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DONNE PER LA POLITICA E POLITICHE PER LE DONNE: NO ALLE INGANNEVOLI SUGGESTIONI DELLA DESTRA.

La destra italiana è storicamente animata da un “familismo conservatore” che vede la donna al centro dell’attività domestica, dedicata a procreare e crescere figli, anziché spendersi in attività esterne di tipo professionale, lavorativo e sociale.

La presenza in questa competizione elettorale di una donna come leader di Fratelli d’Italia sta creando degli equivoci su cosa significhi fare delle scelte politiche che vanno effettivamente incontro alle giuste aspettative delle donne nei diversi contesti sociali, familiari e lavorativi. Vale la pena chiarirlo, altrimenti si rimane vittime di una suggestione che si rivela però assolutamente priva di effetti concreti in termini di leggi e norme che possono migliorare la condizione di vita delle donne nei diversi ambiti di azione. Una valutazione sbrigativa potrebbe portare a fare una equivalenza tra la presenza di una o più donne in posizioni di responsabilità e la realizzazione di politiche che migliorano davvero la condizione della donna nel mondo del lavoro, della famiglia o della società più in generale. Purtroppo si tratta, per l’appunto, di niente di più che suggestioni o analisi troppo superficiali.

Infatti nella sua attività parlamentare Giorgia Meloni, unitamente alle altre forze di destra, si è “distinta” per aver votato contro la norma per combattere le discriminazioni di genere, contro la norma che ha ampliato anche ai padri la possibilità di usufruire di congedi parentali per prendersi cura dei figli (facendo recuperare opportunità di lavoro alle madri), contro l’istituzione delle “quote rosa” per agevolare l’ingresso di donne in posti di responsabilità politica ed amministrativa, contro la legge che sanziona le cosiddette “dimissioni in bianco” che mortificano e umiliano quasi sempre donne che vorrebbero costruire una famiglia, contro la legge sul “dopo di noi” per aiutare le famiglie che hanno a carico persone con disabilità (e quindi anche le donne, anzi purtroppo soprattutto le donne!), contro la legge sulle unioni civili che ha regolamentato i tanti casi di coppie non sposate tutelando anche tante donne in termini civilistici e patrimoniali.

Sono solo alcuni esempi che dimostrano come la bontà delle scelte politiche non dipenda necessariamente dal sesso di chi le compie, ma dall’impostazione politica che anima l’azione politica.

E la destra italiana è storicamente animata da un “familismo conservatore” che vede la donna al centro dell’attività domestica, dedicata a procreare e crescere figli, anziché spendersi in attività esterne di tipo professionale, lavorativo e sociale. Intendiamoci, il “mestiere” di genitore è bellissimo, ma deve essere una scelta e non il frutto di un’impostazione culturale, magari anche da barattare con altre legittime aspirazioni di tipo lavorativo. Questo vale per tutti ma soprattutto per le donne, che non hanno avuto quella “solidarietà di genere” da altre donne che hanno utilizzato la loro responsabilità politica per ubbidire all’impostazione ideologica e conservatrice della destra che non ha mai sostenuto o favorito la condizione di vita al femminile.

È opportuno che le donne (ma anche gli uomini saggi) non lo dimentichino domenica 25 settembre!

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