto disegno di legge n. 1430, ha ricevuto i pareri favorevoli delle Commissioni 1ª (Affari costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Cultura, istruzione), nonché delle Questioni regionali.

Un punto di equilibrio tra diritti e sostenibilità

Si attende ora la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale per conoscerne il testo definitivo. La nuova normativa colma un vuoto normativo nella tutela dei cosiddetti “lavoratori fragili”. Il fatto che il testo sia stato votato all’unanimità – con significativa convergenza bipartisan – dimostra una sensibilità condivisa verso un tema delicato e urgente.

Un plauso particolare va all’impegno tenace dell’On. Debora Serracchiani e della Sen. Elena Murelli, che hanno accompagnato il provvedimento con determinazione e consapevolezza della sua portata sociale.

Chi, come me, ha mantenuto contatti diretti con i due rami del Parlamento, può testimoniare la volontà comune di arrivare in tempi rapidi a una legge attesa, forse perfettibile, ma certamente importante come caposaldo di civiltà giuridica e rispetto per chi vive condizioni di malattia invalidante.

Prime indicazioni sui contenuti

Dalla ratio del testo approvato, si evince che la legge dovrebbe prevedere:

  • un congedo fino a 24 mesi (continuativi o frazionati), senza retribuzione né contribuzione figurativa, con possibilità di riscatto volontario dei contributi e mantenimento del posto di lavoro;
  • fino a 10 ore annue di permessi retribuiti per visite, analisi e cure;
  • priorità nell’accesso al lavoro agile, ove realizzabile, anche al termine del congedo, entro i limiti previsti dal periodo di comporto contrattuale.

È auspicabile che l’individuazione delle patologie comprese nel testo rispetti l’elenco contenuto nel cosiddetto Decreto Speranza del 4 febbraio 2022, che indicava le malattie croniche e invalidanti rilevanti ai fini della tutela della fragilità. Una diversa impostazione costituirebbe un passo indietro.

Prime reazioni: un compromesso necessario

Nell’attesa di analizzare il testo in G.U., c’è chi giudica questa legge una forma di “minimo sindacale”, e chi invece la considera un passo decisivo verso il riconoscimento della fragilità come condizione giuridicamente protetta.

In entrambi i casi, si tratta di un provvedimento che – se attuato correttamente – rappresenta un’importante affermazione di diritti nel mondo del lavoro, ponendo le basi per una tutela più piena, più umana, più giusta.

Tennis, Sinner in finale a Wimbledon, Djokovic ko in 3 set

Roma, 11 lug. (askanews) – Jannik Sinner in finale a Wimbledon per la prima volta in carriera: con una prestazione al limite della perfezione, il n°1 del mondo ha superato in semifinale il 7 volte campione Novak Djokovic, battuto con i parziali di 6-3, 6-3, 6-4. Alla sua quinta finale Slam della carriera, Jannik affronterà domenica Carlos Alcaraz, nella riedizione di quanto visto un mese fa a Parigi. Sarà il 13° confronto, con lo spagnolo avanti 8-4. Sinner è il 2° italiano in finale a Wimbledon dopo Berrettini nel 2021.

Regionali, Fdi ‘avverte’ alleati: no bandierine o prendiamo tutto

Napoli, 11 lug. (askanews) – Che il riferimento sia al “pallottoliere”, al “Monopoli” o alla Bibbia delle spartizioni – il “Manuale Cencelli” – il ragionamento per Fratelli d’Italia non cambia: nella scelta dei candidati alle prossime regionali gli alleati evitino prove di forza perché, se il piano della discussione diventa quello dei numeri, i meloniani potrebbero tranquillamente rivendicare di fare l’asso pigliatutto. Lo dice, più esplicitamente di quanto già fatto in passato, il responsabile Organizzazione, Giovanni Donzelli. Complice anche la presenza a Napoli per la seconda giornata della kermesse organizzata da Ecr, e l’imminente voto che coinvolgerà la Campania, ci vuole poco perché il focus della discussione da migranti e Mediterraneo – temi dei panel – scivoli verso il grande nodo gordiano che aspetta il centrodestra al giro di boa della legislatura.

Il ragionamento di partenza è comune a tutte le Regioni chiamate al voto in autunno, con la sola eccezione delle Marche dove l’uscente Francesco Acquaroli, meloniano, è già in pista per la riconferma. “Ovunque sceglieremo il miglior candidato possibile non solo per vincere ma anche per governare bene, senza cercare di mettere le bandierine a tutti i costi”, spiega Donzelli. Ma il problema non sono certo la Puglia, la Toscana o la Campania, dove semmai le rogne sono in casa ‘campo largo’. Peraltro, in quest’ultima regione, conferma il responsabile Organizzazione, il nome forte in campo per Fratelli d’Italia è quello dell’attuale viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli.

Se ancora si traccheggia sulla convocazione di un tavolo per le candidature, se i leader che pure “si sentono in continuazione e parlano di tutto”, non hanno ancora sciolto la riserva è per una sola ragione: il Veneto. E’ noto che Salvini lo rivendica per sé, che Fratelli d’Italia vorrebbe andare all’incasso delle percentuali raggiunte alle Politiche e alle Europee per conquistare la ‘sua’ prima regione del Nord, e per non essere da meno anche Antonio Tajani ha rilanciato a nome di Forza Italia la candidatura di Flavio Tosi. Ed è in questa prospettiva che va letto quello che pare proprio un avviso ai naviganti di Donzelli: “Fi governa 5 regioni, la Lega 4 e noi 3, le proporzioni non sono queste” ma “non ci interessa il gioco del pallottoliere, anche perché se lo dovessimo fare Fratelli d’Italia dovrebbe prendere tutto”.

Non è detto che per la scelta delle prossime candidature si proceda con la ‘logica a pacchetto’, o almeno questa sembra essere al momento la tendenza nei meoniani, anche in virtù del fatto che le date in cui i cittadini saranno chiamati alle urne saranno verosimilmente sparse tra fine settembre e novembre. Nello stesso partito della premier c’è chi è convinto che la partita vada giocata insieme a quella della Lombardia, allungando le mire sul Nord al futuro nell’ottica del quieto vivere all’interno della coalizione. Non tutti sono convinti della bontà di questa strategia, visto che sulla carta lì si voterebbe nel 2028. La stessa Giorgia Meloni avrebbe dei dubbi.

Ma per chiudere la partita del Veneto, e questo in Fratelli d’Italia è chiarissimo, dopo il tramonto del terzo mandato che lo avrebbe rimesso in pista, sarà necessario trovare un accordo che accontenti Luca Zaia. Il grande dilemma in queste ore è la possibilità che alle elezioni presenti una lista personale. Il diretto interessato, peraltro, mantiene tutti con il fiato sospeso. E altrettanto vale per una sua eventuale compensazione futura. “Io ho sempre amato il Veneto, però da qui a esprimermi su quello che farò non lo so dire. Io rappresento colui che ha lasciato il ministero per venire in Veneto e non c’è un caso analogo nella storia, rappresento colui che ha rinunciato alla candidatura un anno fa alle Europee, con seggio sicuro, ben remunerato, senza tanti problemi per restare in Veneto e mantenere la parola con i veneti”.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, anche lui presente a Napoli, cerca di minimizzare. “L’importante – dice – è che Zaia, come farà certamente, appoggi il centrodestra chiunque sia il candidato governatore. E’ nell’interesse di tutti che alla fine le cose procedano in maniera armoniosa e unitaria. Non vedo in futuro nessuna spaccatura”.

Fidanza (Ecr): Meloni rilancia l’attenzione del governo sul sud

Milano, 11 lug. (askanews) – “Giorgia Meloni rilancia l’attenzione del governo e di Fratelli d’Italia sul sud, il mezzogiorno come locomotiva di sviluppo per l’intera Italia e i conservatori europei sono a Napoli per rilanciare la centralit dell’Italia e dell’Europa nel Mediterraneo, una piattaforma geopolitica fondamentale in cui l’Italia di Giorgia Meloni sempre pi protagonista”. Lo ha detto Carlo Fidanza, vice presidente di Ecr, a margine dell’evento organizzato dai Conservatori e riformisti

europei a Napoli.

Tennis, Alcaraz batte Fritz e vola in finale a Wimbledon

Roma, 11 lug. (askanews) – Per il terzo anno consecutivo Carlos Alcaraz è in finale a Wimbledon. La 24esima vittoria consecutiva del murciano, tornato all’ultimo atto dei Championships grazie alla vittoria in quattro set sul n. 5 al mondo Taylor Fritz: 6-4, 5-7, 6-3, 7-6 il punteggio finale in 2 ore e 51 minuti. È stata una partita di qualità, grazie all’alto livello di gioco espresso da entrambi i giocatori. Ancora una volta, però, Alcaraz ha dimostrato di saper alzare l’attenzione e la qualità nei momenti che contano, reagendo anche ai passaggi a vuoto.

Alcaraz giocherà la sesta finale Slam in carriera, la 28esima nel circuito maggiore. Il murciano, inoltre, diventa il decimo giocatore nella storia a giocare almeno tre finali consecutive a Wimbledon. Una lista che comprende Novak Djokovic, Roger Federer, Bjorn Borg, John McEnroe, Boris Becker, Pete Sampras, Stefan Edberg, Rafael Nadal e John Newcombe.

Schianto Air India, Wsj: indagine si concentra su azioni piloti, spenti interruttori flusso di carburante

Roma, 11 lug. (askanews) – L’inchiesta sull’incidente aereo avvenuto il mese scorso in India, costato la vita a 279 persone, si sta concentrando sulle azioni dei piloti e finora non ha evidenziato problemi con il Boeing 787 Dreamliner di Air India. E’ quanto riporta oggi il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza delle prime valutazioni dei funzionari statunitensi.

L’aereo partito da Ahmedabad alla volta di Londra precipitò poco dopo il decollo, finendo su un dormitorio scolastico. Secondo le fonti, i risultati preliminari dell’inchiesta indicano che gli interruttori che controllano il flusso di carburante ai due motori del velivolo sono stati spenti, causando un’apparente perdita di spinta poco dopo il decollo.

Cinema, torna il grande schermo in spiaggia con "Cinema Ammare"

Roma, 11 lug. (askanews) – Dopo il successo delle prime due edizioni, torna Cinema Ammare, l’evento estivo che trasforma lo stabilimento balneare del Nodo Ammare, a due passi dalla celebre Scala dei Turchi, in una suggestiva sala cinematografica sotto le stelle sulla costa di Realmonte, nell’agrigentino.

