Il governo del qualunquismo nazionalista (mi pare più chiaro chiamarlo così, anziché populismo sovranista) sta seguendo una precisa strategia di comunicazione politica. Il qualunquismo non aiuta a capire i problemi (che sono sempre molto complessi) e li annacqua nella banalità, il nazionalismo isola il Paese che oggi, vive in un mondo senza barriere e senza confini.
Le forze oggi al governo vogliono riaffermare da un lato l’invidia, il rancore sociale verso chi nella vita e’ riuscito a costruirsi qualcosa un po’ più della media, e, dall’altro, che in Italia serve un uomo forte (possibilmente solo al comando) che decida al di là delle leggi, degli accordi internazionali e delle istituzioni dello Stato. Tutto viene vissuto come un fastidio al decisionismo di chi comanda.
È evidente il tentativo di stravolgere lo spirito della Costituzione democratica che fu scritta insieme da forze politiche molto lontane fra loro ma tutte unite dall’idea di costruire uno Stato basato sul libero confronto, sull’inclusione, sulla capacità di tenere insieme interessi, visioni filosofiche e religiose del tutto diversi fra loro. L’idea di fondo era che il popolo italiano e’ fatto da 60 milioni di teste diverse che vanno tenute insieme in una convivenza pacifica e operosa.
La comunicazione del governo qualunquista-nazionalista oggi vuole mettere i pensionati che percepiscono meno di una certa cifra contro coloro che prendono di più; la gente con la pelle bianca contro la gente che ha la pelle di un altro colore; gli utenti dei servizi contro gli imprenditori che forniscono i servizi; i cittadini contro la pubblica amministrazione ecc.
L’opposizione alla TAV che collegherà Torino con Lione e con il resto dell’Europa, l’opposizione al TAP che dovrà portare gas liquido dal Kazakistan (attraversando numerosi Stati) e ridurre il costo delle fonti energetiche in Italia e la dipendenza da una sola fonte di approvvigionamento, il desiderio di trasformare l’Ilva, la più importante acciaieria d’Europa, in un “parco giochi”, rischiando di fare fuggire investitori stranieri, il tentativo di rinazionalizzare Alitalia (sempre a spese del cittadino contribuente), il rifiuto di ospitare le Olimpiadi a Roma rinunciando a miliardi di euro per “rifare nuova la città ” , sono evidenti segnali di una politica che vuole deindustrializzare il Paese, di una “decrescita felice”. E nel frattempo ci godiamo le infrastrutture costruite dalle precedenti generazioni e se poi cadono….. . (ricordo l’opposizione alla costruzione di una via alternativa al ponte Morandi di Genova).
Una visione disperante del futuro che mi rifiuto di accettare e combatterò sempre perché le nuove generazioni meritano di meglio.
In sostanza oggi in Italia c’è un governo dove convive un’anima pauperista e contraria alle grandi opere e allo sviluppo e un’anima autoritaria che vede le leggi come ostacoli alla onnipotente volontà politica.
Trovo molto grave oggi la ricerca della contrapposizioni fra segmenti diversi della società, soprattutto in questo periodo di lunghissima crisi economica nazionale e internazionale. Solo se il Paese resterà unito potremo costruire un futuro dignitoso per le giovani generazioni. Questo dovrebbe esser il compito del governo. E per questo tutti i democratici debbono impegnarsi.