È del tutto aperto il dibattito sul ruolo del Parlamento nella democrazia contemporanea. E questo al di là della furia populista e demagogica dei 5 stelle di “aprire il Parlamento come una scatola di tonno” oppure, e peggio ancora, per la voglia di questo partito di mettere radicalmente in discussione la stessa democrazia rappresentativa e parlamentare. Soprattutto in un momento in cui, di fatto, la democrazia è sospesa perchè le decisioni che vengono assunte dal Governo e dal suo Premier richiedono sempre di più urgenza e rapidità. In un contesto, purtroppo, dominato da una drammatica e del tutto inedita emergenza sanitaria nazionale ed internazionale che ha sconvolto il profilo e la fisionomia del nostro stesso sistema. Nel caso specifico del sistema sanitario nazionale. 

Ma il ruolo del Parlamento, la sua funzionalità e il suo ruolo proprio adesso rischiano di essere messi clamorosamente in discussione. 

Innanzitutto per la richiesta di una maggior rapidità delle decisioni. Il Parlamento, e la democrazia rappresentativa, com’è del tutto evidente, hanno le loro regole e la loro prassi. Se comincia a prevalere la tesi,e a consolidarsi, che si decide meglio in fretta e da soli è del tutto evidente che il dibattito parlamentare non è altro che una semplice perdita di tempo. E, di conseguenza, da ricorrerci il meno possibile. 

In secondo luogo la scarsa rilevanza e il peso politico sempre meno marcato dei parlamentari. Ora, pur senza entrare nel merito del dibattito sul numero dei parlamentari e del futuro referendum, è indubbio che la progressiva caduta di autorevolezza dei parlamentari da un lato e lo scarso livello politico del dibattito e del confronto parlamentare dall’altro sono e restano all’origine di questa decadenza di un istituto seppur decisivo e centrale della nostra democrazia rappresentativa e costituzionale. 

In ultimo, e forse è la ragione decisiva, la personalizzazione e la verticalizzazione della politica non solo hanno contribuito a depotenziare il ruolo dei partiti ma, soprattutto, hanno ridotto il Parlamento a semplice cassa di risonanza delle decisioni prese ed assunte dai capi partito. Intendiamoci, questa deriva non nasce solo con questa terribile e devastante emergenza sanitaria. Ma è indubbio che proprio questa emergenza ha contribuito prepotentemente a questa caduta di credibilità e di autorevolezza dell’istituto parlamentare. E, quel che è più grave, il tutto avviene senza una reazione non dico della stragrande maggioranza dei parlamentari – il che non stupisce essendo lo stipendio ed i relativi benefit quasi la ragione esclusiva per molti di loro che tremano al solo pensiero della scadenza della legislatura… – ma neanche con un altrettanto ed indispensabile dibattito politico e giornalistico, salvo rare eccezioni di qualche costituzionalista o di esponente illuminato della cosiddetta prima repubblica. 

Ecco, forse è anche giunto il momento, in un contesto che sarà sempre più caratterizzato da una indispensabile e necessaria ricostruzione morale, politica, sociale e soprattutto economica e produttiva, di non disperdere il ruolo, la funzione e la valenza del Parlamento. Perchè un Parlamento silente o accantonato rispetto agli altri poteri non solo indebolisce la democrazia ma, addirittura, crea le condizioni per una democrazia autoritaria e autocratica. Elementi che non solo restano estranei all’impianto della nostra Costituzione ma sono nocivi anche per un serio e credibile piano di ricostruzione del nostro paese dopo questa terribile emergenza sanitaria. Per la qualità della democrazia e non per la considerazione dei parlamentari.