La dura lotta che vuole intraprendere Boris Johnson contro i cambiamenti climatici sta suscitando confusione e malumore tra i ranghi del suo Partito.

Infatti  Johnson non soltanto ha annunciato che sarà anticipato di cinque anni, e cioè al 2035, il divieto totale di vendita nel paese di veicoli privati alimentati a diesel o a benzina; ma nel suo annuncio ha incluso pure le auto ibride.

Non certo un incentivo a dotarsi di questo tipo di auto che comunque inquina assai meno di quelle a diesel o benzina.

Decine di migliaia di automobilisti che sono stati incentivati ​​dal governo ad acquistare auto ibride credendo nell’opzione rispettosa dell’ambiente, ora temono che il loro valore crollerà con l’avvicinarsi del divieto.

A questo poi si aggiunge anche il rischio che l’attuale bonus di 3.500 sterline per l’acquisto delle auto elettriche non sia rinnovato alla scadenza fra due mesi, perché a quanto pare i ministri competenti preferirebbero incentivare piuttosto la creazione di una vasta rete di colonnine di ricarica lungo le strade del paese.

Questa incertezza si inscrive poi in un clima di dubbi sugli obbiettivi ambientali stabiliti dal precedente governo conservatore e confermati dall’esecutivo guidato da Boris Johnson: si vuole cioè che il paese entro il 2050 arrivi all’obbiettivo “zero net emissions”, il sostanziale pareggio tra emissioni nocive ed utilizzo di fonti di energia ecologiche e rinnovabili.

Si tratta di un obbiettivo che rivoluzionerà la struttura economica, danneggiando certe aziende e favorendone altre; che a livello sociale ad esempio richiederà di modificare i sistemi di riscaldamento di tutte le case del paese nonché molti e diversi altri interventi, comportando enormi esborsi da parte dello Stato ed una spesa forse insostenibile per cittadini e consumatori.