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martedì, Febbraio 11, 2025
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Dopo la presa di Goma: il Congo verso la guerra civile?

La conquista della capitale della provincia del Nord Kivu da parte del gruppo armato antigovernativo M23 assume un ruolo chiave all’interno di una crisi tutt’altro che recente, men che meno facile da risolvere.

La situazione nella porzione est della Repubblica Democratica del Congo è precipitata definitivamente nel fine settimana, ma è dall’incipit  del 2025 che l’M23 ha rilanciato la sua offensiva, estendendo il proprio controllo in vaste aree nel Nord e Sud Kivu, prendendo nelle ultime settimane le città di Minova, nel Sud Kivu, e Masisi, nel Nord Kivu.

In linea con i dati riportati dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati , solo dall’inizio del 2025 più di 400.000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case nelle province del Nord e del Sud Kivu per fuggire dai combattimenti. A partire dalla scorsa settimana il conflitto ha vissuto un notevole aumento di intensità, specialmente a causa dall’uccisione del governatore militare del Nord Kivu Peter Cirimwami e dalla minaccia, divenuta poi concreta, di marciare su Goma.

Da allora la coalizione governativa ha subito altre perdite, tra cui la morte del comandante supremo delle Forze armate congolesi, il generale Pacifique Ntawunguka, alias Omega, e dei soldati della missione Sadc guidata dal Sudafrica e della missione Onu. congolese. Ci sono stati scontri a fuoco anche alla Petite Barrière, al confine con il Ruanda, e alla città frontaliera di Gisenyi.

Tra coloro che sono riusciti a conferire un quadro strutturato e consequenziale della situazione corrente è necessario nominare il ricercatore tedesco Christoph Vogel , specializzato nella ricerca e ricostruzione delle dinamiche geopolitiche di territori analoghi a quelli della RDC. Il ricercatore ha affermato che: “L’M23, tra i tanti gruppi armati che esistono nella regione, è sicuramente uno dei gruppi più strutturati e organizzati. Oltre a ciò, ci sono rapporti affidabili delle Nazioni Unite, secondo cui questo gruppo riceve sostegno dall’esercito ruandese. Ma un’altra spiegazione risiede anche nella debolezza delle forze armate congolesi e nella strutturazione della coalizione che sostiene queste forze”.

Difatti, non bisogna dimenticare, che già  nel novembre 2012 lo stesso gruppo armato aveva preso Goma, ma solo per due settimane, prima di ritirarsi. “Ciò che oggi è diverso – sottolinea  Vogel – è il consolidamento regionale con una moltitudine di attori coinvolti da entrambe le parti, che ricorda molto di più le guerre nella regione alla fine degli anni ’90”.

Da questo punto di vista, è chiaro che la città di Goma è oggetto di interessi strategici.

Questo perché la regione del Nord Kivu, dove si colloca Goma, è ricca di risorse minerarie altamente strategiche . Questi minerali, come coltan, oro, diamanti e stagno, attirano non solo i ribelli ma anche governi e attori economici internazionali.

Da qui si innesca una vera e propria catena di produttività ai limite della legalità, in quanto le multinazionali, attraverso il commercio non regolamentato di minerali, finanzierebbe  indirettamente i gruppi ribelli, contribuendo all’instabilità.

Alcuni paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito, sono stati criticati per il loro sostegno al Ruanda, considerato un alleato strategico nella regione, chiudendo talvolta un occhio sulle sue azioni nella RDC.

Difatti un anno fa, commentando l’accordo stipulato dal Ruanda con l’Unione europea finalizzato a promuovere catene del valore “sostenibili e resilienti” per le materie prime critiche, coltan compreso, il presidente congolese Tshisekedi ha accusato Bruxelles di essere “complice” nel saccheggio delle risorse alla Rdd: Il Ruanda oggi si costruisce grazie alle risorse rubate alla Repubblica democratica del Congo” e i minerali dell’accordo con l’Europa sarebbero “prodotti rubati” alla Rdc.

Ad oggi le testimonianze da Goma sono drammatiche: il ministro delle Comunicazioni Patrick Muyaya ha esortato la popolazione a restare in casa e proteggere la propria sicurezza mentre l’agenzia di aiuti ufficiale della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, Cafod, ha fatto sapere che acqua ed elettricità sono state tagliate in tutta la città. Le vie d’accesso a Goma sarebbero quasi tutte bloccate, cosa che impedisce alla popolazione di uscire e agli aiuti di entrare e anche le vie d’acqua sul lago Kivu sono interrotte.