“Anche le discussioni attorno alla legge di bilancio – si legge nell’articolo – hanno toccato il sostanziale tema, in una democrazia, relativo al dovere di pagare le tasse. È nota la richiesta di cittadini e di forze politiche di abbassarle, ma queste sono “pesanti” solo per i cittadini fedeli. La maggior parte, invece, evade o elude l’obbligo costituzionale di solidarietà”.
Mariapia Garavaglia
“Menomale, un po’ di evasione” mi è stato detto, in vista delle festività. Penso che sia vera la necessità di alleggerire almeno un po’ la tensione, anche sociale, non solo individuale, che dura da tempo: pandemia, guerra e difficoltà economica. Purtroppo ce n’è bisogno, ma la gran parte dei nostri concittadini non riusciranno a sentirsi tranquilli e senza ansia per il futuro.
Si può evadere dal carcere, da un territorio delimitato, da pensieri oppressivi, ecc. Evasione e fuga sembrano anche sinonimi, ma non sempre. Sperimentiamo che sono molte le persone che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalle catastrofi. Purtroppo si dice evasione anche dalle responsabilità, evasione dai doveri ma anche evasioni ai diritti. Perciò evasione mi suggerisce un significato che ha a che fare con una dura realtà: la evasione delle tasse. Si tratta di comportamenti che ledono la armonia sociale e che vengono superati solo dalla condivisione e dalla consapevolezza che “siamo tutti sulla stessa barca” (Papa Francesco).
Anche le discussioni attorno alla legge di bilancio hanno toccato il sostanziale tema, in una democrazia, relativo al dovere di pagare le tasse. È nota la richiesta di cittadini e di forze politiche di abbassarle, ma queste sono “pesanti” solo per i cittadini fedeli. La maggior parte, invece, evade o elude l’obbligo costituzionale di solidarietà, a sostenere con il proprio contributo tutti i servizi che lo Stato eroga per il funzionamento delle istituzioni, per le prestazioni sanitarie, scolastiche, infrastrutturali, ecc. Non contribuire con il proprio impegno alla fiscalità generale coincide anche con una minore attenzione a quei beni che sono pubblici, vale a dire di tutti, ma vengono considerati di nessuno! In tal modo si trattano male le strutture scolastiche, i muri delle abitazioni con imbrattamenti, i marciapiedi con ogni rifiuto gettato a terra ecc. Infatti solo ciò che viene pagato viene percepito come un acquisto personale, che costa e che va custodito.
Ritengo che nelle sedi e nelle agenzie educative si debba insistere su quei comportamenti di civismo che rispettino la dignità individuale ed anche gli ambienti di vita e di lavoro. Considero un vero “peccato sociale” approfittare dei pagamenti in nero da parte di coloro che invece, soprattutto se lavoratori dipendenti, non hanno la possibile di contare su somme importanti di liquidi. Credo quindi che il limite di 5 mila euro in contanti non sia nella possibilità di questi ultimi e dei… poveri. Semmai proprio per non tagliare il Sistema Sanitario Nazionale, il diritto allo studio e il reddito di sostegno ai meno capienti, si esiga una lotta senza quartiere alla evasione. Il governo in carica sostiene di aver dovuto affrontare una manovra in tempi stretti e con ristrettezza di fondi. Potrebbe valutare l’ammontare del mancato introito da parte della Agenzia delle Entrate per poter contare su un notevole budget. Pagare meno, pagare tutti è uno slogan caduto in disuso; eppure per le forze sociali questa sarebbe una battaglia valoriale sulla giustizia distributiva. Per creare lavoro servono imprese solide e aiutate anche fiscalmente invece di valorizzare la finanziarizzazione delle risorse che aumentano il plusvalore di pochi a svantaggio di molti.
Mi stupisce che soprattutto i partiti di centro sinistra non colleghino gli interessi della produzione con quelli dei lavoratori, in una sintesi di solidarietà creativa, che renda effettiva la battaglia contro le diseguaglianze che, oggi – Istat, Censis e comune sentire – denunciano essere in aggravamento. Per tutti noi cittadini sono tante le occasioni in cui possiamo trascurare o addirittura fuggire da assunzioni di responsabilità e ciò non aiuta a raggiungere quel sentimento che stiamo inseguendo, tutti, di un vissuto civile che allenti paure e incertezze riguardo al futuro. Il contrario delle varie forme di evasione è un unico rimedio: la generosità.
Le festività facciano assaporare, almeno un po’, questa atmosfera.