Ormai non c’è neanche più la notizia come diceva quel tale. Quando si parla della Direzione Nazionale del Partito democratico, a prescindere da chi guida il partito pro tempore, la trama e’ sempre la stessa. Ovvero, botte da orbi alla vigilia tra le molteplici correnti o bande cha costellano il partito; puntuale tregua nel dibattito in Direzione Nazionale con il consueto richiamo ai contenuti, al programma, alle attese della base, richiamo all’unità contro il pericolo mortale sferrato alla democrazia dai nemici esterni – ieri il dittatore Berlusconi e oggi il dittatore, se non peggio Salvini – ; e poi dopo poche ore si ritorna puntualmente a ciò che si diceva alla vigilia. E cioè, minacce di scissione, insulti interni, delegittimazione della minoranza e accuse violenti a chi guida il partito.

Con tanti saluti ai programmi, ai contenuti, alla base, al pericolo del fascismo alle porte, alla perdita della democrazia e bla bla bla. Con le infinite correnti che ritornano protagoniste. Ah, dimenticavo. Ogni esponente o capo corrente, come da copione, si scaglia contro il correntismo esasperato e fa appelli, sempre secondo copione, per l’unità del partito perché si è “una grande famiglia e una vera comunità”. Vabbe’, ci sta.

Ora, però, al di là del solito e collaudatissimo rituale della Direzione Nazionale, resta aperto il punto di fondo. Tutto politico. E cioè, al netto del fascismo, della dittatura, della destra illiberale e autoritaria, la sinistra italiana – sempre per nobilitare “questo” Pd – ha la forza politica, culturale, programmatica e morale per ricostruire una vera, e non virtuale, alternativa politica al centro destra in questo paese? Ha la forza, “questo” Pd, per essere realmente il perno di una alleanza che non sia una banale e grottesca coalizione dove a tavolino viene deciso chi copre il fianco sinistro, chi il fianco destro e chi il fianco centrista/ cattolico come pensano Calenda e Zingaretti?

E, in ultimo, crede “questo” Pd in una alleanza che nasce dalla società, e quindi dalla lotta politica nella società, che vuole almeno tentare di mettere in discussione il granitico “blocco sociale” che oggi ruota attorno alla Lega di Salvini, al di là delle pagliacciate sul fascismo, la dittatura e la destra illiberale? Sono questi, crediamo, i temi decisivi che andrebbero affrontati una volta per tutte. Al di là delle simpatiche e divertenti riunioni della Direzione Nazionale dove tutti i capi corrente si scagliano contro le correnti o bande invocando l’unità interna e poi, uscendo dalla Direzione, tutti commentano l’incontro a nome della propria corrente.