Una delle zone più colpite dagli effetti del cambiamento climatico è il Corno d’Africa, dove le persone rischiano di vedere la loro situazione aggravarsi ulteriormente. Paesi dove si stima che più del 40% della popolazione sia malnutrita.

In Somalia la lunga stagione di scarsa pioggia, già sotto la media, seguita da quella secca sta avendo un impatto devastante sulla popolazione. Quest’anno, almeno 1,2 milioni di bambini sotto i cinque anni rischiano gravi forme di malnutrizione. Attualmente 1,7 milioni di persone sono in gravi condizioni di malnutrizione.

In Etiopia, dove circa un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà, la situazione non è molto diversa. Le poche piogge cadute hanno provocato il dimezzamento del bestiame con un aumento dei costi dei cereali e di altri alimenti importanti per la sopravvivenza anche dei bambini. Il risultato è che attualmente 8,1 milioni di persone si trovano sull’orlo di una crisi alimentare, 610mila bambini hanno urgente bisogno di cure per combattere la malnutrizione e gli sfollati sono circa 1 milione.

In Kenya sono almeno 1,1 milioni le persone che non riescono a procurarsi il cibo. Ad oggi, più di 540mila bambini tra i 6 mesi e i 5 anni hanno avuto bisogno di cure contro la malnutrizione acuta grave.

“L’impatto dei cambiamenti climatici ha delle cause dirette sulla scarsità di cibo e acqua, ma ne può avere di devastanti a causa delle emergenze ambientali che ne scaturiscono, come le alluvioni come la recente che ha devastato intere zone del Mozambico. In tali situazioni, i bambini, sono ancora una volta i più vulnerabili, devono abbandonare le proprie case, viene loro spesso precluso l’accesso alla scuola, si ammalano perché costretti a vivere in ambienti insalubri, esposti al rischio di abusi e spesso separati dalle loro famiglie”, ha commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.