Un dossier per il centenario di Robert Kennedy
Nel centenario della nascita di Robert F. Kennedy, «Studi cattolici» propone un dossier dedicato alla sua figura e alla sua eredità politica. L’intervista a Federico Fubini (leggi qui), curata da Alberto Mattioli, si inserisce in questo quadro con l’obiettivo di leggere l’America contemporanea alla luce del mito kennediano, senza indulgere a nostalgia ma analizzando le trasformazioni profonde del Paese.
Il malessere sociale negli Stati Uniti
Il colloquio apre affrontando il tema del disagio economico: non un fenomeno limitato ai ceti più fragili, ma una perdita di potere d’acquisto che dagli anni Sessanta investe anche i redditi medio-alti. Casa, sanità, educazione diventano terreni di crescente difficoltà. Fubini interpreta questo disagio come un sintomo di squilibri sistemici: il peso delle lobby, la finanziarizzazione estrema, la distorsione dei meccanismi democratici che regolano la competizione economica.
Dazi, narrazioni politiche e rapporti con l’Europa
Un passaggio centrale riguarda la politica commerciale americana. I dazi, sostiene Fubini, non favoriscono la maggioranza dei cittadini: aumentano prezzi e inflazione e scaricano tensioni interne sul resto del mondo. Anche il racconto di una presunta Europa “sleale” non trova riscontro nei dati: più che tra continenti, la frattura corre tra Stati e multinazionali capaci di eludere imposte sfruttando le asimmetrie fiscali.
Il nodo Cina e il nuovo dualismo economico
L’intervista affronta poi la sfida cinese e il ruolo del mercantilismo di Pechino, speculare al protezionismo americano. A ciò si aggiunge la crescente dualità dell’economia Usa, dove la rivoluzione dell’AI avvantaggia poche grandi imprese lasciando indietro il resto del sistema produttivo.
Populismo, istituzioni e lascito kennediano
La domanda di fondo è se il trumpismo sia un episodio o una svolta storica. Fubini propende per la seconda ipotesi: più che un ciclo politico, una reazione strutturale ai limiti della rappresentanza. Il mito dei Kennedy, suggerisce, continua a offrire un criterio etico e civile con cui confrontare il presente, pur in un contesto radicalmente mutato.
Leggi qui l’intervista a Federico Fubini, editorialista del Corriere della Sera

