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domenica, 23 Novembre, 2025
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La legge degli uomini e una casa nel bosco: una storia di doppia lettura

Una vicenda che divide il Paese tra tutela dei minori e libertà educativa, rinfocolando il conflitto antico tra legge e vita reale, tra comunità civile e scelta radicale di natura.

Il fatto è di pubblico dominio. La protagonista è una famiglia, padre, madre e tre figli che vivono in una casetta, ex casa colonica, in un bosco di Palmoli in Abruzzo. A corredo, un po’ di animali da fattoria, cavallo compreso. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ne ha disposto il collocamento dei bambini in una comunità educativa per un periodo di osservazioneaccompagnati dalla loro madre. Si tratta di custodire con lo sguardo, insomma di tener d’occhio quella banda un po’ anomala di persone come fossero un caso di scienza da studiare.

L’azione della legge

Hanno generato un’inquietudine che ha subito scatenato fazioni da questa o quella parte, chi ha favore dei giudici che contestano la lesione al diritto alle relazioni e all’igiene dei fanciulli oltre che alla sicurezza della abitazione. Altri invece, su sponda opposta contro la mano inflessibile della legge. Sono stati portati in una struttura protetta di Vasto, forse proprio lì perché avessero lo stesso respiro libero del bosco. Si tratta di mettersi davanti a quella truppa per scansare loro ogni pericolo futuro che non sono però gli animali feroci che in un bosco possono pure starci. Il provvedimento, si legge, è stato frutto diuna lunga mediazione con gli assistenti sociali e le forze dell’ordine che si sono presentati di fronte alla casa occupata dalla famiglia.

La legge degli uomini non contesterebbe il pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma quello del diritto alla vita di relazione, ex articolo 2 della Costituzione, “produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore” e “la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico” oltre al che ” pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. 

Ciò senza trascurare “l’assenza di agibilità e pertanto di sicurezza statica, anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi, degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione, comporta la presunzione ex lege dell’esistenza del periodo di pregiudizio per l’integrità e l’incolumità fisica dei minori”.

I pro e i contro: partiti a confronto

Roba non da poco e che non può essere risolta nella vocazione ad una vita ecologica lontano dalla tossica civiltà moderna. Del resto tutto sembrerebbe essere nato dal ricovero dei bambini in una struttura sanitaria perché intossicati dopo aver mangiato dei funghi che in tema di bosco, nel caso concreto, non sono quelli di una strega cattiva o di un bosco incantato con tanto dimalefici di scorta.

I gendarmi hanno provveduto intanto che andrà avanti il ricorso della famiglia avverso a tanta decisione.  Insomma nell’immaginario popolare ci si agita tra una suggestiva casa nel bosco o una casetta in Canada e la invece più inquietante casa di Hansel e Gretel ricca di dolci attrazioni ma di estremo pericolo per chi vi cadesse in trappola.

Ciò che agita le tifoserie non sono gli specifici punti di contestazione, che non suscitano nessun particolare interesse, ma la scelta di un modello educativo in ordine al quale, secondo alcuni, lo Stato non dovrebbe mai intromettersi, mai interferire nella misura corretta da stabilirsinell’allevare la propria prole. Per paradosso, dovrei essere libero anche di insegnare ai miei figli l’amore per il male senza che qualcuno si intrometta nelle mie faccende. Nel nostro caso stessa tensione potrebbe aversi nei confronti dichi scelga l’eremitaggio o verso le popolazioni indigene della foresta o nei riguardi dei minori che vivono nei così detti campi nomadi, spesso in condizioni igieniche e di sicurezza assai precarie.Non mancano esempi di famiglie che scelgono come stile di vita la decrescita felice e vivere con pienezza la sobrietà e l’essenziale a cominciare dall’uso di bagni a secco e rifiuto di ogni dipendenza tecnologica. Nella chiave di lettura avversa si rasenta la barbarie.

Ci si sta mettendo di mezzo insanamente anche la politica a portar maggior danno ad un fatto che interroga le coscienze ed il pensiero. Quando fiuta aria di piazza ci si butta dentro come una occasione da non perdere. Dove c’è rischio di rissa sembra non volersi perdere l’occasione di dire la sua.

Pubblico e privato, un antico conflitto

Qui, ciò che provoca il dibattito è lo scontro tra pubblico e privato, l’arduo linea da tracciare tra ciò che mi appartiene e quanto non ti pertiene. Così messe le cose si ha l’impressione che questo confine non troverà una sua definitiva soluzione una volta risolta la vicenda in corso. Nathan, il capo di quella famiglia, lo sa e ipotizza di far tornare la famiglia nella sua terra d’origine in Australia dove forse c’è più spazio per la libertà, almeno date le dimensioni di quel territorio.

Nathan biblicamente è anche il profeta che rimprovera al Re Davide di aver commesso peccato di adulterio con Betsabea. Per i ragazzi del bosco c’è il pericolo di aver tradito la società degli uomini favorendo quella della natura. E’ questo il timore di alcuni e l’aspirazione di altri. Tutto il resto è il codice del diritto e le sue noiose norme da rispettare.