Il problema che in questi giorni è emerso con il decreto legge sulla sicurezza recentemente approvato dal consiglio dei ministri, deve far riflettere. E non è certamente la questione se stare con o contro Salvini come sta emergendo dal dibattito politico in corso, che risolverà il problema perché va ben oltre la mera tifoseria. Qui, ci troviamo di fronte a due aspetti: quello giuridico e quello relativo al rispetto della persona umana.
La posizione dei sindaci, chi a favore e chi contro, deve far riflettere perché il tema è delicato e molto complesso. È sufficiente leggere il decreto legge per capire che in certe sue parti sono stati violati i diritti fondamentali delle persone ma, ciò nonostante, non bisogna alimentare lo scompiglio su principi e responsabilità.
Se siamo convinti che si stia instaurando un regime autoritario non è certo bastevole la disobbedienza civile come vorrebbero fare una parte di Sindaci. Anche io sono stato Sindaco e pur essendo chiaro che sono stati violati principi fondamentali in materia di diritti umani, avrei seguito la procedura di legge ricorrendo al giudice di fronte a un evidente regresso sia culturale che etico. Ognuno deve fare bene la sua professione , ognuno deve evitare la propaganda che, come la storia insegna, non risolve i problemi ma, anzi, li accentua.
È deve essere chiaro che i Sindaci sono amministratori e che non fanno le leggi e debbono agire nell’ambito delle loro competenze, sostenendo la lotta delle forse politiche. Perché è proprio questo che manca in questo tempo strano dove la politica è venuta meno. Non c’è più dibattito e lotta politica da parte dei partiti e dei movimenti che hanno perduto la ragione nell’essere filtro tra la società e le istituzioni.
Oramai è tutto un gran casino con gran parte dei dirigenti politici nazionali che oggi dicono una cosa, domani un’altra e dopodomani si dimenticano delle affermazioni precedenti. Come Salvini che nel 2016 diceva che la disobbedienza dei sindaci alle leggi sbagliate è una virtù. Siamo di fronte a un pagare impressionante che richiede quanto prima il ritorno del buon senso che oggi, ahimè, è stato smarrito per evitare una bomba sociale.