Londra è stata la reginadella finanza europea per più di tre decenni. Ora con la Brexit la situazione sta cambiando.
Il commercio di azioni e derivati per miliardi di dollari è già svanito dalla capitale britannica spostandosi verso i centri finanziari di Amsterdam, Parigi e Francoforte.
E la minaccia di ulteriori perdite economiche è reale:
Infatti, i servizi finanziari non sono stati inclusi nell’accordo commerciale Regno Unito-UE concordato dal primo ministro britannico Boris Johnson il 24 dicembre, mettendo Bruxelles nella posizione di decidere quanto accesso avranno le società con sede nel Regno Unito al vasto mercato dell’UE.
I servizi finanziari rappresentano quasi l’11% delle entrate fiscali del governo britannico. Nel 2019, il settore ha contribuito con 132 miliardi di sterline (185 miliardi di dollari) al PIL, ovvero quasi il 7% del totale. La metà di ciò è stata generata a Londra, dove si trova più di un terzo degli 1,1 milioni di posti di lavoro del settore.
Ma questa non è solo un ipotesi. Già dal 1 gennaio è stato possibile osservare come il solo mercato olandese abbia scambiato una media di € 9,2 miliardi ($ 11,2 miliardi) di azioni giornalmente. Ciò rappresenta un aumento quadruplo rispetto al mese precedente. La media giornaliera di tutte le azioni scambiate a Londra è scesa di quasi 8,6 miliardi di euro a gennaio
Insomma sembra che la Brexit, anche se non facesse perdere il predominio di Londra come motore finanziario internazionale, sicuramente ammaccherà il primato