Le prime tre serate dell’edizione 2025 hanno registrato oltre 500 presenze ciascuna, confermando la forza di un format amato dal pubblico. Fino al primo settembre, per 12 lunedì sera (dal 9 giugno), lo spettacolo continua tra cinema, musica dal vivo, spettacoli di danza acrobatica, intrattenimento e street food in riva al mare. Nato come iniziativa locale grazie ad un’idea di Marco Gallo, regista agrigentino con esperienza internazionale e attuale direttore artistico del Sicilymovie – Festival del Cinema di Agrigento e del Teatro Costabianca di Realmonte e Fabio Speranza di Nodo Ammare, oggi Cinema Ammare è diventato un fenomeno virale che coinvolge migliaia di spettatori da tutta la Sicilia e non solo.

L’edizione 2024 ha registrato una media di oltre 400 presenze per serata, con punte di 600 spettatori e oltre 1.300 voti per la scelta dei film da proiettare. A rendere ancora più unica l’esperienza è il rinnovato spazio food con barbecue in spiaggia, degustazioni di prodotti locali, gadget, stand promozionali e una maxi-scritta “Cinema Ammare” per scatti fotografici indimenticabili. Una parte del ricavato del merchandising ufficiale verrà destinata in beneficenza a sostegno di associazioni territoriali che si occupano di bambini in difficoltà e organizzazioni impegnate nella cura dell’ambiente e della salvaguardia delle spiagge.

Anche quest’anno, il format si distingue per il coinvolgimento del pubblico, con un Pre-Show sempre più curato e dinamico che precede ogni proiezione: musica dal vivo con artisti emergenti, spettacoli di danza acrobatica e performance artistiche che arricchiscono l’atmosfera unica della serata.

“Il Cinema Ammare non è più una semplice proiezione in spiaggia ma è un’esperienza, un cinema 2.0 che porta lo spettatore a vivere una serata diversa dalle altre. Abbiamo dato vita al lunedì, che solitamente ha meno appeal, e abbiamo mostrato quanto il pubblico ami la semplicità” ha dichiarato Marco Gallo. Per Fabio Speranza, uno degli ideatori del progetto, Cinema Ammare rappresenta molto più di un evento estivo: “Per noi è anche un modo per far conoscere il nostro territorio ed esportarlo in giro per la Sicilia. Il nostro pubblico viene da tutta l’isola e da quest’anno abbiamo il piacere di ricambiare arrivando in diverse località siciliane con il nostro format, sempre più personalizzato e fidelizzato con il nostro pubblico”.

Nel 2025 il progetto si espande con nuove tappe: dopo il successo a Lampedusa, che ha visto una grande affluenza anche di turisti, sono state confermate due date anche a Selinunte, all’interno del Parco Archeologico.

La Commissione Ue: rammarico per le sanzioni Usa contro la relatrice Onu su Gaza Francesca Albanese

Bruxelles, 11 lug. (askanews) – “L’Unione europea sostiene pienamente il sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, e ci rammarichiamo profondamente della decisione di imporre delle sanzioni a Francesca Albanese, rappresentante speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati”. E’ la posizione che ha espresso oggi a Bruxelles il portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea, Anouar El Anouni, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario, rispondendo a una domanda sulle sanzioni decise dagli Stati Uniti contro Francesca Albanese.

“L’Unione europea – ha aggiunto il portavoce – continuerà a sostenere gli sforzi volti a condurre delle inchieste indipendenti sulle violazioni e sugli abusi dei diritti dell’uomo e sulle violazioni del diritto internazionale umanitario, comprese quelle che possono essere assimilate a dei crimini internazionali. E seguiremo le implicazioni di queste decisioni continuando a valutare le misure che potranno essere prese successivamente”, ha concluso El Anouni.

Capri, Boris Johnson scatenato: canta e balla in un locale notturno

Capri, 11 lug. (askanews) – Serata scatenata a Capri per l’ex premier britannico Boris Johnson.

In vacanza in Italia, con la moglie Carrie e la famiglia, ieri sera si prima fermato a bere un drink seduto in uno dei tavolini della Piazzetta, poi a notte fonda ha fatto la sua apparizione in uno dei locali notturni pi famosi, la taverna Anema e Core.

Qui sceso in pista e si lasciato trascinare dalle melodie della musica dal vivo, mettendosi a ballare e a sorpresa prendendo lui il microfono per cantare.

Dazi Usa, Ue deve decidere se prorogare sospensione contromisure

Bruxelles, 11 lug. (askanews) – L’Unione europea dovrà decidere entro lunedì, 14 luglio, se prorogare la sospensione di 90 giorni, che aveva deciso il 14 aprile scorso, delle contromisure di ritorsione contro l’aumento dei dazi Usa dal 10% al 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’Ue, imposto dal presidente Donald Trump il 10 febbraio scorso.

La proroga della sospensione è piuttosto probabile, in vista del possibile annuncio da parte Usa, nelle prossime ore o nel weekend, dell’accettazione di un “Accordo di principio” con l’Ue sui dazi, che darebbe il via a successivi negoziati più in dettaglio per i diversi settori nel commercio transatlantico.

“Abbiamo ancora tre giorni fino alla scadenza, e molto può succedere nel frattempo. Ci siamo abituati a eventi che accadono molto rapidamente, o no, in questo campo”, quello dei negoziati commerciali con gli Usa. Insomma, vedremo dove saremo nei prossimi giorni”, ha osservato la portavoce capo della Commissione, Paula Pinho, rispondendo ai giornalisti, oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario.

Se necessario, ha spiegato il portavoce per il Commercio della Commissione, Olof Gill, “adotteremo con procedura d’urgenza la decisione di sospendere le contromisure”. Intanto, ha riferito Gill, “restiamo pienamente impegnati a concludere un accordo con gli Stati Uniti. Vedremo che cosa succede quando i nostri amici americani si sveglieranno oggi”, vista la differenza nel fuso rispetto all’Europa.

“La sospensione delle contromisure – ha ribadito il portavoce -è previsto che scada lunedì: praticamente, se interviene una decisione politica di prorogare la sospensione, allora la prorogheremo. Non è complicato. Ma la decisione non è stata ancora presa. Se lo si decide, si può fare in un batter d’occhio. Non ci focalizziamo troppo su questo. La nostra priorità – ha insistito – è arrivare a un accordo di principio con gli Stati Uniti; e lo aspettiamo, aspettiamo gli americani per vedere se siamo sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda”.

Intanto, Gill ha riferito che nessuna chiamata telefonica o incontro è stato previsto finora per le prossime ore o il weekend, tra il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, e i suoi omologhi americani. E lo stesso vale, ha aggiunto Paula Pinho, per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Alla domanda di un giornalista, che chiedeva se l’Ue sia comunque comunque pronta e abbia un “piano B”, in caso di mancato accordo, ad adottare le contromisure commerciali contro gli Usa, Gill ha risposto: “E’ una domanda ipotetica. Noi ci prepariamo per tutti gli scenari dall’inizio di quest’anno, e anche da prima. Siamo in stretto contatto con gli Stati membri e con la nostra industria per assicurare che il piano che adotteremo, A, B, o C , sia quello giusto per l’Ue”.

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Sanit, il futuro degli acquisti con “value based procurement”

Roma, 11 lug. (askanews) – “Il procurement attuale – ricorda il professor Niccol Cusumano (SDA Bocconi School of Management) – ancora piuttosto standardizzato: si acquistano prodotti e il pagamento avviene per ciascuna unit consegnata. Mancano, al momento, modelli basati sul valore. In prospettiva, sar necessario avviare una riflessione su come integrare all’interno delle procedure di procurement anche i risultati delle analisi di costo-efficacia, specialmente nel caso dei vaccini”

Il Value Based Health Care un modello sanitario che misura il valore di un intervento non in base al costo, ma in base ai risultati concreti ottenuti per il paziente. Un sistema che punta a migliorare la salute delle persone, ottimizzando le risorse attraverso cure efficaci, appropriate e sostenibili.

Il nuovo codice degli appalti segna un cambio di rotta: nelle intenzioni, introduce il Value Based Health Care come criterio guida per gli acquisti pubblici. Tuttavia, nei fatti, il principio del “massimo ribasso” continua spesso a prevalere, rallentando l’attuazione concreta di questo nuovo paradigma.

Si discusso dell’applicazione di questo nuovo paradigma durante il convengo “Il ruolo strategico del Value Based Procurement in sanit: costruzione di un modello applicato alla vaccinazione antinfluenzale”, evento realizzato con il contributo scientifico di universit Bocconi, il patrocinio di Fare (Federazione della Associazioni Regionali degli Economi e dei provveditori della sanit) e il contributo non vincolante di Sanofi.

In Europa sono gi state fatte gare che vanno in tale direzione.

“La logica quella di una scommessa condivisa con il fornitore sul prezzo d’acquisto. In sostanza: tu, fornitore, mi garantisci un beneficio in termini clinici ed economici – ad esempio una riduzione degli accessi al pronto soccorso e dei ricoveri per patologie respiratorie legate all’influenza – e io sono disposto a riconoscerti un premium price per un vaccino ad alto dosaggio. Ma solamente a una condizione: che questi benefici vengano realmente confermati nella pratica clinica, cio nel real world. In caso contrario, prevista una restituzione parziale del prezzo corrisposto”, sottolinea la professoressa Giuditta Callea (SDA Bocconi School of Management).

Da questo punto di vista i vaccini sono una tecnologia ideale perch il beneficio di salute si manifesta in tempi molto rapidi. La Lombardia stata tra le prime Regioni a impostare una gara con la logica del valued based procurement.

“Noi concepiamo il ruolo del procurement come uno strumento di supporto per il raggiungimento degli obiettivi del sistema sanitario e per il miglioramento delle sue performance. In quest’ottica, abbiamo avviato un percorso di strutturazione delle gare orientato al valore: un approccio che consenta di valorizzare gli aspetti qualitativi all’interno delle procedure di gara, mantenendo al tempo stesso la capacit di accogliere e stimolare l’innovazione. L’obiettivo duplice: da un lato, recepire quanto di nuovo e utile il mercato in grado di offrire, dall’altro, tutelare il sistema sanitario da investimenti in soluzioni che si rivelino innovative solo sulla carta”, spiega Marco Pantera (Direttore Aria Lombardia).

