Fondazioni decisive per la presenza dei cattolici nella vita pubblica.

I partiti oggi sono gusci vuoti. Per quanto riguarda la cultura, il pensiero e la storia del cattolicesimo politico nel nostro paese, il ruolo delle Fondazioni assume una importanza straordinaria.

I partiti personali, i partiti del capo e i cartelli elettorali, com’è noto a tutti, non producono pensiero politico e né, tantomeno, elaborazione culturale. E questo perché, com’è altrettanto noto, è sufficiente amplificare e divulgare il verbo del ‘capo’ e tutto finisce lì. Anche perché chi non lo condivide o non fa parte di quel partito o di quel cartello elettorale oppure, e specularmente, non conta nulla in termini politici e progettuali all’interno di quei contenitori.

Ora, a fronte di questa situazione che difficilmente cambierà a breve, è indubbio che se la politica vuole ritrovare il suo giusto ruolo, la sua funzione e la sua autorevolezza non può prescindere da uno sforzo di elaborazione culturale. E questo compito, non potendo più arrivare dagli involucri vuoti e del tutto formali dei partiti politici italiani, non potrà che essere assolto da altri strumenti. E tra questi strumenti spiccano indubbiamente le Fondazioni. Mi riferisco, nello specifico, a quelle Fondazioni che rivestono un ruolo importante e qualificato nel campo della ricerca, della memoria e anche della elaborazione politica e culturale. E, per fermarsi a quelle che affondano le loro radici nella cultura del cattolicesimo politico, sociale e popolare del nostro paese, non possiamo non citare le principali: dalla Fondazione Sturzo alla Fondazione Donat-Cattin; dalla Fondazione De Gasperi alla Fondazione Pastore. Per citare le principali. Ma esistono, come ovvio, molte altre Fondazioni riconducibili ad altre culture politiche che contribuiscono in modo potente a rilanciare e, al contempo, a riscoprire gli elementi decisivi di altre storiche culture politiche.

Certo, non passa attraverso il ruolo delle Fondazioni l’elaborazione programmatica dei molti partiti personali e dei rispettivi cartelli elettorali. Ma è indubbio che se vuoi caratterizzarti sotto il profilo dei valori, della cultura di riferimento e della stessa progettualità politica, le iniziative delle Fondazioni rappresentano una fonte inesauribile. Anche perché le singole iniziative si muovono su più fronti: dalla presentazione di libri alla rilettura critica del “magistero” politico, culturale ed istituzionale di molti leader e statisti del passato; dalla produzione di docufilm su argomenti specifici all’approfondimento di temi che sono in cima all’agenda politica e culturale nazionale. Per non parlare delle pubblicazioni che periodicamente vengono prodotte dalle singole Fondazioni. E non è un caso, del resto, che sono molti gli esponenti politici – almeno quelli che ritengono che una cultura politica di riferimento rappresenti ancora un asset decisivo e strategico per essere presenti nella vita pubblica – che si rifanno alla concreta attività delle Fondazioni per attingere elementi e spunti in vista della definizione e della costruzione dei rispettivi progetti politici. Certo, non parlo dei partiti e dei cartelli elettorali populisti, demagogici e anti politici dove

la parola d’ordine era, e resta, quella di criminalizzare ed archiviare tutto ciò che è seppur vagamente riconducibile al passato.

Ecco perché, almeno per quanto riguarda la cultura, il pensiero e la storia del cattolicesimo politico nel nostro paese, il ruolo delle Fondazioni assume una importanza straordinaria e, oserei dire, quasi decisiva per la stessa presenza dei cattolici nella vita politica contemporanea. Un elemento, questo, da cui non si può prescindere se si vuole continuare ad essere all’altezza della situazione e non limitarsi, come cattolici popolari e sociali, a giocare un ruolo gregario ed ininfluente nella cittadella politica italiana.