Sia detto senza pregiudizio, Giorgia Meloni sta diventando il limite di se stessa. E la sua comunicazione sta diventando il limite della sua politica.
Di fronte alla difficoltà la presidente del consiglio si dà molto da fare con i media. Troppo. Se c’è da giustificare l’aumento delle accise pubblica due, tre video, uno dopo l’altro, per cercare di giustificare la giravolta rispetto ai proclami di qualche tempo prima. Se c’è da parlare agli alleati si precipita in televisione e per dar l’idea di quanto il momento sia cruciale scomoda le frasi di Garibaldi alla vigilia delle grandi battaglie. Se c’è da celebrare (giustamente) l’arresto di Matteo Messina Denaro si catapulta a Palermo con tutte le tele-camere al seguito.
Ora, ognuna di queste scelte di comunicazione ha un suo perché. Ma tutte insieme finiscono per dare un’altra idea. E cioè che la premier confidi di affrontare ogni difficoltà poli- tica a suon di comunicati stampa. Si dirà che questa è la chiave della modernità, e un po’ è vero. Ma ci dovrebbe sempre essere una misura nelle cose. E quando la misura mediatica supera di troppo la misura della politica è evidente che c’è un problema. Nessuno chiede a Meloni di ispirarsi alla riservatezza dei leader di una volta, a cui capitava di esagerare in discrezione, ritrosia e qualche volta perfino opacità.
Erano altri tempi, e non è il caso di evocarli troppo. Ma la sensazione di questi giorni è che si stia instaurando un rapporto un po’ bulimico con i media. E che quel rapporto non sia tanto la celebrazione di una forza ma semmai la rivelazione di un problema.
Fonte: “La Voce del Popolo” – 19 gennaio 2023
[L’articolo è qui riproposto per gentile concessione del settimanale della Diocesi di Brescia]