Bankitalia: spread Btp-Bund (85 pb) calato ai minimi da 15 anni

Roma, 11 lug. (askanews) – Gli acquisti di titoli pubblici italiani da parte degli investitori esteri “si sono mantenuti cospicui” e nel corso del secondo trimestre il differenziale di rendimento rispetto ai titoli pubblici della Germania, il famigerato “spread” si è “contratto di 39 punti base, collocandosi a circa 85 punti base, sui valori più bassi degli ultimi 15 anni”. Lo rileva la Banca d’Italia nel suo ultimo Bollettino economico.

“In generale, la domanda di titoli di Stato dell’area dell’euro non ha risentito del quadro di grande incertezza internazionale. A differenza di quanto solitamente avveniva durante i periodi di turbolenza, i rendimenti sono scesi in Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, a fronte di un progressivo consolidamento dei rispettivi conti pubblici in una fase in cui in Germania si prevede invece un aumento della spesa”, spiega l’istituzione di Via Nazionale.

“Il rendimento dei titoli pubblici italiani sulla scadenza decennale è diminuito fortemente di 41 punti base, al 3,44 per cento, anche in virtù di valutazioni più favorevoli da parte di alcune agenzie di rating; quello del corrispondente titolo tedesco è rimasto sostanzialmente invariato. Il differenziale di rendimento tra i due titoli si è pertanto contratto di 39 punti base – si legge – collocandosi a circa 85 punti base, sui valori più bassi degli ultimi 15 anni; anche i differenziali di rendimento dei titoli dei principali paesi dell’area si sono ridotti, seppure in misura inferiore”.

Bankitalia rileva inoltre come la volatilità implicita nei contratti derivati sul titolo decennale italiano sia diminuita, mantenendosi su livelli contenuti nel confronto storico, e le condizioni di liquidità sono rimaste stabili.

Il Cremlino attacca la Conferenza di Roma: l’Europa incoraggia Kiev ad una guerra "fino all’ultimo ucraino"

Roma, 11 lug. (askanews) – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato i lavori in corso alla Conferenza di Roma per la ricostruzione dell’Ucraina, sottolineando che gli europei stanno ragionando su come finanziare Kiev affinché combatta “fino all’ultimo ucraino”. “Gli europei stanno discutendo diverse opzioni per il sostegno finanziario dell’Ucraina, per incoraggiarla a continuare la guerra a tutti i costi. Noi la chiamiamo guerra fino all’ultimo ucraino. E in realtà si pongono il compito di stanziare regolarmente questi fondi, parliamo di decine di miliardi di euro. Si tratta dei soldi dei contribuenti dei paesi europei”, ha detto Peskov ai giornalisti.

Un fervente sostenitore della “mobilitazione aggressiva dell’Europa” nei confronti della Russia, secondo Peskov, è il cancelliere tedesco Friedrich Merz. “Lo vediamo, lo comprendiamo, lo sappiamo e ne terremo conto nelle nostre azioni future”, ha concluso Peskov.

Bankitalia: la crescita frena, pesano consumi e investimenti

Roma, 11 lug. (askanews) – Secondo le valutazioni della Banca d’Italia, nel secondo trimestre la crescita economica ha mostrato un rallentamento nella Penisola. “Alla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie e della spesa per investimenti, che risentono del basso clima di fiducia e dell’elevata incertezza, si è associato l’indebolimento della domanda estera”, all’opposto “l’attività è aumentata sia nell’industria sia nei servizi”. Lo si legge sull’ultimo Bollettino economico.

Il Pil italiano è cresciuto nel primo trimestre dello 0,3 per cento rispetto al periodo precedente, grazie all’aumento di consumi e investimenti e, in misura minore, prosegue Bankitalia, della domanda statunitense. Dopo la prolungata riduzione iniziata nel 2022, sono emersi segnali positivi per l’attività manifatturiera, che rimane tuttavia esposta all’instabilità del contesto internazionale.

L’istituzione di Via Nazionale ricorda che in base alle previsioni che aveva aggiornato il mese scorso il Pil dovrebbe cresce dello 0,6 per cento nel corso del 2025 e di circa lo 0,8 nella media del biennio successivo. “Il quadro previsivo è soggetto a una significativa incertezza riconducibile in particolare all’evoluzione delle tensioni geopolitiche e commerciali”.

Bankitalia, crescita frena nel II trim, pesano consumi e investimenti

Roma, 11 lug. (askanews) – Secondo le valutazioni della Banca d’Italia, nel secondo trimestre la crescita economica ha mostrato un rallentamento nella Penisola. “Alla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie e della spesa per investimenti, che risentono del basso clima di fiducia e dell’elevata incertezza, si è associato l’indebolimento della domanda estera”, all’opposto “l’attività è aumentata sia nell’industria sia nei servizi”. Lo si legge sull’ultimo Bollettino economico.

Il Pil italiano è cresciuto nel primo trimestre dello 0,3 per cento rispetto al periodo precedente, grazie all’aumento di consumi e investimenti e, in misura minore, prosegue Bankitalia, della domanda statunitense. Dopo la prolungata riduzione iniziata nel 2022, sono emersi segnali positivi per l’attività manifatturiera, che rimane tuttavia esposta all’instabilità del contesto internazionale.

L’istituzione di Via Nazionale ricorda che in base alle previsioni che aveva aggiornato il mese scorso il Pil dovrebbe cresce dello 0,6 per cento nel corso del 2025 e di circa lo 0,8 nella media del biennio successivo. “Il quadro previsivo è soggetto a una significativa incertezza riconducibile in particolare all’evoluzione delle tensioni geopolitiche e commerciali”.

Bankitalia: se dazi Usa alti Cina devia 30 mld export su eurozona

Roma, 11 lug. (askanews) – Se alla fine i dazi commerciali degli Stati Uniti sulla Cina risultassero più elevati di quelli indicati lo scorso maggio, il gigante asiatico potrebbe deviare fino a 30 miliardi di euro di merci supplementari nell’area euro e questo potrebbe abbassare l’inflazione fino a 0,2 punti percentuali. È la previsione della Banca d’Italia contenuta in un riquadro di analisi del Bollettino economico.

“Secondo recenti stime – si legge – un aumento dei dazi statunitensi nei confronti della Cina di entità pari a quanto prefigurato a maggio potrebbe tradursi in un incremento delle esportazioni cinesi verso l’area di circa 10 miliardi di euro; i prezzi dei beni cinesi importati si ridurrebbero di circa il 2,5 per cento. I prezzi al consumo dei beni industriali non energetici nell’area scenderebbero di circa lo 0,3 per cento su un orizzonte di due anni”.

E su questa base “l’effetto finale sarebbe una riduzione dell’inflazione complessiva di circa 0,1 punti percentuali nel biennio”, dice Bankitalia.

Ma “qualora i dazi imposti dagli Stati Uniti fossero più elevati, in linea con quelli annunciati ad aprile, l’incremento delle importazioni cinesi potrebbe raggiungere i 30 miliardi – aggiunge l’analisi – e l’effetto al ribasso sull’indice complessivo dei prezzi sarebbe dello 0,2 per cento”.

Pallanuoto, il Setterosa debutta con vittoria ai Mondiali

Roma, 11 lug. (askanews) – Debutto vincente, con qualche sofferenza, del Setterosa di Carlo Silipo al Mondiale di Singapore. La Nazionale italiana di pallanuoto femminile ha battuto la Nuova Zelanda 14-9 con due tempi e mezzo giocati in sordina ed un tempo e mezzo con grinta e superiorità. “La tensione e la precipitazione in attacco, in avvio, hanno pesato. Ma poi ho visto una reazione da squadra compatta” osserva il c.t. Carlo Silipo ai microfoni della Rai dopo il 14-9 che rompe il ghiaccio. L’Italia parte con poca reattività, segna la prima rete dopo ben 10′ (Giustini, alla fine premiata come mvp), non riesce a servire degnamente i centroboa, si ritrova sotto 8-6 al 20′, quindi si scuote e ribalta il match: tre rigori consecutivi di Ranalli valgono il sorpasso, da lì in poi è un monologo fino al massimo vantaggio che fissa il punteggio. Chiudiamo in gloria con un break di 8-1 che la dice tutta. Considerando il rinnovamento in atto (appena cinque reduci dai Giochi di Parigi), le difficoltà negli automatismi sono da mettere in conto. Ma domenica, contro l’Australia argento olimpico, bisognerà fare molto di più per conquistare la vittoria.(Foto Giorgio Scala / DBM)

Petrolio, Aie: crescita domanda globale 2025 frena a minimi dal 2009

Roma, 11 lug. (askanews) – La crescita della domanda globale di petrolio si sta attenuando e per l’insieme del 2025 la previsione dell’Agenzia internazionale per l’energia – 700.000 barili al giorno in più – è la più contenuta dalla recessione del 2009, fatta eccezione per il 2020 colpito da blocchi alla produzione e restrizioni imposti dai governi a motivo del Covid.

Secondo l’Aie, la crescita della domanda globale di greggio si è praticamente dimezzata da 1,1 milioni di barili al giorno del primo trimestre a 550.000 barili al giorno nel secondo trimestre.

Nel suo ultimo rapporto sul petrolio, l’agenzia rileva che le crescenti tensioni geopolitiche forniscono una spinta opposta sui prezzi rispetto a quello che giudica “un mercato apparentemente in eccesso di offerta”.

L’Aie non si sbilancia a trarre conclusioni sul se questa attenuazione sia da attribuire alla partita sui dazi commerciali, ma nota “un particolare indebolimento dei consumi” nei paesi emergenti.

Peraltro, nello studio avverte come i prezzi dell’oro nero sembrino indicare un quadro dei mercati più tirato di quanto suggerirebbero i rapporti domanda-offerta.

Giorgetti: non guardiamo nazionalità banchieri, banche facciano loro parte

Milano, 11 lug. (askanews) – “Il Governo e il Mef hanno fatto la loro parte in questi anni e mi attenderei che le banche approfittino di questo quadro mutato e tornino a fare le banche, raccogliendo e tutelando il risparmio, e guadagnando sul classico marine di interesse. Per inciso, il governo non guarda alla nazionalità dei banchieri ma alla loro capacità di rispondere a questa funzione”. Le parole sono del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che questa mattina è intervenuto in videocollegamento all’assemblea annuale dell’Abi a Milano.

