Centro, la scelta di Tempi Nuovi.

Come e dove ricostruire il Centro? Non nel centro destra o nel campo della sinistra radicale della Schlein, alleata con i populisti dei 5 Stelle, bensì nella intera politica italiana.

Il movimento Tempi Nuovi-Popolari uniti per queste elezioni europee ha fatto una scelta apparentemente opinabile ma politicamente giusta ed azzeccata. Ha deciso, cioè, di votare le liste centriste. Certo, si tratta di liste profondamente diverse tra di loro ma, comunque sia, sempre ispirate ad un profilo centrista e con l’ambizione di mettere in discussione il selvaggio bipolarismo che caratterizza la politica italiana e, di conseguenza, anche quella europea.

Dicevo della scelta opinabile. C’è un elemento, peraltro decisivo, che dopo il voto dell’8/9 giugno si impone, a prescindere dalle volontà dei singoli leader e delle rispettive forze politiche. E cioè, il Centro deve essere riscoperto e rideclinato nella concreta dialettica politica italiana.

Ora, è del tutto evidente che le forze in campo in queste elezioni sono sostanzialmente tre. I radicali della Bonino con il partito di Renzi (Italia Viva). Hanno già annunciato pubblicamente che, al di là del risultato elettorale, quel patto politico in Italia finirà la sera del 9 giugno. Appunto, si

tratta di “una lista di scopo” che ha il solo obiettivo di superare lo sbarramento del 4%. E quindi, un progetto politico che prescinde da qualsivoglia prospettiva a medio/lungo tempo perché legato, appunto, alla mera contingenza elettorale. Del resto, il progetto centrista a lungo e pubblicamente annunciato e coltivato da Renzi è stato sacrificato sull’altare dell’accordo con i radicali per poter raggiungere il fatidico quorum.

In secondo luogo Azione di Carlo Calenda. Qui il progetto politico è più chiaro – anche se la tagliola del 4% è sempre in agguato – ma è di tutta evidenza che un progetto credibile di Centro non può essere appaltato solo ad un piccolo partito personale anche se l’ambizione, giusta e legittima, è quella di dar vita ad un soggetto politico plurale, articolato e capace di intercettare i settori sociali e i mondi vitali che sono riconducibili al pianeta centrista.

In ultimo c’è la sfida di Forza Italia, il partito di Antonio Tajani e di Letizia Moratti – per citare solo gli esponenti più rappresentativi – che rappresenta a livello nazionale l’area centrista elettoralmente più consistente. Certo, anche su questo versante si tratta di innescare una iniziativa politica dove, come ha detto ripetutamente Letizia Moratti in campagna elettorale, “la vera sfida non è quella di costruire il Centro nel centro destra ma, semmai, di ricostruire il Centro nella politica italiana”. Questa era, e resta, la vera grande scommessa politica per ridare spazio e cittadinanza al Centro, alla ‘cultura di centro’ e alla ‘politica di centro’ nel nostro paese. 

È di tutta evidenza che la scelta intrapresa da Tempi Nuovi coglie nel segno perché, forse, ognuna di queste tre forze politiche centriste, seppur nella profonda diversità delle singole opinioni e della serietà ed attendibilità dei suoi leader, porta un frammento di verità alla costruzione di un progetto che resta decisivo ed essenziale per il nostro sistema politico e per la stessa qualità della democrazia italiana. E, al riguardo, non possiamo non sottolineare che l’apporto della cultura e della tradizione del cattolicesimo popolare e sociale sarà, ancora una volta, decisivo e determinante per la costruzione del progetto di un Centro democratico, riformista, plurale e di governo.

Pur sapendo, e lo ripeto, che la vera sfida è quella di ricostruire un Centro. Non nel centro destra – come dice giustamente Moratti – o nel campo della sinistra radicale della Schlein, alleata con i populisti dei 5 Stelle, bensì nella intera politica italiana. Questa è la vera scommessa politica del voto europeo di sabato e domenica.