Articolo pubblicato sulle pagine della rivista La Civiltà Cattolica a firma di Giovanni Sale
Il 6 aprile 1850 veniva pubblicato a Napoli, in una tipografia ubicata nel cortile di via S. Sebastiano, il primo numero de La Civiltà Cattolica: «pubblicazione periodica per tutta l’Italia», si leggeva nel frontespizio della stessa. Il quaderno, con copertina celeste, recava il motto latino Beatus populus cuius Dominus Deus eius. Esso però, a differenza dei «giornali ecclesiastici» allora in voga, era scritto in italiano, cioè nella lingua che in quel periodo «affratellava» tutti i popoli della penisola — da Nord a Sud, da Torino fino a Palermo, passando per la Roma papalina — nello stesso ideale unitario, e ciò prima ancora che si concepisse l’Italia una e indivisa sul piano politico.
La rivista voleva entrare nel vivo delle questioni più dibattute sia politiche e religiose, sia letterarie e scientifiche, e intendeva farlo con uno stile piano, comprensibile e rispettoso delle altre posizioni ideologiche. «Se i compilatori nello scrivere — annotava il p. Taparelli d’Azeglio — dettano con autorità sono facilmente tenuti per arroganti, né potranno insinuarsi [oggi diremmo “dialogare”] specialmente se inveiscono ardenti contro chi mal crede».
A 167 anni dalla fondazione della rivista, e in occasione della ricorrenza del quaderno numero 4.000, sembra opportuno ripercorrere le vicende che ne hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo nei burrascosi eventi italiani di quegli anni.