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giovedì, 16 Ottobre, 2025
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Elezioni e partecipazione, vittorie da non festeggiare

Una buona politica non può limitarsi a festeggiare un risultato ottenuto con un astensionismo che supera il 50%. La politica di oggi ha perso la capacità di compenetrarsi con le difficoltà del quotidiano vivere.

Il risultato delle elezioni in Toscana non lascia spazio a commenti trionfalistici o a facili ed ingiustificati entusiasmi. Il successo di Giani e della coalizione di centrosinistra che lo sosteneva nasce infatti in un quadro di desolante abbandono delle urne da parte di oltre la metà degli elettori, che evidentemente non trovano di sufficiente qualità l’offerta politica che gli viene proposta.

Ma sarebbe fin troppo semplicistico liquidare con queste poche parole il problema del crescente astensionismo. Oggi è entrato in crisi il sistema di rappresentanza democratica ed è una crisi che riguarda l’intera società nel suo complesso. Non è in crisi soltanto la partecipazione al voto, ma anche la partecipazione alla vita dei partiti, delle organizzazioni sindacali e di diverse forme associative.

Astensionismo e crisi della rappresentanza

Una buona politica non può limitarsi a festeggiare un risultato ottenuto con un astensionismo che supera il 50%, ma si deve interrogare sulle ragioni più profonde che sono alla base della crescente diserzione elettorale. Vale per tutti, da destra a sinistra, ma vale ancora di più per il centrosinistra che ha sempre dato – e continua a dare – grande valenza ed importanza ai momenti di partecipazione diretta dei cittadini alle vicende di politica nazionale ed internazionale.

Il disincanto e la perdita di senso

Se la politica non riesce più ad incidere sulla vita delle persone, se non riesce a trasmettere un messaggio di possibile cambiamento delle condizioni di vita, se non riesce ad innescare un sogno per le famiglie e per i loro figli, difficilmente si ritroverà quella spinta che porta le persone ad impegnarsi per dare forza ad un’idea in vista del raggiungimento di un obiettivo.

L’indifferenza della politica rispetto ai bisogni della collettività e l’invarianza delle condizioni di disagio di alcune fasce della popolazione rappresentano sicuramente una parte significativa della demotivazione politica ed elettorale di tanti cittadini.

La lezione di Scoppola

Pietro Scoppola, autorevole esponente del cattolicesimo democratico, diceva che la politica è “soluzione razionale del possibile e sofferenza per l’impossibile”.

La politica di oggi ha perso la capacità di compenetrarsi con le difficoltà del quotidiano vivere. La partecipazione dei cittadini tornerà quando la politica si mostrerà capace essa stessa di partecipare alla vita delle persone, soprattutto nei momenti e nelle situazioni più complicate, se necessario anche soffrendo per loro e con loro.