“Il rafforzamento delle banche italiane negli ultimi 15 anni non si è sempre tradotto in condizioni favorevoli del credito, ma al contrario nella contrazione dell’erogazione alle imprese”, ha aggiunto Giorgetti. “Negli ultimi 10 anni si è assistito a un progressivo e deciso rafforzamento del settore bancario italiano, reso possibile per una parte dall’azione sinergica di un percorso di interventi legislativi e dal sostegno pubblico – ha sottolineato -, ma l’economia non cresce grazie al risparmio in sé, ma per come e quanto viene raccolto e poi prestato e investito cosi da elevare il beneficio per l’intera economia italiana”.

Almasri, Ciriani: governo non scappa, in Parlamento appena possibile

Milano, 11 lug. (askanews) – “Sulla vicenda Almasri il governo non mai scappato dal confronto in Parlamento”, “da quando questa vicenda stata sollevata abbiamo riferito con il ministro Piantedosi, con il ministro Nordio”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine dell’evento Ecr in corso a Napoli.

“Quello di cui stiamo discutendo in queste ore, per, fa parte di un processo, una istruttoria, che il Tribunale dei ministri deve ancora completare. Quindi, come sempre, il governo riferir al Parlamento senza paura, senza dover nascondere nulla, come ovvio che sia, quando avr elementi utili per poter riferire. Appena sar possibile, appena avremo elementi interessanti da riferire al Parlamento, lo faremo come abbiamo fatto sempre anche in precedenza”, ha aggiunto.

Lorenzo Jovanotti, arriva in formato fisico "Jova! Live! Love!"

Roma, 11 lug. (askanews) – È disponibile in triplo vinile e doppio CD (per Island Records/Universal Music Italia) “Jova! Live! Love!”, la registrazione ufficiale dello show di Palajova, il tour da 54 date sold out, con 591.123 spettatori in tutta Italia, diventato una festa collettiva di musica, vita ed energia allo stato puro.

Un viaggio sonoro che attraversa i successi di sempre come L’Ombelico del Mondo, A Te, Penso Positivo, e i brani potentissimi dell’ultimo album Il Corpo Umanovol.1 – certificato disco d’Oro – come Un Mondo a Parte, Montecristo o Fuorionda. Nella tracklist anche la versione live di Occhi a Cuore, nato in studio con Dardust e che, insieme a Oceanica, ha contribuito a rendere Jova l’artista più ascoltato in radio nella Top 100 per la Week #27.

Oltre al videoclip ufficiale, Occhi a Cuore è disponibile anche in una speciale versione teaser live, girata on stage con le immagini catturate durante le ultime tappe di Palajova, dove Jovanotti, a sorpresa, ha spoilerato il brano scatenando l’ entusiasmo del pubblico.

Registrato notte dopo notte da Pino “Pinaxa” Pischetola, al mixer con Lorenzo per ogni tappa, “Jova! Live! Love!” cattura l’essenza del live con una qualità audio straordinaria: ogni voce, ogni battito del pubblico, ogni respiro del palco risplende in alta fedeltà. Palajova non è stato un semplice tour, ma uno spettacolo totale, dove ogni sera diventava unica. E da oggi, grazie a questa registrazione, è possibile riaccendere quella scintilla, ogni volta che si preme play.

Sul palco (e nel disco) accanto a Lorenzo, una band strepitosa: Saturnino al basso, compagno di viaggio insostituibile; Christian “Noochie” Rigano alle tastiere e alla programmazione; Adriano Viterbini alla chitarra; Franco Santarnecchi al piano; Leo Di Angilla e Kalifa Kone alle percussioni; Carmine “B-Dog” Landolfi alla batteria. La sezione fiati è guidata da Gianluca Petrella al trombone, con Camilla Rolando alla tromba e Sophia Tomelleri al sax. A completare l’ensemble, le voci di Micol Touadi, Jennifer Vargas e Morris Pradella, anche alla seconda chitarra. Un ensemble che ha dato corpo a uno show travolgente, capace di fondere groove, poesia e puro godimento.

Inoltre è in arrivo un nuovo appuntamento live inedito: un bike concert esclusivo ai Laghi di Fusine per il No Borders Music Festival. Solo 5.000 spettatori in bicicletta per lo show che ha visto i biglietti esaurirsi in soli 34 minuti. Un live pomeridiano, in un contesto che unisce musica, movimento e spirito d’avventura: una nuova visione del concerto dal vivo, nel segno di quella libertà creativa che Lorenzo continua a inseguire e a reinventare.

Cinema, al via le riprese di "Cena di Classe" di Francesco Mandelli

Roma, 11 lug. (askanews) – Sono iniziate a Milano le riprese di “Cena di Classe”, la nuova commedia diretta da Francesco Mandelli, che firma anche la sceneggiatura insieme a Roberto Lipari, Andrea Pisani, Tiziana Martini e Ignazio Rosato.

Il soggetto è tratto dall’omonimo brano de I Pinguini Tattici Nucleari, e firmato da Roberto Lipari, Andrea Pisani, Ignazio Rosato e Riccardo Zanotti. Il film è prodotto da Roadmovie in associazione con Medusa Film e sarà ambientato interamente nel capoluogo lombardo.

“Cena di Classe”, in arrivo nelle sale nel 2026, è una commedia corale, irriverente e generazionale che racconta con ironia e tenerezza cosa succede quando il passato bussa alla porta… e non puoi fare finta di non essere in casa.

Nel cast Beatrice Arnera, Herbert Ballerina, Ninni Bruschetta, Giordano De Plano, Giovanni Esposito, Roberto Lipari, Giulia Melillo, Nicola Nocella, Andrea Pisani, Francesco Russo, Federico Russo, Giulia Vecchio, Debora Villa, Annandrea Vitrano.

Un gruppo di ex compagni di liceo si ritrova dopo diciassette anni per il funerale di un vecchio amico. Complice l’alcol e un vecchio video dimenticato, entrano nottetempo nella loro vecchia scuola per rivivere la magia di quell’età. Ma una semplice rimpatriata si trasforma presto in un’avventura da codice penale.

L’Onu: 798 palestinesi uccisi ai punti di distribuzione aiuti nella Striscia di Gaza

Roma, 11 lug. (askanews) – È di almeno 798 morti palestinesi il bilancio provvisorio delle vittime del fuoco israeliano ai punti di distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza: lo ha reso noto l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

“Fino al 7 luglio abbiamo registrato 798 omicidi, di cui 615 nelle vicinanze dei siti della Gaza Humanitarian Foundation e 183 presumibilmente lungo il percorso dei convogli di aiuti”, ha spiegato in conferenza stampa a Ginevra la portavoce dell’ufficio, Ravina Shamdasani.

Omicidio di Villa Pamphili, Kaufmann estradato a Roma dalla Grecia

Milano, 11 lug. (askanews) – Francis Kaufmann, l’americano di 46 anni indagato per l’omicidio di Villa Pamphili, è arrivato a Roma dalla Grecia, da dove è stato estradato dalle autorità elleniche, in seguito al fermo per mandato di arresto europeo. Il 7 giugno scorso la figlia era stata trovata senza vita accanto al cadavere della madre in un’area del parco romano. La donna si chiamava Anastasia Trofimova, nata a Omsk, nella Federazione Russa, il 21 settembre 1996, aveva meno di 29 anni. Risulta entrata a Malta nel settembre 2023. Nell’ambasciata statunitense a Malta era stata avviata la pratica di registrazione della bambina con il nominativo di Andromeda Ford, nata a Malta il 14 giugno 2024.

Roma, torna "Notti di Cinema a Piazza Vittorio", al via edizione XXV

Roma, 11 lug. (askanews) – Riapre l’arena cinematografica di Piazza Vittorio, uno dei luoghi più amati e simbolici dell’Estate Romana. Domani, 12 luglio, prenderà ufficialmente il via la XXV edizione di “Notti di Cinema a Piazza Vittorio”, manifestazione organizzata da ANEC Lazio (Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici del Lazio), con il contributo di Arsial e Camera di Commercio di Roma ed il sostegno di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura ed ACEA – che si protrarrà fino al 14 settembre, celebrando un quarto di secolo di cinema, cultura e integrazione nel cuore dell’Esquilino.

La rinascita dell’arena segna non solo la ripresa di una programmazione culturale di altissimo livello, ma anche la restituzione alla città di un luogo storico di aggregazione, scambio e coesione sociale, che fin dagli anni ’30 è crocevia di popoli, visioni e storie. Piazza Vittorio, con la sua unicità urbana e multiculturale, torna ad essere lo spazio aperto dove il grande schermo unisce, crea relazioni, stimola il pensiero.

Nonostante l’assenza di finanziamenti comunali per questa edizione, l’ANEC Lazio ha ritenuto doveroso fare uno sforzo straordinario per garantire la continuità della manifestazione: “Non potevamo permettere che, proprio nell’anno del venticinquesimo anniversario, l’arena di Piazza Vittorio non venisse riaperta – ha dichiarato Leandro Pesci, presidente di ANEC Lazio – I cittadini ci hanno fatto sentire, con affetto e insistenza, quanto questo appuntamento sia atteso e irrinunciabile. L’ANEC ha deciso di fare la sua parte: la cultura popolare di qualità non può fermarsi. Piazza Vittorio è più di una piazza, è un luogo simbolico che racconta la Roma dell’incontro, dell’inclusione, della bellezza condivisa”.

La formula resta la stessa: una selezione dei migliori film della stagione proiettati ogni sera alle 21:30, con tantissimi ospiti d’eccezione che introdurranno le proiezioni o dialogheranno col pubblico a fine film. La curatela degli incontri è affidata, come sempre, a Franco Montini.

Luglio si apre con una parata di ospiti che accompagneranno le proiezioni serali dell’arena di Piazza Vittorio. Si comincia il 12 luglio con Michele Placido, seguito il 14 luglio da Antonio Piazza e Fabio Grassadonia. Il 15 luglio sarà la volta di Ferzan Özpetek, mentre il 16 luglio salirà sul palco Roberto Andò. La settimana successiva vedrà protagonisti Paolo Genovese il 21 luglio e Fabrizio Gifuni il 22 luglio. Il 23 luglio sarà ospite Alessandro Tonda, seguito da Eleonora Danco il 24 luglio, e Valerio Mastandrea il 25 luglio. Chiuderanno il mese Ivano De Matteo il 28 luglio, i Manetti Bros. il 29 luglio e Alba Rohrwacher il 31 luglio.

