Il capo virtuale del Pd, Goffredo Bettini, l’ha giurata di fronte a tutti, cioè su alcuni organi di informazione: il rimpasto s’ha da fare. E quindi, com’è noto, si farà. E questo per un semplice e persin banale motivo. Tutto ciò che è successo sino ad ora durante la segreteria Zingaretti è stato preceduto/annunciato da Bettini. E quindi anche questa volta, accompagnata dalla solita smentita che conferma l’assunto, il rimpasto di governo ci sarà. Come sempre capita da svariati lustri nella politica italiana, il tutto viene riassunto e affrontato nel cosiddetto “totonomine” che ormai campeggia su quasi tutti gli organi di informazione. Conosciamo già le ambizioni sfrenate dei vari pretendenti che si faranno sempre più stringenti di settimana in settimana e i potenziali, e conseguenti, “trombati” a cui verrà dato un momentaneo benservito. Insomma, tutto secondo copione.
Ma, al di là delle ambizioni sfrenate e della voglia di potere di tanti, quello che mi preme sottolineare è che il tutto avviene in una cornice trasformistica degna di nota. Quello che sta avvenendo attorno a Berlusconi, per fare un solo esempio, in questi ultimi giorni è francamente singolare se non addirittura comico. E cioè, le tonnellate di insulti, di attacchi personali, di diffamazioni e di contumelie rovesciati per almeno 25 anni addosso al leader di Forza Italia non solo sono stati sospesi in questi ultimi tempi ma, addirittura, si sono trasformati rapidissimamente in elogi sperticati se non quasi in una sorta di pre “santificazione” politica e pubblica. Per il momento non ancora privata, ma arriverà pure quella… Ora, come possa essere possibile, e credibile, un rimpasto di governo in un contesto del genere lo lascio ai lettori del Domani d’Italia. Perchè, per citare il mio “maestro” politico Carlo Donat-Cattin, francamente questi “sono capaci, capacissimi, capaci di tutto”. E se fosse proprio il simpatico Di Maio a proporre un esecutivo allargato all’apporto responsabile e decisivo – i due termini li invento io – di personaggi riconducibili o indicati dal capo di Forza Italia? Il Pd il nodo lo ha già sciolto. La beatificazione politica è già stata sdoganata da Bettini. Per la sinistra di Bersani l’unica cosa che conta è restare al potere, e quindi il problema non viene neanche discusso. Restano, appunto, i 5 stelle. Ma se questo tema viene affrontato, e risolto, come altri argomenti il dado è tratto. Ne ricordiamo solo alcuni, i più simpatici. “Mai alleanze con i partiti”, “mai l’abolizione del secondo mandato”, “mai trasformarsi in partito”, “mai l’alleanza con il Pd”, “mai con quelli della casta” e via discorrendo. Ci fermiamo qui perchè per completare l’elenco ci vorrebbe un pamphlet.
Ecco perchè, senza farla tanto lunga, il prossimo sarà un rimpasto di governo non solo divertente per i nomi – su questo versante è sempre tutto uguale perchè viene riproposto sempre lo stesso copione – ma per le piroette e per le capriole politiche che ci saranno. Con una unica conclusione certa e granitica: la coerenza politica e i comportamenti politici trasparenti saranno un semplice optional. Appunto, “capaci, capacissimi, capaci di tutto”.