Spira una brutta aria di destra nel mondo. L’ America, che quelli della mia generazione (la prima della Repubblica) hanno sognato, quella che sulla Statua della Libertà nel porto a New York reca scritto alla sua base: «Tenetevi, o antiche terre, la vostra vana pompa – Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata.», con la presidenza di Donald Trump, ha stravolto la sua natura. Non gli bastava il canale di Panama e mutare il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America. Ora vuole la Groenlandia e, domani, forse, il Canada. A Trump la Groenlandia e a Putin via libera in Ucraina e nei territori a Sud Ovest. Il tempo del diritto internazionale è finito, ora vige la legge del più forte. Dopo Yalta (4-11 Febbraio 1945), che vide la spartizione del mondo tra le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale, Trump e Putin danno vita a una nuova spartizione, che dovrà fare i conti con un terzo incomodo, la Cina e i Paesi emergenti e con la vecchia Europa ridotta al menù della spartizione.
L’Unione europea, nata dall’idea federalista del manifesto di Ventotene, ma costruita materialmente dai nostri padri democratico cristiani: Jean Monnet, Robert Schuman, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, si è sviluppata senza una forza militare comune, dopo il NO francese al progetto CED di De Gasperi, e, soprattutto, senza una Costituzione, dopo il NO ancora del parlamento francese. Siamo fermi al Trattato di Maastricht e di Lisbona, ci siamo allargati nella composizione, mantenendo una governance col diritto di veto, che impedisce quella velocità di decisione che i tempi nuovi reclamano.
Ho esaminato in maniera approfondita questi temi nel saggio scritto alla vigilia delle elezioni europee 2018 (Elezioni europee – La visione dei Liberi e Forti – Edizioni ALEF-Il mio libro-2018) nel quale ho esaminato lo stato dell’arte attuale dell’Unione europea e indicato alcune proposte. In estrema sintesi: adozione della Costituzione Europea, che tenga conto delle sue radici profonde giudaico cristiane con quelle laiche post illuministiche e regola della maggioranza assoluta o qualificata per le decisioni della governance. Sono queste le prime riforme che i 28 Paesi dell’UE dovranno adottare, affidando poteri cogenti al Parlamento europeo e assumendo finalmente il profilo istituzionale di un’Europa federale, autentici Stati Uniti d’Europa con uniformità nelle politiche economico finanziarie e fiscali e con una difesa comune.