La Croix | Francia, è l’ora della verità.

La posta in gioco è se la RN avrà o meno la maggioranza assoluta. Riproponiamo l'editoriale de La Croix, quotidiano francese di ispirazione cattolica, alla vigilia del secondo turno.

Anne Ponce

Eccoci alla vigilia del secondo turno delle elezioni legislative. Un momento di verità. Il verdetto delle urne arriverà al termine di una campagna elettorale breve, tutta concentrata in varie ricomposizioni politiche, sia a sinistra che a destra, che lasciano ancora molti cittadini perplessi. Ma possiamo anche considerare che queste elezioni rientrano in arco di tempo scandito dalle elezioni presidenziali del 2002, con lo scontro tra Jean-Marie Le Pen e Jacques Chirac, poi con il faccia a faccia tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron nel 2017 e nel 2022. Questa volta, però, la situazione è inedita.

Perché la posta in gioco è se il Rassemblement National (RN) avrà o meno la maggioranza assoluta e se questo secondo turno gli permetterà di arrivare al potere attraverso la porta grande del suffragio universale. Non è quindi più possibile classificare la scelta del Rassemblement National come “voto di protesta”: per alcuni è un voto di rassegnazione, alimentato in particolare dalla delusione per Emmanuel Macron o dalla paura di LFI (La France Insoumise); per altri, stavolta, è un voto di convinzione, quanto meno per il desiderio di affidare le chiavi di Matignon a Jordan Bardella.

Tuttavia, c’è indubbiamente molta vaghezza nel programma elettorale del Rassemblement National, in particolare in materia economica, ma c’è anche un punto di assoluto rilievo: la cosiddetta preferenza nazionale [la riserva a favore dei ‘veri’ francesi di alcuni posti chiave dell’Amministrazione, ndr] e, contestualmente, la connotazione degli stranieri come capri espiatori. E questo, in nome dei valori che appartengono a La Croix, in nome di convinzioni radicate nella nostra tradizione cristiana, non possiamo accettarlo. Non possumus.

Che gli elettori siano preoccupati per se stessi e per il paese, che desiderino anzitutto uno status adeguato, aspirino a vivere degnamente del loro lavoro, auspichino il rilancio dei servizi pubblici, tutto questo è legittimo. Che tali aspettative giustifichino il rifiuto dell’altro, no. Si aggiunga poi che rimaniamo animati da uno slancio europeo e da uno sguardo aperto sul mondo. Pensiamo particolarmente ai nostri amici ucraini, che non vorremmo vedere abbandonati. Le derive del nazionalismo e quelle del populismo le abbiamo già testate.

 

[Traduzione a cura della redazione]

 

Il testo originale

https://www.la-croix.com/a-vif/legislatives-2024-l-heure-de-verite-20240704