Tutti i film italiani ed europei sono proposti al prezzo popolare di 3,50 euro, grazie all’iniziativa “Cinema Revolution” promossa dal Ministero della Cultura. È inoltre attivo il carnet “Vivispettacolo”: 10 ingressi a 40 euro utilizzabili anche nelle altre arene ANEC di Roma (Cinevillage Talenti, Villa Bonelli, Villa Lazzaroni).

Sempre più accessibile anche per il pubblico con disabilità sensoriali: alcune proiezioni saranno fruibili con il sistema Movie Reading, che consente la visione con sottotitoli per audiolesi e audiodescrizioni per non vedenti, tramite app dedicata. Tornano anche gli appuntamenti culturali collaterali, grazie alla collaborazione con Associazione Piazza Vittorio APS: tra questi il Premio Porta Magica, col quale ogni anno la Libreria Rotondi premia autori che si sono distinti per l’originalità e il valore delle loro ricerche e hanno saputo guidare i lettori in un percorso di consapevolezza e crescita culturale, in grado di stimolare mente, anima e coscienza verso nuove forme di pensiero e comprensione. Nel 2025 il tema del premio è “Visioni” e il 13 luglio Igor Sibaldi aprirà la rassegna poi ogni giovedì saranno ospitati grandi nomi del pensiero contemporaneo (tra gli ospiti: Alessandro Orlandi, Lidia Fassio, Marianna Massimello, Carlo Bozzelli, Angelo Tonelli, Michela Pereira).

Inoltre, gli incontri bisettimanali di Esquilino Poesia, curati da Angelo de Florio, che vedranno inaugurare la rassegna “Porta Magica Festival” il 19 luglio con una festa cittadina, in una serata simbolica che intreccia memoria, identità e affetto popolare. Sempre in collaborazione con Associazione Piazza Vittorio APS si svolgerà la serata speciale del 30 luglio, con la proiezione di La città proibita di Gabriele Mainetti, film girato proprio nel Rione Esquilino, che sarà un omaggio ai 25 anni di attività dell’arena.

Si rinnovano anche le danze folkloriche in piazza con “Le danze di Piazza Vittorio”, mentre a settembre torna FLAG – Festival della Letteratura, della Poesia, del Cinema, del Teatro e dei Media Arcobaleno, giunto alla sua sesta edizione: il più importante appuntamento LGBTQIA+ multimediale della Capitale, rivolto a giovani e cittadinanza tutta.

Meloni: il Sud non è più fanalino di coda, ma locomotiva del rilancio

Napoli, 11 lug. (askanews) – “Il Mezzogiorno può essere il volano dell’economia nazionale e lo sta dimostrando negli ultimi anni con tassi di crescita sia economica che occupazionale superiori alla media nazionale, un Sud che non è più il fanalino di coda, ma che si sta affermando come locomotiva del rilancio di questa nazione, dinamico, ambizioso, attrattivo di investimenti”. A dirlo la premier Giorgia Meloni, in un video messaggio all’assemblea pubblica degli Industriali a Napoli.

“Questo governo – ha aggiunto – ha scelto di sostenere il protagonismo del Sud, disegnando una visione di lungo periodo, lavorando per creare un ambiente più possibile favorevole alle imprese, costruendo gli strumenti più efficaci per dare a quelle imprese e ai cittadini del Mezzogiorno la possibilità concreta di dimostrare il loro valore”.

Schlein: dazi al 10% un disastro, Meloni minimizza per l’amico Trump

Roma, 11 lug. (askanews) – “C’è enorme preoccupazione, perché al di là di quanto Meloni minimizzi per non urtare la sensibilità di Trump, i dazi sarebbero un danno disastroso per la nostra economia, un’economia fortemente vocata all’export. Lei aveva detto negli scorsi giorni che se si fermassero al 10% non sarebbe così grave, ma è la stessa Confindustria a dire che i dazi anche soltanto al 10 vorrebbero dire 20 miliardi di export in meno nel 2026 e il rischio di perdere 118mila posti di lavoro. Quindi non ci possiamo permettere che per le sue amicizie politiche Giorgia Meloni sottovaluti questo impatto: il Governo sostenga fortemente il negoziato europeo da parte dell’Unione europea e cerchiamo di evitare questa guerra commerciale così dannosa”. Lo ha detto la segretaria dem Elly Schlein, arrivando al Forum Industria del Pd.

Ma “più ancora della tariffa, il danno lo fa l’incertezza. E questo signore che oggi governa gli Stati Uniti è un signore che via tweet si permette di generare, da quando si è insediato, otto mesi di incertezza”, ha detto la segretaria dem Elly Schlein, sottolineando che sono giorni “in cui queste questioni sono di fortissima attualità nonostante il governo cerchi in ogni modo di coprirle. Avete letto tutti che Trump avrebbe annunciato che arriverà una lettera sui dazi anche per l’Ue. Bisogna sventare una guerra commerciale che il nostro paese pagherebbe più cara di altri”, ha aggiunto la segretaria.

“Mi appello al governo affinché faccia ogni sforzo di supporto al negoziato che sta conducendo l’Unione europea per evitare questa guerra commerciale”, ha esortato.

Il massacro di Srebrenica, trent’anni dall’ultimo genocidio europeo

Roma, 11 lug. (askanews) – A tre decenni dal peggiore genocidio della storia recente, l’Europa ricorda il massacro di Srebrenica in un contesto internazionale ancor più difficile – che non fa che aggravare lo sbiadirsi del ricordo di un evento che i responsabili ancora oggi tentano in ogni modo di far scomparire dalla memoria collettiva del continente attraverso il silenzio.

Ma a partire dall’11 luglio del 1995, nel giro di pochi giorni furono oltre ottomila le vittime di un massacro perpetrato dalle forze serbo-bosniache e che aveva come obiettivo la pulizia etnica della comunità bosniaca musulmana – in un luogo che, presumibilmente, avrebbe dovuto essere sotto la protezione militare del contingente olandese delle Nazioni Unite.

Nei tre anni di guerra precedenti altre migliaia di bosniaci musulmani erano stati assassinati, ma l’entità – e la velocità -del massacro di Srebrenica spinsero finalmente la comunità internazionale ad agire con decisione per porre fine al conflitto. Come ricorda il quotidiano britannico The Guardian, le uccisioni di massa in questa regione della Bosnia avvenero infatti in due ondate principali, la prima nel 1992 sotto forma di una rapida serie di attacchi a sorpresa coordinati contro villaggi e città musulmane.

I sopravvissuti a quei massacri si rifugiarono a Srebrenica, un’antica città mineraria, dichiarata “zona sicura” protetta dalle Nazioni Unite nell’aprile del 1993. Ma i Caschi Blu non intervennero – in quella che è probabilmente la pagina più vergognosa della storia delle forze armate olandesi – e nessuno fu in grado di fermare il genocidio.

Oggi restano le fosse comuni, che continuano ad essere scavate e a restituire vittime: fosse disseminate in altre zone più o meno vicine dalle stesse forze serbe, che cercarono fin dal primo momento di insabbiare l’accaduto rendendo il processo di ricerca a identificazione ancor più difficile.

Morto a 88 anni il critico, saggista e attivista Goffredo Fofi

Milano, 11 lug. (askanews) – È morto all’età di 88 anni Goffredo Fofi, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale italiano, oltre che saggista e attivista. Era nato a Gubbio nel 1937 e aveva dedicato il suo impegno intellettuale alla realizzazione di una rete alternativa alla cultura del consumismo e dell’omologazione culturale.

“Con la sua attività di animatore e organizzatore di cultura, Goffredo Fofi ha saputo incidere come pochi altri sul dibattito italiano contemporaneo, ponendo questioni di grande interesse attraverso un approccio produttivo di nuovi significati. Il suo genuino coinvolgimento nei temi del meridionalismo, il suo confronto con il pensiero di Gaetano Salvemini e Manlio Rossi-Doria, la sua capacità di rivalutare e rileggere espressioni popolari come cultura alta, hanno aperto inediti percorsi intellettuali. Ricordando la sua opera voglio esprimere ai suoi familiari le mie condoglianze, e la vicinanza mia e del Ministero della Cultura”. Così in una nota il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.

“Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Goffredo Fofi, figura di straordinaria levatura intellettuale e morale, protagonista della vita culturale e sociale italiana. Con lui perdiamo una voce libera, coerente, allergica a ogni conformismo, capace di attraversare con lucidità e passione il nostro tempo, sempre dalla parte degli ultimi, degli esclusi. Fofi è stato un instancabile animatore del dibattito pubblico ed è stato un punto di riferimento per intere generazioni. La sua indipendenza resta l’eredità più preziosa. Alla sua famiglia, agli amici, a chi ha condiviso con lui percorsi di pensiero e azione, va la mia vicinanza più sentita”. A dichiararlo è Cecilia D’Elia, senatrice del Partito Democratico, capogruppo Pd in Commissione Cultura.

“Con la scomparsa di Goffredo Fofi perdiamo una delle voci più lucide, radicali e controcorrente della cultura italiana. Intellettuale militante, ha attraversato il secondo Novecento con lo sguardo degli ultimi e degli esclusi, opponendosi all’omologazione culturale e al pensiero dominante. Ha vissuto la cultura come strumento di impegno civile e trasformazione, costruendo reti alternative al consumismo e dando voce a chi non ne aveva. Indimenticabile il suo contributo alla rivalutazione di Totò, con il saggio Totò. L’uomo e la maschera, scritto con Franca Faldini nel 1968, che contribuì a restituire al grande attore il posto che merita nella storia del cinema italiano. Tra le sue opere più recenti, voglio ricordare Ciò che era giusto – eredità e memoria di Alexander Langer , frutto di una profonda amicizia che lo legava a Langer fin dagli anni ’60. In questo libro, Fofi ne ripercorre il pensiero e la vita: l’attivismo nonviolento, la difesa della convivenza tra i popoli, l’ambientalismo anticipatore. A Goffredo Fofi dobbiamo molto. Le sue idee restano un patrimonio prezioso di libertà, giustizia e verità”, così in una nota Angelo Bonelli parlamentare di AVS e leader dei verdi.

