La Federazione Cisl dell’agrindustria sostiene una transizione ecologica giusta

Il settore agroalimentare non vuole e non deve essere il primo imputato dell’inquinamento. Lo ha detto il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, intervenendo a Roma al dodicesimo Congresso nazionale di Legambiente.

“Il sindacato per la transizione ecologica può e deve fare tanto, soprattutto le nostre categorie, a cominciare da campagne sociali e buona contrattazione. Con la campagna ‘Fai bella l’Italia’ vogliamo rovesciare il ruolo e la narrazione del settore agroalimentare da primo accusato di inquinamento a primo protagonista della transizione grazie alle ‘tute verdi’, cioè i lavoratori agricoli e alimentari, forestali e dei consorzi di bonifica. Poi c’è l’impegno sui tavoli contrattuali: per noi è importante aver portato oramai a pieno titolo il tema della sostenibilità ambientale dentro tutte le negoziazioni con le parti datoriali, dove sono sempre più frequenti i protocolli o parti di contratto legati a obiettivi di riduzione dell`impatto ambientale”. Lo ha detto il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, intervenendo a Roma al dodicesimo Congresso nazionale di Legambiente.

“C’è poi un altro livello di azione – ha aggiunto Rota – che ci vede attivi sul fronte degli obiettivi 2030, molti dei quali purtroppo si sono allontanati, ed è il livello delle sfide da affrontare urgentemente con governo e Parlamento. Primo punto, la Legge Salvamare, su cui mancano i decreti attuativi. Secondo, i fondi non spesi contro il dissesto idrogeologico e il bisogno di una legge nazionale contro il consumo di suolo. Terza battaglia, quella per i nostri boschi lasciati all’incuria: stiamo dimezzando i lavoratori idraulico forestali e moltiplicando gli incendi, ecco perché chiediamo a Legambiente di stare al nostro fianco per una vera valorizzazione del settore idraulico-forestale, che non è un ammortizzatore sociale, ma un comparto da finanziare in maniera strutturale, produttiva, multifunzionale”. “Quarto punto – ha aggiunto il sindacalista – è l`abbandono delle aree interne: per invertire la rotta serve un approccio di sistema, con infrastrutture, agevolazioni fiscali per chi vive in aree montane, e investimenti sul lavoro ben retribuito, tutelato e qualificato nella forestazione, nella bonifica, nell`agricoltura, nell`acquacoltura, nel sistema zootecnico”.

Il leader della Fai-Cisl ha ricordato anche le battaglie contro il caporalato e alcuni punti di divergenza rispetto a Legambiente, come sul tema della pesca a strascico. “Chiediamo di non demonizzare la pesca e di fare attenzione ai tanti altri fattori ben più impattanti sulla salute del mare”, ha detto il sindacalista, che infine ha ricordato anche la recente battaglia vinta a Bruxelles sul regolamento degli imballaggi: “Rischiava di penalizzare la nostra economia circolare”. “Dobbiamo agire insieme – ha concluso Rota – per una transizione giusta, che è quella in cui siamo tutti parte attiva, e che non lascia indietro nessuno”.

 

Fonte: Notiziario Askanews