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sabato, 15 Novembre, 2025
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Il grande equivoco del centro nel campo largo

La galassia dei centristi nel campo largo e l’impossibile eredità della Margherita. Per altro, non è facile censire tutte le sigle, i piccoli partiti e movimenti ai nastri di partenza.

La coalizione egemone della sinistra

Diciamocelo con franchezza. È persino divertente registrare sulla stampa compiacente la galassia dei centristi – o sedicenti tali – che affollano il cosiddetto “campo largo”. Cioè l’alleanza della sinistra progressista saldamente guidata dalle quattro forze politiche che compongono ed esauriscono la coalizione, e che ne sono oggettivamente egemoni:

la sinistra sempre più radicale e massimalista del Pd della Schlein; la sinistra spiccatamente estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis; la sinistra populista e trasformista dell’ineffabile capo dei 5 Stelle Conte; e la sinistra di piazza e di classe, quella pan-sindacale guidata dal segretario della Cgil Landini.

I “centristi” che bussano alla porta del campo largo

Quel che incuriosisce, in questa fase politica liquida, confusa e contraddittoria, è la volontà dei centristi – o sedicenti tali – di far parte a tutti i costi di questa coalizione. Ovviamente guardando la partita dalla tribuna, perché in campo i giocatori titolari, e protagonisti, sono altri.

Non è facile censire tutte queste sigle, partiti e movimenti ai nastri di partenza. Ma si può tentare.

Renzi e la “Casa riformista”

Si comincia da Matteo Renzi, che ha sciolto il suo partito personale, Italia Viva, per dar vita a una fantomatica “Casa riformista”. L’obiettivo è noto: ottenere una manciata di seggi gentilmente elargiti dall’azionista di maggioranza della coalizione, cioè il Pd della Schlein.

I civici di Bettini e Onorato

Seguono i “civici” guidati dall’assessore romano Alessandro Onorato, operazione nata e organizzata dall’ex comunista e dirigente dem Goffredo Bettini, con la presenza di amministratori Pd o di area Pd. Un classico meccanismo da “porte girevoli”: un prestito di uomini e donne per costruire la cosiddetta “gamba moderata e civica” della coalizione di sinistra, sempre sotto l’egida del Pd.

Il movimento dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate

Terzo, il movimento dell’ex capo dell’Agenzia delle Entrate Ruffini: un progetto che ricorda l’espressione di Mino Martinazzoli sui “cattolici professionisti”. Un’operazione che ambisce a rappresentare una sorta di “crema” del mondo cattolico impegnato, sul modello prodiano: i famosi “cattolici adulti”.

I centristi del Pd

Poi ci sono i centristi interni al Pd, accucciati – modello Delrio/Guerini – in attesa di qualche riconoscimento in vista del 2027, nonostante il partito sia ormai spostato in modo radicale e organico a sinistra.

L’inevitabile candidatura dei 5 Stelle

Infine, la novità più significativa: la possibile candidatura del partito populista per eccellenza, i 5 Stelle, guidati dal principe del trasformismo politico italiano, Giuseppe Conte. Per dirla con Donat-Cattin: “capace, capacissimo, capace di tutto”. Inclusa – perché no – la rappresentanza dell’area moderata e centrista.

Un progetto alternativo alla Margherita

Scusandosi per non aver citato decine di gruppi locali che si autocandidano a rappresentare il centro nel “campo largo”, l’autore giunge alla conclusione: tutti questi tentativi sono radicalmente, strutturalmente e scientificamente alternativi al progetto che, nei primi anni Duemila, prese il nome di Margherita. Un progetto autonomo, autenticamente riformista, democratico, con una chiara cultura di governo, nato non per concessione della sinistra ma per una vocazione riformista propria.

L’elettorato centrista guarda altrove

Ecco perché l’elettorato centrista e moderato continuerà a guardare altrove o, purtroppo, astenersi.

Ecco perché è sempre più necessaria una iniziativa politica seria, credibile e coerente, capace di raccogliere le istanze dell’universo centrista e moderato per trasformarle in un progetto politico altrettanto credibile.