21.1 C
Roma
mercoledì, 21 Maggio, 2025
Home GiornaleGaza, parole di verità. Olmert accusa, Londra reagisce

Gaza, parole di verità. Olmert accusa, Londra reagisce

L’ex premier israeliano parla di “guerra senza scopo”. La Gran Bretagna sospende i negoziati con Israele e prepara sanzioni contro i ministri responsabili dell’escalation militare e umanitaria a Gaza.

Nel cuore del conflitto che insanguina Gaza, arriva una voce che scuote e impone riflessione. È quella di Ehud Olmert, già primo ministro d’Israele, che in un’intervista alla BBC ha denunciato con parole inequivocabili la deriva delle operazioni militari in corso. “Ciò che Israele sta facendo ora a Gaza è molto vicino a un crimine di guerra”, ha dichiarato. E ancora: “Una guerra senza scopo, senza alcuna possibilità di ottenere un risultato che possa salvare la vita degli ostaggi”.

Olmert non è nuovo a posizioni critiche, ma la sua condanna è oggi più netta e urgente che mai. A sconvolgere è l’evidenza – da lui stesso sottolineata – che a morire sono migliaia di civili palestinesi e numerosi soldati israeliani, in una spirale che tradisce ogni logica difensiva. “Da ogni punto di vista, questo è odioso e oltraggioso”, ha detto. Condannando Hamas come “assassini”, ha però distinto con forza la necessità di combattere il terrore dalla tragedia di colpire innocenti. “Non stiamo combattendo civili innocenti. E questo deve essere chiaro”.

Ma alle parole, oggi, fanno eco anche atti concreti sul piano internazionale. Dopo settimane di appelli inascoltati, è il governo britannico a rompere l’equilibrio della cautela diplomatica. Il premier Keir Starmer si è detto “inorridito” dall’escalation a Gaza, chiedendo il cessate il fuoco immediato e un aumento urgente degli aiuti umanitari.

Il ministro degli Esteri, David Lammy, ha annunciato la sospensione dei negoziati per un accordo commerciale con Israele e convocato l’ambasciatore a Londra, esprimendo la posizione del Regno Unito in termini netti: “Il blocco degli aiuti a Gaza è crudele e indifendibile”. In queste ore, si valutano sanzioni mirate contro tre figure chiave del governo Netanyahu: i ministri Smotrich, Ben-Gvir e Katz, ritenuti responsabili dell’indurimento della linea militare e politica.

In un tempo in cui il silenzio della comunità internazionale rischia di diventare complice, l’appello di Olmert e la decisione del Regno Unito segnano una frattura. La questione non è più solo militare: è morale, è politica, è umanitaria.

Nel disordine globale, una voce di verità e un atto di responsabilità possono ancora aprire uno spiraglio. Ma serve coraggio. Anche in Europa.