Sud, Meloni: non è più fanalino di coda, ma locomotiva rilancio

Napoli, 11 lug. (askanews) – “Il Mezzogiorno può essere il volano dell’economia nazionale e lo sta dimostrando negli ultimi anni con tassi di crescita sia economica che occupazionale superiori alla media nazionale, un Sud che non è più il fanalino di coda, ma che si sta affermando come locomotiva del rilancio di questa nazione, dinamico, ambizioso, attrattivo di investimenti”. A dirlo la premier Giorgia Meloni, in un video messaggio all’assemblea pubblica degli Industriali a Napoli.

“Questo governo – ha aggiunto – ha scelto di sostenere il protagonismo del Sud, disegnando una visione di lungo periodo, lavorando per creare un ambiente più possibile favorevole alle imprese, costruendo gli strumenti più efficaci per dare a quelle imprese e ai cittadini del Mezzogiorno la possibilità concreta di dimostrare il loro valore”.

Trump invia armi all’Ucraina (tramite Nato) e annuncia: "Lunedì importante dichiarazione sulla Russia"

Roma, 11 lug. (askanews) – “Sono deluso dalla Russia, ma vedremo cosa succederà nelle prossime settimane. Credo che lunedì farò una dichiarazione importante sulla Russia”: lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, intervistato dalla Nbc.

Trump non ha rilasciato ulteriori dettagli sul contenuto della dichiarazione, aggiungendo di voler fare “una piccola sorpresa”.

Trump, inoltre, ha detto che gli Usa stanno di nuovo inviando armi all’Ucraina ma tramite la Nato, e sarà la Nato a pagare le armi statunitensi che l’Alleanza fornirà successivamente all’Ucraina: “Stiamo inviando armi alla Nato, e la Nato sta pagando per quelle armi, al 100%. Quindi quello che stiamo facendo è che le armi che vengono inviate vanno alla Nato, che poi le darà (all’Ucraina), e la Nato sta pagando per quelle armi”, ha concluso.

Il sito di Axios, citando fonti dell’Amministrazione Trump, ha anche rivelato che gli Stati Uniti potrebbero fornire all’Ucraina tramite la Nato armi non solo difensive ma anche offensive.

Sud, Meloni: c’è ancora tanto da fare, ma la direzione è cambiata

Napoli, 11 lug. (askanews) – “C’è ancora tantissimo lavoro da fare, i problemi da risolvere rimangono ancora molti, però, possiamo dire con orgoglio che la direzione è cambiata, che c’è ora la possibilità concreta di incidere davvero sul presente e sul futuro del Sud programmando e cadenzando gli interventi”. A dirlo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio inviato all’assemblea pubblica degli Industriali di Napoli.

“E’ una rivoluzione che vogliamo portare avanti, ovviamente insieme a voi, non potremmo fare altrimenti, insieme a chi ogni giorno si rimbocca le maniche, che scommette sul Sud, sul suo straordinario valore, sul potenziale che può liberare. Quindi, grazie per il lavoro che abbiamo fatto fin qui insieme ma soprattutto per il lavoro che faremo insieme da oggi poi”, ha aggiunto la premier.

Conte: Italia rischia, governo non ha idee per imprese e lavoro

Roma, 11 lug. (askanews) – “Mentre si piazzano ai vertici di tutto figli, parenti, amichetti e qualche trombettiere di Governo propone addirittura il premio Nobel per l’economia per Meloni – che in Parlamento ha dimostrato di non sapere nemmeno come funzionino i titoli di Stato – nel mondo reale l’Italia rischia grosso: stipendi a picco rispetto al 2021, tre anni di azzeramento della crescita del Pil, 29 mesi su 31 di crollo industriale per molti settori, eccetto il segmento “armi e munizioni” baciato dal Riarmo. Non c’è uno straccio di idea per le aziende e i lavoratori, il Governo sa solo dire no alle tante proposte del M5S che servirebbero a molti, per dire sì a quel che servono solo a loro e ai soliti noti”. Lo scrive su Facebook il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte.

“Dicono no – prosegue – alle nostre proposte per incidere sul costo delle bollette che mettono in ginocchio le imprese, tassando gli extraprofitti di chi fa incassi extra sui costi dell’energia. Dicono sì ad acquisti di gas americano che costa di più a cittadini e aziende. Dicono no alle nostre proposte per salario minimo e settimana corta per aumentare la produttività. Dicono sì all’aumento degli stipendi per i ministri e sottosegretari. Dicono no alle nostre proposte di taglio delle tasse al ceto medio finanziate dall’aumento delle tasse ai colossi del web. Dicono sì agli sconti per i giganti statunitensi di internet che non pagheranno nemmeno più le briciole. E oltre a dire no, distruggono a suon di burocrazia e meccanismi dannosi misure dei miei Governi che funzionavano per incentivare innovazione, crescita e quindi assunzioni nelle imprese come Transizione 4.0. Non sanno neanche copiare. Non sanno neanche ascoltare. Vanno fermati”, conclude Conte.

Dazi, Schlein: governo faccia ogni sforzo, sventare guerra commerciale

Roma, 11 lug. (askanews) – “Più ancora della tariffa, il danno lo fa l’incertezza. E questo signore che oggi governa gli Stati Uniti è un signore che via tweet si permette di generare, da quando si è insediato, otto mesi di incertezza”. Lo ha detto la segretaria dem Elly Schlein, intervenendo al Forum Industria del Pd.

Sono giorni “in cui queste questioni sono di fortissima attualità nonostante il governo cerchi in ogni modo di coprirle. Avete letto tutti che Trump avrebbe annunciato che arriverà una lettera sui dazi anche per l’Ue. Bisogna sventare una guerra commerciale che il nostro paese pagherebbe più cara di altri”, ha aggiunto la segretaria.

“Mi appello al governo affinché faccia ogni sforzo di supporto al negoziato che sta conducendo l’Unione europea per evitare questa guerra commerciale”, ha esortato.

Abi, Patuelli: disinnescare guerra dazi o c’è rischio di una recessione

Milano, 11 lug. (askanews) – “Se si sviluppassero guerre commerciali, i mercati ne soffrirebbero, aumenterebbero le incertezze per le imprese, i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente e le banche ne subirebbero gli effetti. Si rischierebbe una nuova recessione”. Lo ha dichiarato il presidente di Abi, Antonio Patuelli, nel corso del suo intervento all’assemblea dell’Abi.

“Occorre disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato”. Ma, ha proseguito Patuelli, “non basta cercare di evitare nuovi dazi: occorre più dinamismo, semplificando, non abolendo le norme europee e italiane”.

“Occorre riesaminare i fattori economici per favorire più cospicui e stabili investimenti produttivi del risparmio e degli utili delle imprese – ha aggiunto – Concordiamo col presidente di Confindustria Orsini: o viene potenziata l’Ires premiale, o viene ripristinata l’Ace per patrimonializzare e incrementare gli investimenti delle imprese”.

Panetta: Europa inizia a beneficiare di diversificazione dal dollaro



Roma, 11 lug. (askanews) – Il sistema finanziario internazionale “sta attraversando una fase di profondo cambiamento. In un contesto in cui cresce l’incertezza sul ruolo degli Stati Uniti nell’economia mondiale, gli investitori sono alla ricerca di alternative al dollaro e ai mercati americani, avviando, seppur gradualmente, un parziale riorientamento dei portafogli globali”. E in questo quadro “segnali recenti indicano che l’Europa sta iniziando a beneficiare della crescente diversificazione: sono aumentate sia la raccolta dei fondi esteri specializzati in azioni europee, sia la domanda di attività a basso rischio denominate in euro. Questi movimenti restano tuttavia limitati”.

Queste opportunità “potranno essere colte solo rilanciando con determinazione il progetto di integrazione, completando il mercato unico e adottando politiche comuni per l’innovazione, la produttività, la crescita”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’assemblea annuale dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) a Milano.

Per questo “è essenziale rafforzare l’architettura finanziaria dell’Unione, creando le condizioni per attrarre e trattenere capitali. Significa superare l’attuale frammentazione del sistema finanziario, completare l’Unione dei mercati dei capitali e offrire agli investitori un titolo comune privo di rischio”, ha detto.

“È una sfida istituzionale e politica, ma anche l’occasione per ridurre la dipendenza da circuiti esterni – ha detto Panetta – e valorizzare il potenziale dell’economia europea”.

Bce, Panetta: questione chiave è se sia adeguato livello tassi al 2%

Roma, 11 lug. (askanews) – Nell’area euro “l’inflazione è tornata in linea con l’obiettivo del 2 per cento” della Bce, consentendo al Consiglio direttivo di ridurre il tasso di riferimento otto volte, portandolo al 2 per cento. “La questione centrale è ora se l’attuale livello dei tassi sia adeguato a mantenere l’inflazione in prossimità dell’obiettivo, evitando scostamenti persistenti in entrambe le direzioni”, ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’assemblea annuale dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) a Milano.

Con il ripristino della stabilità dei prezzi e la disponibilità “di un ampio spazio di manovra”, la Bce è “in una posizione favorevole per valutare attentamente le sue prossime mosse”. Ma “se i rischi al ribasso sulla crescita dovessero rafforzare le tendenze disinflazionistiche, sarà opportuno proseguire nell’allentamento monetario”, ha avvertito.

Come tutti i governatori di banche centrali nazionali dei Paesi che adottano l’euro, Panetta siede nel Consiglio Bce. “Nei prossimi mesi – ha rimarcato – la politica monetaria dovrà restare improntata a flessibilità e pragmatismo. Il quadro resta esposto a molteplici rischi. In questo contesto, sarà fondamentale continuare a valutare di volta in volta le prospettive e i rischi per la stabilità dei prezzi”.

Almasri, Schlein: Nordio ha mentito, non può rimanere un minuto di più

Roma, 11 lug. (askanews) – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio “non può rimanere un minuto di più”, è “un ministro che ha mentito al Parlamento, e quindi ha mentito al Paese, e la prima a dover chiedere le sue dimissioni nell’interesse della dignità di queste istituzioni è proprio la presidente del Consiglio Meloni”. Lo ha detto la segretaria dem Elly Schlein, arrivando al Forum Industria del Pd.

