La dinamica della vicenda
Anche a distanza di giorni, la vicenda del presunto “complotto” del Quirinale ai danni del Governo Meloni ispira più di qualche riflessione e non certo nella direzione complottistica maldestramente intentata dalla destra.
Potrebbe bastare fare riferimento al rigore istituzionale del Presidente Mattarella e alla correttezza delle persone che lo coadiuvano, ma questo risulterebbe insufficiente all’orecchio di chi pensa e agisce in una logica complottistica.
La valutazione dell’accaduto non può prescindere dal momento nel quale si verifica: subito dopo la riunione al Quirinale del Consiglio Supremo di Difesa, che ribadisce il convinto sostegno dell’Italia all’Ucraina; un chiarimento voluto da Mattarella e che si pone in chiara divergenza con il pensiero di Trump, risultando a sua volta difficile da sostenere per la Premier Meloni.
Palazzo Chigi contro l’arbitro costituzionale
Ma non è tutto. Oggi Palazzo Chigi – al di là di dichiarazioni e comunicati ufficiali – vede il Quirinale come un ostacolo alla realizzazione di atti e norme spesso in conflitto con la Carta Costituzionale e quindi non si perde occasione per cercare di assestare qualche colpo alla credibilità del Capo dello Stato.
Fortunatamente non è un’operazione semplice, vista la vasta stima e il consenso che accompagnano il lavoro di Sergio Mattarella da più di dieci anni a questa parte.
Ma il vero pericolo è che sia proprio la Premier a cercare un pretesto per arrivare a una fibrillazione politico-istituzionale che possa portare anche ad anticipare le prossime elezioni politiche. Sarebbe un evento che coglierebbe impreparato il centrosinistra, aprendo la strada a un sicuro bis del centrodestra, che porterebbe in Parlamento una maggioranza molto utile al momento del rinnovo della Presidenza della Repubblica, che avverrebbe nel pieno della nuova legislatura.
Un risultato pieno del centrodestra non sarebbe invece altrettanto certo nel caso di elezioni alla scadenza naturale della legislatura corrente e questo complicherebbe il piano per conquistare il Palazzo del Colle.
L’ombra del Quirinale e il sogno di Meloni
E su questo ha ragione Renzi, perché la Meloni ha sicuramente il sogno nel cassetto di diventare anche la prima donna al Quirinale e non si risparmierà per raggiungere l’obiettivo.
Per questo puzza molto di strumentalizzazione il tentativo di attaccare il Quirinale utilizzando una battuta in libertà, carpita (è necessario chiarire come e da chi…) durante una cena dai contorni rilassati e goliardici, in un contesto che non aveva nulla di istituzionale, né tantomeno di complottistico.
La macchina del fango e la farsa comunicativa
Si pensi poi alla forzata e incredibile narrazione costruita dalla testata con il nome più presuntuoso che esista (La Verità, pensate un po’…): viene sparato un titolone con due clamorosi falsi, chiamando impropriamente in causa il Quirinale e parlando di consiglieri che tramano.
E per essere sicuri di fare fino in fondo una magra figura, hanno pensato bene di lasciare “esternare” sulla vicenda tal Galeazzo Bignami, soggetto noto alle cronache per il suo travestimento da soldato tedesco delle SS.
Flaiano avrebbe sintetizzato la situazione definendola “grave ma non seria”. Seria non lo sarà mai con questi personaggetti in campo, ma bisogna vigilare affinché non diventi gravissima.
Un tema di riflessione per tutti coloro che sono chiamati a organizzare la proposta politica alternativa all’attuale destra, che non ha ancora chiara la differenza tra governare e comandare.

