La Scuola, che abbiamo presentato mercoledì assieme a Enrico Letta, vuole essere un contributo a ritrovare la bussola.
Siamo tutti frastornati e incerti, al di là di come abbiamo votato (o non votato) alle ultime elezioni.
Avvertiamo che un mondo è finito e quello nuovo ancora non c’è.
Il sentiero si è fatto nebbioso e i “capi comitiva” fanno finta – lo sanno anche loro – di sapere dove andare.
Ci serve una bussola, non ci sono santi.
Abbiamo deciso di ricercarla nella formazione, nel dialogo con persone competenti e credibili, nel coinvolgimento di giovani che abbiano voglia (e ce ne sono tanti) di impegnarsi con responsabilità, libertà e consapevolezza.
La nostra non è una “scuola di partito”.
I partiti, comunque li si voglia chiamare, sono e restano essenziali per la democrazia. E devono rigenerarsi.
Noi ci occupiamo di ciò che sta “prima” e “accanto” a questa auspicata rigenerazione.
In primo luogo vogliamo offrire ad un gruppo di giovani una occasione seria e strutturata di formazione.
Perché non basta la volontà. Serve anche la capacità, sopratutto in un contesto sempre più complesso.
Attraverso il contributo di persone preparate, studieremo la storia, il presente e il futuro possibile della nostra Democrazia, che appare oggi in forte crisi e della nostra Speciale Autonomia Trentina, anch’essa alle prese con scenari inediti e sfidanti.
Approfondiremo ciò che sta accadendo alla società, all’economia, al lavoro, alla politica: nel mondo e da noi. Cercheremo di capire le trasformazioni antropologiche e tecnologiche, nella loro potenzialità positiva e nelle insidie che esse producono ogni giorno nella nostra vita.
Abbiamo chiamato l’Associazione che promuove la Scuola “Codice sorgente. Idee Ricostruttive”.
“Codice sorgente”, perché oggi non basta più una semplice manutenzione di ciò che c’è. Si avverte la necessità di una ripartenza su basi nuove. Occorre lavorare sulle “sorgenti” dalle quali nascono i valori civili, sociali e politici. I soli che possono consentire alla nostra democrazia di ritrovare una rotta convincente. Sta qui il senso dell’emergenza educativa che non riguarda solo la politica, ma tutti gli ambiti della vita civile e sociale.
“Idee Ricostruttive”, perché dai flutti perigliosi di questo cambiamento epocale non si esce solo demolendo, ma ricostruendo nuove forme di convivenza e nuove consapevolezze responsabili. Così come è stato nella lunga e faticosa stagione di preparazione della nostra Democrazia.
C’è una seconda cosa della quale ci occuperemo, attraverso la Scuola per giovani: concorrere a stimolare un “nuovo pensiero” sul Trentino e sulla sua Speciale Autonomia.
Essa ha oggi bisogno estremo di pensiero.
In realtà, viviamo ancora di rendita in base alle intuizioni magistrali dei Fondatori.
Ma il mondo è cambiato radicalmente. E una Speciale Autonomia che si ferma e non progetta piste e terreni nuovi si affloscia sotto il peso dei suoi apparati e della sue stesse istituzioni; alimenta nei cittadini aspettative solo utilitaristiche; perde il suo “carisma” e si omologa alle tendenze globali del momento. In poche parole, smarrisce l’ambizione di essere “Comunità Autonoma”.
Esattamente ciò che accade, più in grande, alla Comunità nazionale.
Sono certo che troveremo una buona accoglienza da parte dei ragazzi e tante collaborazioni.
Partiamo già con la preziosa disponibilità di autorevoli persone che hanno accettato di far parte del nostro Comitato Scientifico e che ci aiuteranno a fare un ottimo percorso.
Per me, questo è anche un modo per “restituire” alla comunità almeno una parte del grande onore che essa mi ha dato conferendomi, per un lungo periodo, ruoli di leadership politica e di governo.
Del resto, dalle secche di questa fase della politica e della società non si esce con “trovate” nuoviste ed estemporanee. La strada è in salita. Richiede tempo, generosità ed impegno.
Richiede sopratutto nuove visioni e nuove classi dirigenti, che possono formarsi solo in una solida alleanza intergenerazionale.