Caro Direttore, rispondo al commento con il quale hai presentato la mia nota ieri su “Il Domani d’Italia”, ripetendo quanto da me già scritto: le elezioni europee regolate dalla legge elettorale di tipo proporzionale con le preferenze e lo sbarramento al 4%, favoriscono, da un lato, il confronto tra le diverse culture politiche in campo, e, dall’altro, non obbligano a quelle alleanze cui sprona la legge elettorale maggioritaria, tanto a destra quanto a sinistra.
Per gli amici che si rifanno alla tradizione politica Dc e popolare, si tratta di un’importante opportunità per verificare lo stato di rappresentanza che riusciamo ancora a svolgere, specie nei confronti di quel 50% di elettori renitenti al voto, che, da molto tempo, non trovano più risposte ai loro interessi e ai loro valori dai partiti del bipolarismo forzato, oggi rappresentato a destradall’egemonia di Giorgia Meloni, specie dopo la scomparsa del Cavaliere, e a sinistra dalla Schlein, che guida il PD su posizioni radicali. Idee e proposte politiche, quelle della leader del Pd, che confliggono con i valori e i principi di larga parte dei Popolari che un tempo avviarono l’esperienza della Margherita e poi la confluenza nel PD, di fatto rivelatasi insostenibile.
Ecco perché credo sia opportuno rivolgere un invito a tutti gli amici dell’area cattolica – democratica, liberale e cristiano sociale – e a quanti militano nelle diverse realtà organizzate a livello territoriale. Urge promuovere un incontro, che potremmo svolgere anche in via telematica, per uno scambio di idee, con l’obiettivo di concorrere tutti insieme alla formazione di una lista unitaria alle prossime elezioni europee. Credo che la discriminante per detta formazione possa essere la scelta condivisa a sostegno dei principi ispiratori dei padri fondatori dell’Unione europea – De Gasperi, Adenauer e Schuman – e l’appartenenza al Partito Popolare Europeo.
L’obiettivo principale sarà quello di avviare il progetto di ricomposizione politica della nostra area, dopo la lunga stagione della diaspora scoppiata dopo la fine ingloriosa della Dc (1993-2023). In secondo luogo, raggiungere e superare il 4 % dello sbarramento alle europee, necessario per eleggere qualche nostro rappresentante al Parlamento europeo. Obiettivo impossibile, se ciascuna delle nostre realtà organizzate pensasse di presentarsi con lista autonoma.
Anche qualora non superassimo lo sbarramento, insieme, dopo il voto, rappresenteremo una realtà politica concreta, misurata sul campo, disponibile a scegliere programmi e alleanze per le elezioni regionali e nazionale, attraverso un congresso politico, da indire da un’assemblea nazionale, le cui modalità saranno da concordare circa i tempi e le condizioni della sua realizzazione. Qualcuno sta ipotizzando di ricomporre la vecchia Casa delle libertà ideata da Berlusconi, rimanendo nell’area del centro destra, oggi sempre di più destra-centro. Altri, addirittura, sognano di trasformare Fratelli d’Italia nella nuova Dc: ipotesi scellerata espressa da chi, da anni, utilizza rendite di posizioni per mera sopravvivenza politica personale.
Noi crediamo, invece, che sia indispensabile impegnarci tutti per la nostra ricomposizione, per la conferma dei nostri principi e valori, e, dopo – solo dopo – ci si porrà il tema delle alleanze politico programmatiche, sia a livello nazionale che regionale, da decidere con gli amici delle nostre realtà territoriali. Non comprendiamo le titubanze di chi, scottato dall’esperienza nel Pd, ne è uscito ma continua a ipotizzare l’idea di correggere la rotta di quel partito. Al riguardo gli amici Giorgio Merlo e Giuseppe Fioroni hanno scritto note importanti sulla fine di quell’esperienza. Ecco perché alla tua domanda: va bene la nostra unità, ma con chi? Rispondo così: con chi ci sta ed è pronto per questa sfida.