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mercoledì, Febbraio 26, 2025
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Imperialismo e ricostruzione: la dura realtà dell’Ucraina post guerra.

“…è evidente che proposte come quella americana vengano lette da queste parti come forme di strozzinaggio legalizzato”. Riportiamo per gentile concessione degli autori, corrispondenti di guerra, la parte finale dell’articolo pubblicato stamane su “La Ragione”.

(…) Secondo le stime della Banca mondiale, dell’Ue e delle Nazioni Unite, per riprendersi dalla guerra l’Ucraina avrà infatti bisogno d’almeno 524 miliardi di dollari. Il 13% del patrimonio immobiliare del Paese è stato demolito dalla Federazione Russa, che ha colpito almeno 2,5 milioni di famiglie. Rispetto al già impietoso rapporto precedente, i beni danneggiati nel settore energetico ucraino sono aumentati del 70%. Le necessità del settore energetico e minerario ammontano all’incirca a 68 miliardi di dollari (13% del totale), mentre ne serviranno 64 (12%) per ripristinare il commercio e l’industria, 78 (15%) per i trasporti, 39 (7%) per la protezione civile e il sostegno alla società, mentre non ne basteranno 30 (6%) per la sola bonifica del territorio dagli esplosivi.

Di fronte a tali cifre e all’indisponibilità russa d’accollarsi alcun risarcimento per una condotta che ormai non viene neanche più condannata dall’Onu (la risoluzione americana passata senza il veto dei membri permanenti del suo Consiglio di sicurezza – cioè quella che ha valore vincolante – non vede neanche più i russi come aggressori) è evidente che proposte come quella americana vengano lette da queste parti come forme di strozzinaggio legalizzato.

Solo ieri notte i russi hanno sparato contro l’Ucraina 217 droni e 7 missili. Poltava, Sumy, Kyiv, Chernihiv, Zhytomyr, Khirovohrad, Mykolaiv e Dnipropetrov-sk sono state le regioni più colpite; 5 Kab su Kharkiv hanno letteralmente demolito il quartiere Zolokhiv.

Ciò significa che ora dopo ora, anziché volere la pace, Putin aumenta il livello di distruzione dell’Ucraina e le cifre per una sua ricostruzione di cui non risponderà mai. Dal canto loro a Washington sono più che ben propensi a spingere Zelenskyj alla firma d’un contratto del tutto simile a quello già concordato con le autorità russe. A beneficiare sia delle terre rare tuttora sotto il controllo di Kyiv che di quelle sotto le grinfie russe sarebbero quindi gli americani.

Come ha sottolineato nel corso del nostro incontro il capo dei servizi segreti militari Kyrylo Budanov, «la classe dirigente russa non vede il proprio Paese come una Federazione ma come un impero, ponendo già le basi per inglobare anche i Paesi dell’ex Patto di Varsavia». Quella attuale americana, a quanto pare, non è molto diversa.

Titolo de “La Ragione: Russia imperiale. Abbassando la guardia in Ucraina si fa salure il pericolo globale.