In questo scritto, destinato a Enrico Letta, si condensa il motivo che sottostà al fenomeno dell’astensionismo. A firmare la lettera è una donna che ha conosciuto in famiglia la dedizione al partito e al sindacato di un papà socialista. Oggi non si riconosce nella proposta e nell’azione politica del Pd. Un semplice sfogo? No, c’è qualcosa di più: dietro l’insofferenza, anche generica, si nota la critica ragionata alla insufficienza del “partito dei riformisti”.
Onorevole Letta,
comincio questa mia lettera aperta all’ex segretario del Pd con una confessione altrettanto pubblica: io non ho votato. E lo sa perché? Per due motivi. Primo: non c’è all’interno del Pd una persona di garanzia, della quale fidarmi ed alla quale affidare il mandato di rappresentarmi, né a settembre né ora. Secondo: non volevo cadere nella tentazione di votare Giorgia Meloni, nessun altro, perché – mi permetto di dirlo coscientemente – la Meloni mi è sembrata l’unica persona coerente in quell’altro marasma che è la coalizione del centro-destra, dove ancora adesso Salvini e Berlusconi non si rassegnano a non essere le “prime donne”.
Sono figlia di una tradizione di sinistra autentica, pura. Mio padre aveva letto tutte le opere di Lenin, gli scritti di Gramsci; è stato cronista dell’Avanti! negli anni difficili del dopoguerra, attivista di partito, potendo così conoscere personalmente Pietro Nenni. Fin quasi alla pensione è stato sindacalista: ho ancora il suo libro dei “Diritti dei lavoratori” e dell’Art. 18. Ho masticato pane e socialismo, pane e diritti dei lavoratori, per cui, mi creda, quello che oggi vedo della sinistra non è neppure una parvenza di ciò che la sinistra di Nilde Iotti, Togliatti, Berlinguer ed altri è stata.
Onorevole, lei e tanta parte del Pd vi siete chiesti il perché di questa sonora sconfitta alle elezioni di settembre, e state pensando di rinnovare il partito, di cambiare i vertici, ma non riuscite a dissimulare le futili gelosie e i battibecchi, dando la colpa alla destra della vostra catastrofe, mentre i cittadini vi guardano come se fosse un film surreale. La realtà è un’altra e sola: avete dimenticato cosa è la sinistra e siete ancora – tutti – in preda ad un delirio di “trasformismo” che non trasforma nulla, serve solo a cambiare nome al partito, ma non la sostanza delle cose. E sa quale è la sostanza delle cose? Che la maggior parte degli italiani è stanca delle acrobazie della politica che non hanno nulla a che vedere con quelle che ogni famiglia fa per arrivare a fine mese. E c’è di più. Sa, onorevole, a me – e non solo a me, vedo – piace un partito che tuteli la mia identità di persona, di donna e di italiana, perché nel diritto ad essere ciò che si è non c’è nulla di male, non si toglie nulla a nessuno e mi pare sia ancora un diritto costituzionale. Invece la sinistra, che vedo oramai imborghesita, figlia dei salotti bene, ha stravolto le cose centrandosi fondamentalmente sui diritti delle persone Lgbtq, come se fossero le uniche ad avere delle necessità precise, concrete, come quel diritto ad essere felici – che è di tutto il genere umano.
Non sono omofoba né razzista, sia ben chiaro, e condanno a priori ogni ideologia razzista: la persona umana esige rispetto di qualunque genere sia, ma personalmente sto constatando che diventa sempre più difficile dire “io sono donna” senza offendere qualcuno che vive un’altra realtà e sperimentarne pure le spiacevoli conseguenze. Mi chiedo: perché il riconoscimento di alcuni diritti deve necessariamente discriminarne altri? Mi pare di vedere una mancanza di equilibrio nella difesa dei diritti dei cittadini, e ignoranza della Costituzione, chiamata in causa solo quando fa comodo ad alcuni. L’Italia – fino a prova contraria – è una Repubblica fondata sul lavoro. E dove sono finiti i diritti dei lavoratori? Le leggi del mercato sono crudeli, avide, i costi del lavoro sono alti, ma cosa si è fatto per tutelare il lavoro ed i lavoratori? Cosa si è fatto per evitare lo sfruttamento e le morti sul lavoro? Con l’arrivo dei migranti impiegati nei lavori della terra la sinistra ha scoperto “l’acqua calda”…ha “scoperto” il caporalato…Ma…onorevole, mi ricordo io, da bambina, in un paese del sud, che c’erano già gli uomini che ti controllavano sul lavoro e prendevano la loro percentuale sulla pelle delle madri di famiglia! Gli sfruttati sono sfruttati a prescindere dal colore della pelle e dalla provenienza, ma al sud, si è sempre guardato, e si guarda, come ad un serbatoio di voti, chiudendo gli occhi sulle situazioni di tante donne, giovani, e ragazzi ancora lavoratori in nero. Chi le scrive è anche una storica che conosce bene la storia del sud, il fallimento della Cassa del Mezzogiorno, le connivenze dei padroni con le mafie locali: realtà oramai storiche, incancrenite nel territorio, ma che nessuno ha la voglia di affrontare.
Io vedo una sinistra che si riempie la bocca della questione degli immigrati, puntualizza sul diritto marittimo ed internazionale, senza che le sfugga una virgola, sottomessa alle voglie o “diktat” di paesi come la Francia, che li respinge in mare ed in terra, ma che poi, dopo aver fatto entrare migliaia di profughi – giustamente da salvare, sono assolutamente d’accordo – poi si volta dall’altra parte e li lascia marcire nel più totale degrado nei centri di accoglienza, dove vivono in promiscuità donne e uomini, e minori. Non sono io che lo dico, ma le immagini che vediamo ogni giorno parlano da sole. È giusto che vivano così? È umano? Per me no. Qualche girono fa Saviano ha detto, cito testualmente: “I migranti sono violenti? Spesso si attaccano all’alcol perché restano clandestini e la colpa è di chi li lascia in questa condizione”. Peccato perchè se voleva attaccare il governo attuale si è gettato la zappa sui piedi: usciamo da diversi anni di governo Pd.
L’apparato burocratico italiano è un completo fallimento, ma siamo stati ben undici anni con un governo di sinistra, e non è cambiato nulla. Non tocchiamo l’argomento istruzione. Differenze enormi nella didattica e nelle strutture ed infrastrutture tra nord e sud, docenti poco pagati, una riforma dietro l’altra che non aiuta i giovani ad essere critici, a valutare le situazioni, gli eventi, e che li rende sempre più ignoranti e prede degli estremismi. Le fughe dei cervelli all’estero? Di fatto, in Italia, la ricerca è zero. E poi le pensioni e gli anziani. Mi sono sempre chiesta per quale assurdo motivo una pensione debba essere di nuovo tassata ed impedire a chi ne usufruisce di godere degnamente ed umanamente del frutto di anni di lavoro. Onorevole: ma lei sa cosa si prova a vivere con 500,00 euro al mese? E finisco, anche se avrei tanto ancora da aggiungere: le sembra normale che in Campania da ottobre fino a gennaio tutte le prestazioni sanitarie pubbliche sono a pagamento perché il governo regionale – di sinistra, ovvio – non ha i soldi per la sanità, e tanti anziani devono aspettare l’anno nuovo per analisi anche urgenti? Non credo che lei lo sappia, e neppure gli altri, e neanche la Meloni. E allora non si chieda più perché non ho votato.