Ci risiamo. A Grado, un lavoratore egiziano cade da una impalcatura e viene abbandonato ad una stazione di rifornimento di benzina. Lì, un buon samaritano, richiamato dalla sua attenzione, ha provveduto a chiamare aiuto e adesso speriamo se la cavi. È un’altra pagina nera di umanità come in nero è probabilmente l’ingaggio che lo aveva assoldato.
Sembra che benzina venga in origine da una bevanda vegetale chiamata romanticamente “incenso di Giava” che portò poi, evolvendo, al benzene e così via fino ai giorni nostri. È già tanto che al pover’uomo non gli abbiano dato fuoco per far scomparire la sua presenza.
C’è anche qualcosa di demenziale in ciò che si è fatto. Non saranno infiniti i cantieri in quel paese e non sarà impossibile per le forze dell’ordine risalire ai responsabili della faccenda.
Grado non arriva a 10.000 abitanti ed è anche chiamata l’isola del Sole, che questa volta ha offuscato la coscienza di qualcuno. Si chiama così perché in passato era uno scalo mercantile con tanto di gradoni romani che consentivano lo sbarco di uomini e merci.
Pare che Grado sia stata anche il primo centro di sabbiature europea. La cosa evidentemente ha condizionato qualche suo abitante che ha ritenuto di poter tutto insabbiare senza assumersi le responsabilità del caso, a tutto dispetto delle parole del Nievo a riguardo dei suoi turisti che torneranno a casa “edificati della piacevolezza del soggiorno, della commodità dei bagni, e della cortesia degli abitatori”.
Da quelle parti sono stati purtroppo in grado di rappresentare il male, ma di buon grado c’è anche chi si impegnerà per accertare le responsabilità degli autori che meriterebbero un terzo grado con i fiocchi perché confessino il malfatto.
Un po’ più giù, a Bari, dove c’è chi bara, confondendo la vita con la morte, un senzatetto indiano è stato ucciso per capriccio. Tre giovani balordi volevano sperimentare su un bersaglio umano il funzionamento di una pistola a salve poi modificata in modo che sparasse davvero.
“Salve” è il saluto che non gli è bastato e l’hanno tradotto in una lingua di fuoco che lascia segni indelebili di presentazione nel prossimo. A questi delinquenti manca evidentemente il baricentro dell’esistenza, la nozione stessa di vita.
Sguazzano nella palude di giorni consumati tra violenza e ignoranza. Si tratta di vite sprecate, prive di ogni consapevolezza, ignare dell’occasione che la vita offrirebbe anche a loro per riempirla, magari fosse, pur di minimi contenuti. Alle loro spalle, nessuno che per amore abbia mai indicato come approfittare di un dono che non può essere ripetuto.
Il Natale è alle porte. Speriamo che a Grado siano in grado di riscattarsi sostenendo materialmente come comunità chi ora lotta per la guarigione. Può darsi che anche a Bari accada un miracolo e ci si converta in futuro a miglior vita e si smetta di fare tragicamente i gradassi. Il bel paese per adesso è sfigurato, sarà dura mandar via le cicatrici.