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lunedì, 7 Luglio, 2025
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Dibattito | Coraggio e metodo, per costruire il Centro

Abbiamo bisogno di una proposta concreta, ispirata ai valori del popolarismo, capace di parlare al presente e fondata su un’organizzazione vera, legittimata dal confronto.

Gentile Direttore,

leggo sempre con interesse gli interventi che il suo quotidiano ospita sul tema – ricorrente, ma ancora irrisolto – della ricostruzione di un’area politica centrista e popolare. Condivido molte delle analisi che vengono proposte: la frammentazione dell’area, l’assenza di una leadership riconosciuta, l’urgenza di un progetto riformista e di governo.

Tuttavia, ogni volta mi domando: dov’è la proposta concreta che possa camminare sulle gambe di una persona, di un gruppo, di una comunità politica vera?

Forse il nodo è proprio questo: restiamo ancorati a una visione della politica legata al passato – per quanto nobile e ricca di valori – ma spesso incapace di dialogare davvero con la modernità e con la complessità del tempo presente. Ne sono consapevole, e parlo anche per me stesso: rischiamo di muoverci in un perimetro autoreferenziale, chiuso, che fatica a comprendere il mondo esterno.

Ribaltare il metodo

Occorre ribaltare il metodo. Il primo passo è uscire da noi stessi, osservare con lucidità il contesto attuale, e capire quali sono oggi i bisogni profondi della società italiana, al di là delle categorie tradizionali.

Il secondo è chiederci come una visione politica ispirata ai valori del popolarismo possa incarnarsi oggi, offrendo risposte credibili, concrete e non ideologiche.

Per costruire un progetto politico credibile e radicato nel presente, è necessario partire da priorità visibili, urgenti, riconoscibili nella vita quotidiana delle persone. Temi su cui valga davvero la pena impegnarsi e attorno ai quali possa nascere una proposta politica capace di coinvolgere, mobilitare e dare voce a un’area oggi frammentata.

Otto punti per ripartire

  1. Disaffezione dal voto e riforma elettorale

L’astensione è ormai il primo partito in Italia. La distanza tra cittadini e politica si colma solo restituendo senso al voto. È urgente una riforma elettorale che garantisca rappresentanza, partecipazione, trasparenza nella scelta delle leadership. Collegi più piccoli, preferenze, primarie, strumenti di democrazia interna: tutto ciò deve tornare al centro dell’agenda.

  1. Serietà e coerenza tra proposta politica e azione di governo

La crescente sfiducia nasce anche dalla distanza tra promesse elettorali e scelte di governo. Un progetto centrista deve rompere questa dinamica: servono proposte serie, sostenibili e realizzabili, capaci di parlare alla realtà. La credibilità è fatta anche di coerenza.

  1. Transizione digitale e modernizzazione dello Stato

Una pubblica amministrazione moderna, accessibile, efficiente è il primo banco di prova per una politica riformista. Digitalizzazione dei servizi, superamento del digital divide, lotta alla burocrazia: sono queste le infrastrutture della cittadinanza.

  1. Ambiente e sostenibilità sociale

La transizione ecologica è una sfida che tocca economia, lavoro, salute, giustizia tra generazioni. Una forza centrista deve saper coniugare innovazione e inclusione, ambiente e sviluppo.

  1. Politiche familiari e natalità

Il declino demografico chiede risposte serie: sostegno alla genitorialità, servizi per l’infanzia, fiscalità familiare. Serve un impegno stabile e strutturale, non bonus estemporanei.

  1. Integrazione e cittadinanza attiva

L’Italia è già oggi una società plurale. Non basta gestire i flussi: serve una visione di cittadinanza responsabile, con regole certe, percorsi di inclusione e formazione civica.

  1. Lavoro e formazione per il futuro

Un centro moderno investe su occupazione qualificata, formazione continua, orientamento e dialogo tra scuola, università, impresa. Occorre superare la frattura tra lavoro garantito e precarietà diffusa.

  1. Giustizia accessibile e istituzioni efficienti

Il funzionamento della giustizia incide sulla vita delle persone. Serve una giustizia più rapida, comprensibile, umana, e istituzioni meno farraginose, più trasparenti, più prossime.

Un metodo democratico per ricominciare

Su questi temi si può iniziare a costruire un progetto politico.

Ma tutto ciò resta velleitario se non si affronta con coraggio il nodo del metodo organizzativo. Serve un momento fondativo: un’assemblea nazionale aperta, in cui si scelga una squadra legittimata dal confronto, capace di guidare questo processo. Al termine, l’elezione di un segretario vero, non imposto né auto-proclamato, ma scelto da una comunità politica.

Non più nostalgia: progetto

Solo così potremo uscire dalla dimensione delle visioni individuali, dai personalismi che da anni bloccano ogni tentativo di ricomposizione. È tempo di smettere di evocare il centro come nostalgia. È ora di iniziare a costruirlo. Con coraggio. E con metodo.

Cordiali saluti