Il premierato avanza, Prodi e Calenda sparano a zero.

Riscritto in Aula al Senato l’art. 89 della Costituzione in materia di controfirma degli atti del Capo dello Stato. Prodi sostiene che la riforma altera l’equilibrio dei poteri. Calenda: "Ci opporremo strenuamente".

Via libera dell’aula del Senato all’articolo 4 del ddl di riforma costituzionale sul premierato. La norma, introdotta nel corso dell’esame in Commissione su proposta del senatore di maggioranza Marcello Pera, sostituisce interamente il primo comma dell’articolo 89 della Costituzione, in materia di controfirma degli atti del Capo dello Stato.

Si stabilisce, infatti, che in linea generale, gli atti del presidente della Repubblica sono controfirmati dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. Si prevede inoltre che non necessitino di controfirma una serie di atti, ossia la nomina del presidente del Consiglio dei ministri, la nomina dei giudici della Corte costituzionale, la concessione della grazia, la commutazione delle pene, il decreto di indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi alle Camere, il rinvio delle leggi alle Camere.

Intanto la riforma continua a sollevare profonde obiezioni. Alcune le ha riproste ieri Romano Prodi dialogando con la direttrice di QN, Agnese Pini, nel corso di un “Dialogo su diritti, politica e processi di integrazione” alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano.

“Le democrazie raramente muoiono di colpo” – ha detto il Professore – semmai “patiscono eccezioni. Il problema è vedere quali sono queste eccezioni: il nostro governo ha fatto una scelta che l’ha messa straordinariamente in sicurezza, quella di aver scelto una politica estera assolutamente ‘amerikana’. Poi però c’è il problema dell’aumento dell’autorità nell’informazione, nelle nomine, ecc. ecc.. La proposta del premeriato non è una rischio diretto della democrazia ma è una trasformazione della democrazia perché è un cambiamento dell’equilibrio dei poteri”.

“L’idea che in Italia possa arrivare un regime autoritario nella situazione europea di adesso è impensabile, ma ci sono delle dosature che sono molto delicate e su queste si deve concentrare l’attenzione. Io sono fortemente legato ad una democrazia con l’equilibrio dei poteri: io ho chiesto due volte il voto di fiducia perché nella mia testa il Parlamento è il punto di riferimento del mio concetto di democrazia. Quando lo vedo sempre meno importante e c’è un progetto che dice che sarà assai meno importante, personalmente mi preoccupo”. 

Anche Calenda, intervenendo a Otto e mezzo su La7, è stato drastico. “Il governo usa il premierato per nascondere che non ha fatto niente a riguardo di ciò che conta per i cittadini. È una riforma stupida, se nessun Paese ce l’ha dovremmo riflettere. Ci opporremo strenuamente”.