“Il ministro Nordio direbbe qualunque cosa in questo momento pur di evitare di assumersi le proprie responsabilità. Sono emersi dei fatti gravissimi in questi giorni, il ministro ha mentito in aula perché è emerso che il ministero sapesse da poco dopo l’arresto del criminale Almasri, su cui pende un mandato di arresto della Cpi e quindi poteva evitare che fosse liberato e che su iniziativa del governo fosse rimandato in Libia con un volo di Stato per continuare a torturare”, ha detto Schlein.

“Si tratta di un torturatore accusato di stupro anche di bambini, la cosa è gravissima: in questi stessi giorni la Libia ha chiesto ad Almasri di comparire, e invece l’Italia ha permesso che un criminale di questo tipo fosse liberato e rimandato in casa”, ha concluso.

Mattarella: su genocidio Srebrenica responsabilità collettiva

Roma, 11 lug. (askanews) – Sul genocidio di Srebrenica esiste una responsabilità collettiva. Lo dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 30° anniversario del genocidio di Srebrenica.

“Commemoriamo oggi il trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica. Una tragedia che, a dispetto delle migliori speranze, fu emblematica degli orrori indicibili in cui poteva sprofondare nuovamente l’Europa, sulla scorta di azioni che riprendevano l’orrendo vessillo della ‘pulizia etnica’ sotto il pretesto di affermazioni nazionalistiche, in un’area – i Balcani – caratterizzata da sempre dall’essere crogiolo di incontro e convivenza tra i popoli e le culture”.

“Gli anni trascorsi da quella terribile strage non attenuano l’urlo di dolore delle vittime, che continua a risuonare attraverso le testimonianze dei familiari che sono loro sopravvissuti – ricorda il capo dello Stato -. La coscienza della comunità internazionale non è uscita indenne da quegli eventi che hanno lasciato in eredità la consapevolezza che esiste una responsabilità collettiva, che invoca l’intervento e la condanna dei popoli”.

La Voce del Popolo | Nuove regole da scrivere per fare l’Europa

Nell’europeismo dei nostri padri c’era una grande intuizione geopolitica. Ma forse c’era anche qualcosa di troppo didascalico, quasi rituale. Le vecchie generazioni, almeno da un certo momento in poi, sapevano che quella scelta era obbligata. E dunque si finiva per ripetere le sue parole d’ordine con convinzione, ma anche con una certa facilità. L’Europa appariva all’epoca come un destino a cui si doveva adempiere con diligenza, senza troppa fantasia.

A quei tempi, fu un cammino glorioso. Ma forse non così impervio. Le nuove generazioni si affacciano oggi su tutt’altro panorama. L’atlantismo non c’è quasi più. E la costruzione europea è diventata ormai un’architettura troppo complessa, segnata da troppe crepe, accompagnata da un senso di fragilità. L’allargamento a est non è stato il pranzo di gala che si pensava alla vigilia. E i grandi conflitti geopolitici che squassano il pianeta hanno finito a poco a poco per riverberarsi dentro le strutture portanti dell’Unione.

Per questo oggi le nuove generazioni hanno un compito ben più difficile, pari a quello a cui furono capaci di adempiere i grandi architetti politici del nostro immediato dopoguerra. Esse non possono più amministrare l’esistente. Debbono provvedere a nuove regole. E debbono farlo in nome di ideali politici animati da una qualche forma di grandezza.

La nuova dimensione europea torna ad essere quella del rischio. Poiché appunto tutto il sistema globale attraversa una fase di grandissima turbolenza. E immaginare di affrontare quella turbolenza affidandosi al tran tran di sempre renderebbe quel rischio quasi fatale.

Fonte: La Voce del Popolo – 10 luglio 2025

Articolo qui riproposto per gentile concessione dell’autore e del direttore del settimanale della diocesi di Brescia.

Accordo franco-britannico sul nucleare. Europa più forte?

Al termine della Conferenza dei Volenterosi sull’Ucraina, ospitata a Londra, il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato un’intesa “storica e importante” con la Francia sul coordinamento delle rispettive capacità nucleari. Si tratta della Northwood Declaration, un documento con cui Londra e Parigi – uniche potenze nucleari dell’Europa continentale – si impegnano a rispondere congiuntamente a qualsiasi “minaccia estrema” contro la sicurezza del continente.

Unintesa a due per difendere il continente

Starmer ha dichiarato che la cooperazione nucleare “sostiene l’Europa e la Nato”, ma ha anche rilanciato un appello affinché il continente faccia di più per la propria difesa collettiva. “Non si tratta solo di aumentare i finanziamenti”, ha detto, “ma di rafforzare la cooperazione e il coordinamento, come stiamo facendo sul piano nucleare”.

Il significato dell’accordo va ben oltre la logica militare. Londra e Parigi riaffermano la centralità della dissuasione strategica in un contesto segnato dal ritorno dei nazionalismi e dalla guerra in Ucraina. La Russia resta la principale potenza atomica del mondo, ma l’intesa tra Regno Unito e Francia rappresenta un segnale chiaro: l’Europa intende contare su se stessa.

Un coordinamento senza cessione di sovranità

È un passo inedito, anche perché la Francia – storicamente gelosa della propria force de frappe autonoma – accetta ora una forma di supervisione comune, pur senza cedere la propria indipendenza operativa. Cuore dell’accordo è la creazione di un Nuclear Steering Group bilaterale, incaricato di guidare la cooperazione politica e militare nel settore.

Le due nazioni si impegnano a intensificare le esercitazioni congiunte, armonizzare le posture strategiche e valutare insieme l’evoluzione tecnologica delle rispettive forze, inclusi i sistemi missilistici a lungo raggio e le applicazioni di intelligenza artificiale.

Non solo deterrenza: un asse più ampio

Il vertice di Londra non ha riguardato solo il nucleare. Starmer e Macron hanno rilanciato l’asse strategico tra Londra e Parigi anche sul fronte della difesa convenzionale, dello sviluppo di tecnologie antidrone, della cooperazione spaziale e della sicurezza energetica. C’è perfino un’intesa-pilota sull’immigrazione, che prevede una sorta di meccanismo “uno dentro, uno fuori”, per gestire in modo condiviso le richieste d’asilo.

Simboli e realtà di una nuova alleanza

In tutto questo, il patto nucleare acquista un valore altamente simbolico. A otto anni dalla Brexit, il Regno Unito rientra di fatto nella cabina di regia europea della sicurezza. Al tempo stesso, la Francia riconosce che la sua leadership continentale ha bisogno di solide alleanze. Insieme, i due Paesi vogliono rafforzare la credibilità strategica dell’Europa, in un’epoca in cui l’ombrello americano potrebbe non essere più garantito.

“La nostra responsabilità è storica”, ha detto Macron. “Siamo più forti insieme”. Con questa dichiarazione, i due leader riaprono il cantiere dell’autonomia strategica europea, partendo dal punto più alto – la deterrenza nucleare – per ricostruire una fiducia politica oggi più che mai necessaria.

UnEuropa che fa da semplice scenario?

Eppure, una domanda resta inevasa: può esserci un autentico rafforzamento europeo se l’Europa resta ai margini dell’intesa, mero contesto geografico e non soggetto politico-istituzionale? A chi spetta, in concreto, l’interpretazione e l’assunzione politica di questa svolta strategica?

Trump, Putin e il turpiloquio

A staggione e le uscite fuori dal seminato

A Napoli l’estate ha un modo tutto suo particolare di essere battezzata. È chiamata “’a staggione” e, quando è il suo tempo, con il caldo che l’accompagna, si tende ad andare fuori dal consueto. Sarà colpa del sole che appanna i pensieri con il suo getto di luce.

Dalle parti della Rai e dalle altre emittenti televisive sarà corso il panico, comitati di redazioni e funzionari tutti impegnati a risolvere come mandare in onda la notizia. Con la censura di un’epoca passata, la questione sarebbe stata obbligatoriamente ammorbidita nelle forme tali da non suscitare alcuno scandalo, e la cosa si sarebbe messa a posto facilmente.

Quando il telegiornale si arrampica sugli specchi

Oggi evidentemente è rimasto ancora quel minimo di pudore per cui sono ammesse parolacce nei film o durante i talk show, mentre i telegiornali resistono all’uso che sembra ormai corrente. Neppure, però, si può tradire lo spirito pieno dell’espressione, stemperando la notizia fino a svuotarla della sua forza.

Trump ha dichiarato che Putin, a parer suo, dice solo “stron…..te” e sarà successo il finimondo. Ma non tanto al Cremlino, che sa dare peso maggiore o minore a quanto viene imputato al suo leader. Lo sconquasso sarà avvenuto per certo dalle parti nostre. L’espressione è stata riportata nuda e cruda sulla carta stampata, e quel che è scritto non è suscettibile di cancellazioni.

 

Le bugie dolcificate

Trump è di schietta schiatta e dice in modo diretto quello che gli passa per la testa. È un antesignano di un nuovo stile di comunicazione diplomatica che ha messo in crisi gli autori dei testi televisivi. Il problema è stato come non smentire la carta stampata e come passare la notizia via video senza suscitare scandalo, non rinunciando alla coerenza dell’informazione e alla verità dei fatti.

Il turpiloquio è un parlare che deforma le lettere fino a dare loro una forma di bruttezza e di sconcia ripugnanza, le ingobbisce fino ad alterarne le sembianze. I diversi telegiornali hanno allora ripiegato riferendo di “bugie” dette dal buon Vladimir. La bugia è un’accusa più dolce della menzogna e non è da confondersi con il candeliere che potrebbe ancor più accendere lo scontro tra le parti.

Dalle fandonie alle sciocchezze

Poi si è tradotto anche in “balle”, cioè delle fandonie, cosa diversa che induce comunque a pensare a un procedere verso la pace con un motore fatalmente imballato. Quindi qualcun altro ha fatto ricorso all’espressione “sciocchezze”, che è quando si dice qualcosa priva di ogni succo e sostanza.

Resta certo che Trump si è manifestato con una oscenità  che gli è tornata utile per essere sempre al centro della scena, ben attento a non uscirne fuori dai margini, e la cosa gli è riuscita perfettamente. Grammaticalmente si è mosso massicciamente con la forza di un “turpediniere”.

 

Una volgarità che poteva essere romanamente elegante

Forse sarebbe stato meglio che qualcuno gli avesse suggerito una formula ugualmente efficace ma meno volgare, con una punta di scanzonatezza tutta degli abitanti di Roma Capitale:

“A Putin, ma vatte a butta’ ar fiume!”.

