Caro Prof. Pesce, in questi gg è stata diffusa la notizia pubblicata su Nature Geoscience di una ricerca condotta da alcuni geologi dell’università di Pechino che ipotizza che il nucleo centrale del nostro pianeta abbia smesso di ruotare in una direzione e dopo una pausa abbia iniziato un analogo movimento in direzione opposta, pare basandosi su uno studio delle onde sismiche. In realtà come è possibile studiare da fuori ciò che accade al centro del pianeta?
Il nostro pianeta è una sfera di quasi 6400 km di raggio. Lo strato superficiale, la crosta terrestre, ha una profondità media di 35 km (può variare tra 5 e 70 km), poi c’è il mantello superiore fino a 410 km di profondità e quello inferiore che raggiunge i 2890 km. Al di sotto abbiamo il nucleo, suddiviso in nucleo esterno (fino a 5300 km circa) ed infine il nucleo interno, fino al centro della Terra (vd. Figura).
Di tutto questo riusciamo ad avere contezza in modo diretto solo dei primi chilometri. Infatti tramite i carotaggi si è arrivati ad estrarre materiale fino a 20 km. Tutto quello che accade al di sotto lo abbiamo intuito solo grazie alla sismologia, cioè lo studio dei terremoti. La propagazione delle onde sismiche riesce a dirci molto sulla composizione dell’interno della Terra, grazie soprattutto allo studio della loro velocità. Non entro nei dettagli, anche perché andrei a finire in settori che non sono propriamente di mia competenza, ma è un po’ come quando osserviamo una cannuccia “spezzata” in un bicchiere d’acqua: nel passaggio tra acqua, vetro e aria la luce cambia velocità e questo produce l’illusione ottica che la cannuccia venga piegata. In modo analogo, passando in materiali diversi, le onde sismiche cambiano direzione e velocità ed è possibile risalire da questi dati ai valori medi di densità nei vari strati interni e, di conseguenza, alla natura solida o liquida della zona di interesse. Tutti i giorni avvengono centinaia di scosse, per fortune innocue per la maggior parte, e con gli anni si è riuscito a studiare sempre meglio cosa accade sotto i nostri piedi.
Anche per studiare la struttura interna della Luna si sono usati i terremoti generati dallo schianto del modulo lunare una volta che gli astronauti hanno fatto ritorno sul modulo di comando principale (sulla Luna praticamente non esiste attività sismica naturale). Anche l’interno del Sole viene analizzato a partire dalle onde di pressione che si generano nei processi intrinseci alla nostra stella.
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