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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Europa padrona del proprio destino? il governo Meloni scelga la coerenza.

Pubblichiamo la parte finale dell'intervento che ieri alla Camera la Vice Presidente di Azione ha svolto sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo (17-18 ottobre 2024).

[…] l’Europa deve assumere una sovranità diversa nel contesto geopolitico internazionale, lei [Giorgia Meloni, ndr] lo ha richiamato, e non può più permettersi di lasciare ad altri la definizione della propria identità e della propria potenza. O l’Europa diventa pienamente padrona del proprio destino, o non sarà più Europa. E questo significa, nell’ambito della difesa, una difesa comune, e questo significa, nell’ambito anche delle politiche commerciali e industriali, una visione strategica comune, e questo significa anche portare avanti politiche che valorizzino l’Europa come il luogo della produttività, anche delle componenti necessarie per le principali fasi della transizione, ivi compreso un processo di miglioramento, di informazione e di formazione alle nuove competenze.

Tutto questo è il nuovo che noi dobbiamo costruire, ma nel nuovo che dobbiamo costruire non dimentichiamoci che usare i toni che ancora oggi abbiamo sentito, che rispetto all’Europa è stato tutto sbagliato, ecco questo, invece, è qualcosa di estremamente dannoso. L’Europa non è più il sogno delle nostre madri e dei nostri padri costituenti, l’Europa è un fatto storico che ha presidiato lo sviluppo, il progresso, la libertà, la democrazia per le nostre Nazioni: o noi questo sogno lo trasformiamo ancora convintamente in un fatto che sia ancora più compiuto, oppure ci condanneremo al disfacimento, all’isolazionismo e, purtroppo, anche ad essere aggrediti da quei dittatori disumani che stanno colpendo l’Ucraina, come Putin, che è di fatto un primo attacco all’Europa.

E allora, Presidente, lo chiediamo con forza: non è possibile che nel Parlamento europeo si siano sentite le parole filo-putiniane che Orbán ha portato in quel Parlamento e non è possibile che, nel prato di Pontida, quelle stesse parole siano state pronunciate, sottoscritte da Ministri del suo Governo. Prenda le distanze da questo spirito antieuropeista, che è uno spirito antitaliano e antipatriottico perché solo nel destino europeo si potrà giocare il destino italiano. Abbia il coraggio di prendere questa distanza perché il popolo italiano glielo chiede nelle aspirazioni che sono contenute nella nostra Costituzione perché quelle aspirazioni solo nel contesto europeo si svolgono e si compiono pienamente.

Sul tema dell’immigrazione, io non mi voglio associare ai toni apocalittici che ho sentito, però diciamocelo chiaramente: la questione dell’Albania e la scelta dell’Albania è una scelta che non è efficace a risolvere il problema, che va affrontato con una strategia europea che lavori anche per un’inclusione. Penso, in particolare, al tema della forza lavoro degli immigrati, ma su questo, Presidente, – e qui chiudo – io, glielo dico da donna a donna, vorrei richiamare delle parole. Quando si parla di immigrazione, si sta parlando di vite umane e io vorrei che in quest’Aula risuonassero le parole di De Gasperi, un padre dell’Europa che aveva una sensibilità popolare, anche di radici cristiane: “Io spero, dunque, che in queste vostre riunioni, oltre alle formule unificatrici delle risoluzioni, avrete riconfermato nel vostro spirito che una cosa sola è essenziale. Questa sola esige tutti i sacrifici, questa sola esige i compromessi, esige compromessi personali, familiari, nazionali. Questa cosa è il senso unitario del consorzio umano, questo senso di fratellanza universale, al di sopra delle Nazioni e della politica, che è l’eredità e il patrimonio del cristianesimo”.

Non dimenticate mai, mai che la dignità delle persone e la vita umana vengono comunque prima di tutto, prima delle ideologie, prima delle grida, prima degli applausi scomposti e meritano queste sole il nostro impegno congiunto e cooperante nel contesto europeo.