Centro sinistra, oltre il civismo c’è di più

 

l’articolo è apparso su Huffingtonpost.it

Il possibile, e ormai del tutto probabile – anche se la serrata trattativa e’ tuttora in corso – tra il Pd di Zingaretti e il movimento 5 stelle per superare l’ormai ex governo giallo/verde e per porre un argine alla cosiddetta “onda nera” per citare chi continua a vedere o a sognare un pericolo fascista nel nostro paese, può avere effetti dirompenti nella politica italiana. Certo, prima di parlare di questo potenziale scenario, e’ importante attendere gli sviluppi concreti di questa crisi di governo a lungo annunciata ma che adesso assume un profilo inedito e ricco di contraddizioni. Anche perché attendiamo tutti le decisioni, che come sempre saranno sagge e di buon senso, del Presidente della Repubblica Mattarella, vero punto di riferimento e credibile della politica e delle istituzioni democratiche.
Ora, se dobbiamo attendere ancora pochi giorni per capire la piega concreta che prendera’ questa crisi, sul versante della coalizione alternativa alla destra che dovrà affrontare, prima o poi, le elezioni, l’orizzonte resta confuso anche se cominciano ad apparire elementi chiari ed inequivocabili.
Innanzitutto la natura di questa coalizione. Senza riproporre la simpatica ma del tutto irrealistica nonché virtuale concezione del Pd come partito a “vocazione maggioritaria”, resta quantomai singolare anche la concezione che vorrebbe una alleanza tra il Pd e un fantomatico “partito ambientalista” e una serie di liste civiche a partire da quella dei sindaci. Che, come noto, essendo anch’io Sindaco, sono anche e soprattutto il frutto del “civismo” democratico e culturale. Che resta un fatto trasversale e difficilmente etichettabile quando la partita politica ti chiede, in modo secco, da che parte stare senza equivoci e tentennamenti. Al di là dei sindaci delle grandi città che sono già militanti, tesserati o aderenti al Pd. Al riguardo, forse è giunto il momento per richiamare un aspetto politico che resta decisivo ed essenziale per l’ormai prossima stagione elettorale. E cioè, il civismo e’ indubbiamente importante, i partiti virtuali che vengono inventati alla bisogna sono altresì importanti, ma senza la presenza di partiti organizzati e che si alleano non in virtù di una autorizzazione gentilmente concessa dal segretario del partito di maggioranza relativa ma come frutto di una presenza politica, culturale ed organizzativa autonoma e definita nella società la partita si complica. Sotto questo versante una organizzazione politica e culturale che sbrigativamente si potrebbe definire di centro, riformista, democratica e di governo e’ quantomai necessaria ed indispensabile in una alleanza con la sinistra. Non c’è civismo o partiti e movimenti inventati a tavolino dal partito di maggioranza relativa che tengano. Servono partiti organizzati e radicati concretamente nel territorio, nonché portatori di una cultura politica specifica e determinata. Ed è proprio lungo questo crinale che si pone il tema su cui si sbizzarriscono da tempo molti organi di informazione e moltissimi opinionisti e commentatori politici. Al di là dei nomi e dei cognomi, ormai il capitolo di un partito che sia distinto e distante dal neo Pds di Zingaretti e’ quantomai importante e decisivo per rendere credibile e competitiva la potenziale coalizione di centro sinistra. Tocca ormai a coloro che si riconoscono in questo progetto politico fare il salto di qualità e dar vita al partito, strumento costituzionale che resta determinante per l’organizzazione politica democratica. E tocca alla neo sinistra prendere atto che senza una formazione politica del genere la competizione con la destra diventa quantomai complicata ed aggrovigliata. Anche perché la sinistra, da sola, in questo paese non vince. E men che meno con una singolare ed anacronistica alleanza con i 5 stelle. Prima se ne prende atto e meglio e’. E questo non per il bene del centro sinistra o del riformismo italiano ma per la stessa prospettiva e qualità della democrazia italiana.