Beh, adesso attendiamo con ansia e trepidazione cosa pensano i cattolici del Pd dopo la bella e democratica manifestazione di Milano promossa dal Sindaco di quella città ed organizzata e gestita dalle “famiglie arcobaleno”.
Chiariamo, però, subito un aspetto per sgombrare qualsiasi equivoco: il Bertoldo rispetta tutti, non attacca le persone e non ha pregiudizi politici o ideologici nei confronti di chicchessia. Semplicemente si pone delle domande. E, nello specifico, una su tutte: ma i cattolici del Pd, dopo la scontata torsione libertaria, estremista e radicale della loro segretaria, come si comporteranno sotto il versante politico e valoriale attorno ad un tema che, comunque sia, fa discutere?
Noi pensiamo, a naso, che le risposte sono soltanto tre: fare la “politica dello struzzo”, cioè mettere la testa sotto la sabbia per non disturbare il manovratore; richiamare l’attenzione su altri temi – forse di carattere sociale – per lanciare il messaggio che i cattolici del Pd si soffermano su temi che interessano maggiormente gli interessi dei cittadini italiani; oppure affrontare di petto la questione emersa, per l’ennesima volta, dalla piazza di Milano da parte delle famiglie arcobaleno per sostenere altre tesi e, di conseguenza, polemizzare con la posizione netta, definita e dogmatica sostenuta dalla loro neo segreteria nazionale.
In attesa di capire quale sarà la reazione dei cattolici “professionisti” alla Del Rio, credo che anche un semplice passante conosce già quale sarà la tesi prevalente: sicuramente la prima. Ovvero, facciamo finta che non sia capitato nulla e così l’avventura prosegue. Perchè intanto, come diceva quell’altro, “domani è un altro giorno”.
Ora, come ovvio, nessuno vuole mettere in discussione la legittimità che i cattolici stiano anche in un partito guidato da una leadership radicale e libertaria ma, di grazia, ci si risparmi la predica – ipocrita e grottesca – che quel partito, oggi, è la “casa naturale” dei cattolici popolari e sociali del nostro paese. Perchè altrimenti saremmo costretti a dire che ogni domenica negli stadi si va esclusivamente per riflettere, in silenzio e con compostezza, su come gioca e con quale assetto tecnico la propria squadra del cuore.
Come si suol dire, “ingenui sì, ma sino ad un certo punto”…