Si stima che in Europa, entro il 2050, l’85% degli abitanti vivrà in città, e quindi bisogna partire dalle città e dai cittadini per fronteggiare l’emergenza climatica. Questo l’obiettivo della missione ‘100 città europee neutrali climaticamente entro il 2030’, proposto dal Mission Board for climate-neutral and smart cities alla Commissione Europea e presentato oggi in Italia in una conferenza online. Durante l’evento, organizzato dal Miur e dall’Agenzia per la promozione della ricerca europea (Apre), A. Boni, membro del comitato, ha spiegato come “sia molto più di un programma di ricerca e sviluppo, è una sfida di trasformazione delle città”. Per far parte delle 100 città climaticamente neutrali, cioè senza impatto sul clima, dovrà “esserci la loro volontà, impegno e capacità di coinvolgere i cittadini e il 27 ottobre i Commissari   europei dovranno decidere se lanciare questa missione e il relativo processo di implementazione a inizio 2021”.

Uno dei principali ostacoli alla transizione climatica non è la mancanza di tecnologie amiche dell’ambiente o intelligenti, ma la capacità di implementarle. Serve un sistema diverso dall’attuale, più integrato e con una continua collaborazione e un maggiore coinvolgimento degli attori in causa, dove i cittadini assumano un ruolo importante. Le 100 città che sigleranno i cosiddetti Contratti delle città del clima dovranno sviluppare un sistema innovativo di governo, trasporti, energia, costruzione e riciclo con l’uso delle tecnologie digitali, e faranno da hub dell’innovazione per altre città. Durante il suo intervento il rettore del Politecnico di Milano, F. Resta ha ribadito che “i territori hanno un grande valore, perchè hanno nel Dna l’innovazione, l’internazionalizzazione e la sostenibilità e rappresentano una grande possibilità per lo sviluppo della neutralità climatica delle nostre città”.