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venerdì, 6 Giugno, 2025
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Il voto come dovere civico: partecipare è atto di responsabilità democratica

Non è solo un diritto o una facoltà, ma un dovere verso la comunità. Lo ricorda la Costituzione e lo impone il senso civico, soprattutto in vista dei prossimi referendum.

In prossimità del prossimo appuntamento referendario è opportuno fare un chiarimento sull’inquadramento costituzionale del voto, che viene sempre presentato come un diritto e quindi come una facoltà che l’elettore può decidere di utilizzare o di non utilizzare. Ma in effetti le cose non stanno proprio così.

L’articolo 48 della Costituzione recita infatti: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.” Come si può notare non si parla di un diritto, ma di un “dovere civico”, ovvero di un’azione che il cittadino è chiamato a svolgere in quanto componente di una comunità che, attraverso il meccanismo di democrazia rappresentativa, regola la vita comunitaria con il suo sistema di relazioni.

La partecipazione al voto – nello spirito della Costituzione – si configura quindi come un’assunzione di responsabilità, come un diritto-dovere nei confronti della comunità. Il voto è presupposto per un diffuso e condiviso senso civico.

Recuperare il senso autentico della partecipazione

L’abitudine a definire da sempre il voto solo come un diritto ha indubbiamente generato l’equivoco che, almeno in parte, ha portato alla riduzione della partecipazione con i risultati che conosciamo. Va invece recuperato il concetto di “dovere civico” come forma di rispetto per la comunità e per la sua necessità di autoregolarsi in modo democratico.

Il referendum e la responsabilità diretta dei cittadini

Nel caso specifico dei referendum – strumento di democrazia diretta per eccellenza – non si tratta di votare per forze politiche o per candidati che potrebbero disattendere degli impegni o delle aspettative, ma si vota per modificare (o non modificare) direttamente delle leggi attualmente in vigore. È un’occasione che viene offerta ai cittadini (con le modalità e i limiti previsti per l’istituto referendario dall’art. 75 della Costituzione) per svolgere di fatto una funzione legislativa, che appartiene in via primaria ed ordinaria al Parlamento.

Per una comunità il voto è una prova di maturità, di consapevolezza e di rispetto degli strumenti della democrazia; gli appelli alla “diserzione” sono sempre sbagliati, da qualunque parte provengano. Ovviamente, parliamo del voto effettivamente espresso – secondo le proprie convinzioni – sulla scheda, non certamente di vuote ed inutili passeggiate ai seggi per fare non si sa bene cosa.