Con questa terza analisi continua la serie degli approfondimenti offerti dall’Istituto Cattaneo in vista delle elezioni amministrative del 2021. Si tratta di analisi che ripercorrono la storia elettorale delle grandi città chiamate al voto in ottobre e l’evoluzione della loro “geografia politica” interna grazie ad un nuovo articolato set di dati recentemente creato dai ricercatori dell’Istituto.
(Salvatore Vassallo)
I dati e le mappe
In vista delle elezioni amministrative del 3-4 ottobre l’Istituto Cattaneo ha messo a punto un nuovo dataset che, per ognuna delle grandi città chiamate al voto, consente sia di interpretare gli orientamenti di voto in una prospettiva longitudinale (di lungo termine) sia di analizzare il modo in cui gli orientamenti di voto sono distribuiti all’interno del territorio comunale, nelle varie zone delle città, caratterizzate da diversi gradi di benessere dei residenti.
A questo fine, i dati di tutte le elezioni comunali, regionali, per la Camera dei deputati e per il Parlamento europeo sono stati ricodificati in modo da potere ricostruire l’andamento nel tempo – dal 1993 ad oggi – dei consensi attribuiti ai principali partiti (o a gruppi di partiti minori), al mutare delle denominazioni o al netto dei processi di scissione/fusione.
I dati sono stati anche “geolocalizzati”, come verrà detto in uno dei successivi paragrafi. Sono stati cioè riaggregati – partendo dai risultati registrati in ogni sezione elettorale – al livello della unità urbanistica più piccola disponibile in modo da consentire una analisi territoriale “intra-comunale” del voto per ciascuna di queste elezioni. È così possibile esaminare non solo l’evoluzione nel corso del tempo del voto ma anche verificare come il voto si sia distribuito e si distribuirà nelle diverse zone della città, variamente connotate in base ad indicatori di benes- sere economico, livelli medi di istruzione e di carattere demografico.
Questa terza analisi riguarda la città di Bologna. Quelle già pubblicate su Milano e Torino sono su www.cattaneo.org. A breve seguiranno analisi simili su Roma e Napoli.
Prima e dopo il ’99
Ad ottobre 2021, Bologna pare destinata a rimanere nelle mani del centrosinistra, mancando quasi tutte le condizioni che resero possibile la vittoria imprevista di Giorgio Guazzaloca, unico sindaco dal dopoguerra sostenuto dal centrodestra, alle elezioni del giugno 1999. Come si vededalla serie storica dei risultati di tutte le elezioni (Europee, regionali, camera, comunali) svolte dal 1994 ad oggi, nella seconda metà degli anni Novanta il centrodestra poteva contare su una “base” di circa il 40% dell’elettorato, cui si aggiunse, già al primo turno delle amministrative, un voto di opinione favorevole al cambiamento che si allargò ulteriormente al secondo turno fino a diventare per uno scarto dello 0,7% maggioranza. Ebbero un ruolo determinante la componente politica centrista, allora saldamente parte della coalizione di centrodestra, insieme, soprattutto, al tratto popolare, civico e moderato del candidato, a fronte dei conflitti interni alla classe dirigente dei Democratici di Sinistra e ad una lunga sequenza di errori favoriti dalla aspettativa del gruppo allora a capo del partito che sarebbe stato, in ogni caso, impossibile perdere a Bologna (la vicenda fu dettagliatamente analizzata dall’Istituto Cattaneo in: P. Cor- betta, G. Baldini, S. Vassallo, La sconfitta inattesa, il Mulino, 2000). Fabio Battistini, il candi- dato scelto dal centrodestra per le elezioni del 2021 parte molto più in salita. La base dei con- sensi su cui può contare l’area politica che lo sostiene si è andata attestando negli ultimi dieci anni, a Bologna, anni intorno al 30%. Pd e centrosinistra fanno affidamento su un bacino elet- torale di oltre venti punti percentuali più ampio, a cui si aggiunge il soccorso (non strettamente necessario) dei 5 stelle.
Continua a leggere (analisi completa)