A Gaza ci si muove contro voglia dalle proprie case non pronte a scansarsi dalle bombe che piovono. C’è una gentilezza di fondo anche nella guerra. Dall’alto, piovono volantini che si librano nell’aria quasi portassero buone notizie da afferrare prima che precipitino, al pari di stelle comete che si spengono gradualmente al termine della missione, altrimenti perdono il valore del dono e della sorpresa. Da lontano possono confondersi in aquiloni. Subito dopo la mancanza di tiranti ti dice che non li comandi e puoi solo goffamente inseguirli o attendere che ti si posino addosso come tu fossi un fortunato prescelto da una sorte amica.
La fuga verso Sud
Ti dicono che devi sloggiare verso Sud perché da lì a poco sarà l’inferno. Sarà un sudario tutto da guadagnare. È il gioco preferito dei bambini, afferrarli a volo per contare poi chi sia stato più bravo. Durante il viaggio, chi a piedi, chi su un carretto, ciascuno sembra munito, comunque, di un materasso da conservare. È utile in caso di fine corsa. Quando verrà il momento ti troverà sdraiato al punto giusto, non completamente a terra. Così la morte non si sporcherà per impacchettarti e il tuo corpo.
Gli animali e la guerra
Lungo la strada una scia di escrementi in bella vista, a meno che non si approfitti del mare che la costeggia. Se un giorno volessero tornare impareranno da Pollicino come si fa anche se non sarà il pane a fare da guida.
Asini e cavalli lasciano a malincuore la loro stalla, non capiscono tutto quel trambusto e soprattutto sospettano che ad un certo punto del cammino faranno da biada per i loro padroni.
L’Eldorado promesso
Minerva è la Dea della guerra giusta, sarà per questo la ragione che da quelle parti la zona si è fatta un trucco di proiettili da rossetto e crateri da riempire con cipria di polvere da sparo. Un tal Smotrich, ministro israeliano, ha detto che Gaza sarà alla fine del conflitto un Eldorado per affari e investimenti, una autentica miniera d’oro che consentirà di rifarsi anche delle spese sostenute per far sloggiare i Palestinesi.
La ricchezza che ne verrà sarà più fertile e rapida delle ossa dei morti sparsi tra i detriti delle case abbattute, spiazzerà la vita precedente sempre in competizione con la morte.
Hamas conserva sempre il suo bottino, i prigionieri a cui non intende rinunciare. È un paese dorato che hanno già in pugno. Dichiarano di non temere l’Inferno minacciato da Trump. Del resto, ne sono abituati da tempo e ci sguazzano alla grande. È giunta l’ora di un magico “reset”. Per tutte le parti in gioco, finalmente, i sogni di gloria diventano realtà.