La nostra Costituzione, le nostre libertà.

La libertà ha a che fare con le relazioni umane. Un uomo solo in un’isola deserta non avrebbe contezza della libertà. Di seguito l’ultima parte del saggio dell’autore su Benjamin Constant.

Sono tre le parole chiave che vorrei porre in evidenza: Italia, libertà e Parlamento.

La prima parola della Costituzione, che è anche la prima dei 12 Principi Fondamentali è l’Italia (l’Italia è una Repubblica democratica etc.). Una nota storica: alla data del discorso di Constant l’Italia ancora non c’era: c’erano tanti piccoli staterelli che la cultura politica di stampo liberale ha portato all’unificazione del Paese. Un’altra nota storica: il liberale Cavour, uno degli artefici dell’unità del Paese, aveva in grande considerazione le idee di Constant.

La prima parola della Parte Prima della Costituzione è la parola libertà (La libertà personale è inviolabile). E nella parte prima della Costituzione, anche con riferimento ai principi fondamentali, la libertà è declinata in tutti gli aspetti presenti nelle indicazioni di Constant.

La Parte prima è intitolata “Diritti e doveri dei cittadini”. L’intera Parte prima è suddivisa in quattro Titoli: I Rapporti civili; II Rapporti etico-sociali; III Rapporti economici; IV Rapporti politici.

Sono tutti “rapporti” i diritti e i doveri. Sono “rapporti” che identificano l’essenza della libertà. Della nostra libertà scritta e spiegata nella nostra Costituzione repubblicana. Perché la libertà ha a che fare con le relazioni umane. Un uomo solo in un’isola deserta non avrebbe di che domandarsi su cosa possa essere la stessa parola libertà. Le questioni sulla libertà si pongono all’interno dei rapporti fra più individui e fra l’individuo e la società.

 

La prima parola della Parte Seconda è Parlamento.

La Parte Seconda è intitolata “Ordinamento della Repubblica”. I cinque titoli della Parte Seconda, cioè dell’ordinamento, sono, nell’ordine:

Titolo I: Il Parlamento (Organo collegiale dove si conosce, si discute e si decide. Uso i famosi tre verbi (conoscere, discutere e deliberare) cari al liberale Luigi Einaudi, il primo Presidente della Repubblica eletto a Costituzione vigente);

Titolo II: Il Presidente della Repubblica (organo individuale che rappresenta l’unità nazionale e non una parte maggioritaria o minoritaria del Paese e che è dotato di particolari poteri. Einaudi è stato consegnato alla Storia come autorevole “custode della Costituzione”);

Titolo III: Il Governo; Titolo IV: La Magistratura. Titolo V: Le Regioni, le Province, i Comuni.

 

Conclusione

Questa semplice e sintetica rassegna delle istituzioni repubblicane, ci dimostra la natura della pluralità degli organi costituzionali italiani, una pluralità improntata al principio, ben definito da Montesquieu, dell’equilibrio fra i diversi poteri. L’equilibrio dei poteri è finalizzato ad assicurare un effettivo godimento della libertà. E la libertà è da declinare al plurale, cioè le libertà, come ci ha insegnato Benedetto Croce, il grande liberale che, tra l’alto, è stato uno dei nostri autorevoli Padri costituenti.

Concludo ponendo in evidenza che la Costituzione italiana è pregna di principi e di valori che sono il portato culturale dell’incontro di sintesi di tre culture: quella cattolica, quella socialista e quella liberale.

 

 

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