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CARD. ZUPPI, “COMINCIARE DAI PIÙ DEBOLI E MENO GARANTITI. PREOCCUPAZIONE PER L’ASTENSIONISMO”.

“La Chiesa non farà mancare il suo contributo, dice il Presidente della CEI, per la promozione di una società più giusta e inclusiva”. Sembra, con il garbo che circonda il discorso di un alto prelato, il monito preventivo a riguardo di una destra non incline a politiche di solidarietà.

 

“Agli eletti chiediamo di svolgere il loro mandato come ‘un’alta esponsabilità’, al servizio di tutti, a cominciare dai più deboli e meno garantiti”. Lo dichiara il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, dopo le elezioni politiche di domenica 25 settembre 2022. 

 

Richiamando l’appello del Consiglio episcopale permanente diffuso alla vigilia dell’appuntamento elettorale, il cardinale ricorda che “l’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”. 

 

“Sono alcune delle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare fin da subito”, precisa il presidente della Cei: “Senza dimenticare che la guerra in corso e le sue pesanti conseguenze richiedono un impegno di tutti e in piena sintonia con l’Europa”. Quindi la “preoccupazione” per il crescente astensionismo che ha raggiunto livelli mai visti in passato: “È il sintomo di un disagio che non può essere archiviato con superficialità e che deve invece essere ascoltato”. 

 

La Chiesa, conclude Zuppi sulla scorta del documento, “continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità”. “Da parte sua, nel rispetto delle dinamiche democratiche e nella distinzione dei ruoli, non farà mancare il proprio contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva”, conclude il presidente della Cei.

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