Spiega bene l’autore che “Valboscosa è un “principato”, nel senso che è principio di un progetto, quello di acquisire terreni e alberi, sostanzialmente tutti destinati alla Silvicoltura Industriale utilizzata per Edilizia, Arredamento in Legno Massello e per Legna da Ardere. […] Per sostenersi, l’oasi prealpina non accetta denaro pubblico ma solo privato, per mezzo di donazioni. […] Il denaro raccolto viene utilizzato per curare sia i terreni già di proprietà che per l’acquisto di altre terre.
Danilo Campanella
Un nome quantomai evocativo, “Valboscosa”, che rimanda i fasti letterari della mitica Narnia. Le vallate fantastiche descritte ne Il signore degli anelli, ed altri luoghi adagiati alle nostre memorie infantili, affezionate ad Arcadia e altri luoghi dell’immaginario che non vedremo mai. Eppure Valboscosa c’è, sorta tra i vigneti della Valdilana, partorita dai fianchi delle Prealpi Biellesi. Valboscosa è un “principato”, nel senso che è principio di un progetto, quello di acquisire terreni e alberi, sostanzialmente tutti destinati alla Silvicoltura Industriale utilizzata per Edilizia, Arredamento in Legno Massello e per Legna da Ardere.
Tutto ciò che sarebbe andato “in fumo” verrà lasciato vivere, per trasformare il tutto in un santuario, che protegga le creature di boschi e vallate. Non elfi o gnomi ma la fauna tipica del Piemonte, composta da volpi e lepri, tassi e faine, cinghiali, caprioli e camosci, e i cervi, il cui bramito riecheggia nelle vallate. Il fagiano di monte, la pernice bianca e la coturnice abbelliscono, con il loro piumaggio e i loro cinguettii, l’oasi verde. Si, perché il Principato di Valboscosa è un ente ecologista, il cui obiettivo è e vorrà essere la conservazione della fauna e della flora, preservando i boschi di conifere, e di latifoglie, composti da castagni e frassini, dalla bellezza dei faggi a quella degli aceri montani, betulle e roveri. Il Principato di Valboscosa si trova nei pressi di Montaldo Torinese (BI), mentre la sede legale è a Milano.
Gli alberi esistenti attualmente nella Tenuta sono in prevalenza Querce, Faggi, Castagni, Carpini e Robinie, e Vigne, impiantati da oltre 20 anni. In seguito alla morte del proprietario dei terreni 23 anni fa, sono stati abbandonati a loro stessi; necessitano quindi di cure adeguate: ogni albero deve avere il suo spazio pulito per una crescita sana, necessitano di potature e visite per verificare che insetti e piante parassite (e il cambiamento climatico) non mettano a rischio la vita dell’albero o ne pregiudichino la crescita e lo sviluppo, come anche la vita degli animali del bosco, come ricci e tassi, che vivono in simbiosi con la flora locale. All’interno di questo grande progetto, è previsto l’inserimenti di Arnie, in modo tale che l’impollinazione delle api sia garantita e i fiori possano essere regolarmente impollinati. Un altro tassello, per riequilibrare l’ambiente in passato sfruttato, poi abbandonato dall’uomo, è quello di attirare gli insetti, veri e propri operai della vita selvatica. Per questo motivo l’amministrazione di Valboscosa, sulla scia di altri esperimenti che, nel mondo, hanno portato ottimi risultati, ha previsto la costruzione di “Hotel Per Insetti,” costruiti con materiale biologico ed ecosostenibile e che attireranno nuova fauna selvatica e volatili.
Per sostenersi, l’oasi prealpina non accetta denaro pubblico ma solo privato, per mezzo di donazioni. In cambio, offre l’idea di Regalo Unico: una pergamena che vuole riconoscere nel benemerito donatore una “nobiltà d’animo”, attraverso una nomina, personale o di coppia, come descritto sul sito dell’ente (valboscosa.com), un titolo nobiliare decorativo, simbolico, ecologista. Il denaro raccolto viene utilizzato per curare sia i terreni già di proprietà che per l’acquisto di altre terre che, attualmente, si trovano nelle stesse condizioni. Il fine resta il medesimo: togliere dall’industria alberi e popolo dei boschi per trasformare quanto più territorio possibile in una grande oasi naturale. L’espansione eventuale del “Principato” porterà all’estensione del progetto anche nelle zone del Sud Italia.