La Moscova può ancora avere il suo fascino, importante che non le si faccia saltare troppo una mosca al naso.

Pier Giorgio Frassati: la fede, la politica, l’eredità civile

Luca Rolandi, giornalista e scrittore torinese, ha pubblicato un libro di rara importanza e anche di grande interesse. Si intitola Pier Giorgio Frassati e la politica, edito da Studium. Un libro storico ma che, scorrendo le pagine, contiene spunti di straordinaria attualità e modernità politica. E tutto ciò emerge ripercorrendo proprio la figura, il profilo e l’azione di questo giovane, Pier Giorgio Frassati, nato nel 1901 e morto giovanissimo nel 1925 ma che, com’è scritto nella prefazione curata da Michele Nicoletti, presidente della Fondazione FUCI, era “interessato e impegnato a vivere e non a vivacchiare”.

Un precursore del cattolicesimo sociale

Pier Giorgio Frassati, che non può essere definito un “santo sociale” — secondo la celebre definizione dei “santi sociali” torinesi — per motivazioni puramente anagrafiche, può certamente essere letto e interpretato come un antesignano e un precursore autorevole e rappresentativo del cattolicesimo sociale italiano. E questo non per etichetta, ma per la sua concreta e fattiva azione politica, culturale, sociale, religiosa e associazionistica.

E, a cento anni dalla morte, proprio nel 2025 Pier Giorgio Frassati sarà canonizzato in piazza San Pietro a Roma, all’inizio di settembre. Figlio di Alfredo, direttore e proprietario de La Stampa prima che la famiglia Agnelli se ne impossessasse definitivamente — appena qualche mese dopo la scomparsa prematura del giovane Pier Giorgio — faceva parte di una famiglia da un lato legata all’alta borghesia liberale e, dall’altro, riconducibile ad una devozione religiosa, da parte materna, autentica.

La Parola vissuta nella città

Si può tranquillamente sostenere che ha dedicato la sua vita alla diffusione del Vangelo e alla sua presenza nella vita quotidiana e nell’umanità. Prestando, cioè, sempre e solo una forte attenzione alle condizioni di vita dei più poveri, dei più disagiati e di tutti coloro che vivevano ai margini della società dell’epoca. Le sue virtù cristiane sono conosciute, così come la sua freschezza intellettuale e la sua comprensibile esuberanza giovanile. Ma il saggio di Luca Rolandi ha il grande merito di approfondire un ambito, seppur già affrontato in parte nel passato, che riguarda l’impegno politico del giovane Frassati.

Un Popolare mite e coraggioso

E questo perché Frassati, nella sua poliedrica e multiforme azione spirituale, sociale e culturale, si è caratterizzato anche per il suo concreto impegno politico. Come militante convinto e operoso negli anni caldi e drammatici del primo dopoguerra in Italia e soprattutto nella sua Torino: dalle organizzazioni e associazioni cattoliche alla fattiva adesione al Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo.

E il merito del libro di Rolandi è anche quello di avere riportato Frassati nel suo contesto storico, oltre il mito e la dimensione spirituale che ne hanno caratterizzato l’intera esistenza. Un modo, questo, per rendere il “giovane santo” ancora più attuale e anche un modello per le giovani generazioni di oggi e di quelle del futuro. Perché Pier Giorgio Frassati è stato veramente un cristiano autentico. Senza ulteriori aggettivi.

Contro fascismo e nazionalismi

In politica è stato un Popolare mite e coraggioso. E proprio nel PPI è stato una figura che si è principalmente caratterizzata per la sua attenzione al sociale e a tutto ciò che è riconducibile alla dimensione dei conflitti sociali. Per queste ragioni è stato un vero antesignano, soprattutto nella vita concreta della sua città, Torino, del filone di quel cattolicesimo sociale che proprio in questo territorio ha assunto una valenza e un’importanza che poi si sono diramate a livello nazionale.

Un cattolicesimo sociale, praticato all’interno del Partito Popolare di Sturzo seppur non come dirigente politico di primo piano, che lo ha portato ad essere fieramente contrario ai nascenti nazionalismi, all’irrompere del fascismo e alla sua violenza verbale e fisica. Intransigenza morale, religiosa e politica contro il fascismo e il suo progetto politico.

Tra fede e promozione umana

Da parte sua, l’appartenenza politica era però il frutto della lettura attenta e puntuale della Parola, cercando sempre e comunque un legame forte e coerente tra la fede e l’azione. Ed è proprio per queste ragioni che il giovane Frassati sostenne all’interno del suo partito, il PPI, le posizioni più democratiche e riformiste, sempre e comunque a favore dei ceti popolari e della loro promozione politica, economica, sociale e civile.

Ucraina, Mattarella: non arrendersi a sopraffazione, Kyev non è sola

Roma, 10 lug. (askanews) – “Oggi più che mai è cruciale far sì che Kyev avverta che non è sola in questo delicato passaggio” mentre sono in corso trattative di pace e “questo messaggio è il primo significato di questa conferenza”. Sergio Mattarella intervenendo alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si svolge a Roma manda un messaggio di solidarietà forte all’Ucraina. Ribadisce che questa guerra “riguarda tutta la comunità internazionale” e che la difesa del diritto internazionale non è utopia anzi è tra le stesse ragioni d’essere dell’Unione europea che deve essere pronta ad accogliere l’Ucraina per sottrarla ai tentativi di dominio e sopraffazione delle potenze “più armate”.

“C’è necessità nelle vicende internazionali di comportamenti che aprano alla speranza di un mondo contassegnato dalla collaborazione – ha detto oggi alla Conferenza di Roma – questo compito appartiene, agli stati, alla società civile, al mondo della cultura e dell’economia, occorre non arrendersi alla deriva che pare voler alimentare frenesia per smantellare ogni limite, anche quelli posti dopo la seconda guerra mondiale, alla ferocia dei conflitti, e far prevalere il diritto umanitario per tutelare le condizioni delle popolazioni civili”.

L’Europa infatti è per la sua stessa “ragion d’essere contro le politiche di potenza” e vuole “sviluppare un mondo interconnesso sicuro, libero, prospero. La volontà di sopraffazione delle potenze più armate per imporre il dominio con politiche anacronistiche di aggressione – avverte il Presidente senza mani nominare la federazione russa – esprime la parte sbagliata della storia”.

Mattarella ha quindi sottolineato l’importanza di questa iniziativa romana per la ripresa dell’Ucraina: uno “sforzo condiviso che ha visto tanti paesi lavorare in maniera corale. Crediamo convintamente a questa iniziativa”, ha assicurato “insieme ai partner internazionali che sostengono saldamente il popolo ucraino per impostare processo di ripresa e ricostruzione del paese”.

E a suo avviso “l’elevato livello di partecipazione dimostra la vicinanza della comunità internazionale a Kyev”, ci sono tanti paese e oltre 30 organizzazoni internazionali, centinaia di aziende, autorità locali, ambienti accademici.

Quindi il tributo alla popolazione ucraina: “rendiamo omaggio alla determinazione e al coraggio con cui il popolo ucraina combatte per il diritto di determinare il proprio destino resistendo da 3 anni a una guerra di aggressione ingiustificabile” e infine ha ammonito: “non possono essere cinismo o indifferenza a guidare i comportamenti delle nazioni”.

Mattarella ha anche ricordato che “molte persone hanno perso la vita in questa difesa, un gran numero di civili inermi è stato colpito da bombardamenti indiscriminati, tutti gli ucraini hanno affrontato sacrifici durissimi guardando al futuro non a passato”. Già ieri nell’incontro al Quirinale Mattarella ha espresso l’auspicio che si apra presto il negoziato per l’ingresso di Kyev nell’Ue e oggi lo ha voluto ribadire: “Kyev può contare sul sostegno corale alla sua scelta europea, obiettivo a cui puntare nonostante le difficili condizioni”.

Il capo dello Stato ha accennato anche alle trattative aperte nelle ultime ore: “la diplomazia cerca di aprire percorsi ancora impervi e complessi auspichiamo che il principio di buona fede prevalga per ripristinare la pace nel rispetto della dignità di ogni popolo”. Dal canto suo l’Italia “non si stancherà di ripetere che la pace deve essere giusta, complessiva, condivisa e duratura” perchè “non sarebbe pace la resa alla sopraffazione del più forte, una pace apparente, a condizioni ingiuste ha vita breve, ecco perchè questa guerra riguarda l’intera comunità”.

Daniele Novara: solidarietà a ragazzi che boicottano l’orale maturità

Roma, 10 lug. (askanews) – “Esprimo nuovamente la mia piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze che hanno deciso di protestare non sostenendo l’orale dell’esame di maturità. Si tratta di un gesto forte, che va ascoltato con attenzione pedagogica, non giudicato con rigidità istituzionale”: lo ha affermato l’autorevole pedagogista e scrittore Daniele Novara, autore di libri come “Punire non serve a nulla”.

“Questi giovani non stanno scappando dalle loro responsabilità: stanno denunciando un sistema che troppo spesso li valuta con logiche punitive e classifiche, senza tenere conto della loro crescita reale, del contesto che stanno vivendo, e della necessità di una scuola più dialogica, partecipativa e orientata all’apprendimento, non al voto”, ha aggiunto Novara.

“Dobbiamo abbandonare il modello di scuola che mette al centro l’autorità e non l’autorevolezza, il controllo invece della crescita. L’esame orale così com’è strutturato rischia di diventare una vetrina dell’ansia più che un momento di reale riflessione e valorizzazione del percorso scolastico”, ha sottolineato ancora, invitando “a rimettere al centro della scuola le relazioni, l’ascolto e l’evoluzione degli apprendimenti”.

“Se i ragazzi e le ragazze si ribellano, è perché chiedono una scuola che li aiuti a crescere, non solo a rispondere a domande”, ha concluso l’esperto.

Ucraina, Mattarella: Kyev non è sola, crediamo convintamente in Conferenza

Roma, 10 lug. (askanews) – “Oggi è piu che mai cruciale che Kiev avverta che non è sola: questo messaggio è il primo significato di questa Conferenza”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina che si svolge a Roma.

“La Repubblica italiana ha organizzato con l’Ucraina questa conferenza con uno sforzo condiviso con tanti paesi che hanno lavorato in maniera corale – ha aggiunto il capo dello Stato – Crediamo convintamente a questa iniziativa insieme ai partner che sostengono saldamento il popolo ucraino”.