Sembra quasi impossibile, ma anche nei bicchieri d’acqua possono accadere dei veri nubifragi. È quello che sembra avvenga nel nostro Friuli Venezia Giulia.
Perché è ben vero che si tratta di recipientini. Da lungo tempo non siamo avvezzi a navigare in ampi orizzonti. Intristiti invece in contenitori da cucina. Comunque sia è meglio anche descrivere cosa accada nelle ristrettezze, che registrare un impietoso nulla.
Negli ultimi giorni è apparsa una possibile diaspora dentro una compagine di maggioranza. Il capo della cordata, almeno così abbiamo letto sui quotidiani locali, si è infastidito di qualcosa. E da qui la possibile scomunica oppure una sua fuoriuscita dalla casa madre.
Purtroppo non ci è dato sapere cosa mai punzecchi il vecchio Giuseppe Ferruccio Saro, né chi sia l’artefice di tale fastidio e non si capisce nemmeno se i motivi siano di sostanza politica o di puro potere. Ma intanto si preparano le schiere per una possibile frantumazione del minuscolo. Una tendenza quest’ultima ormai disseminata in ogni angolo del nostro Paese: i grandi contenitori non sembrano proprio di moda. Si sfarina ogni organismo nei suoi componenti e questo adesso capita anche, o almeno così leggiamo, nel gruppo di Progetto Fvg.
C’è qualche tentennamento, a dir il vero. Prima si indicono i raduni; poi, si disdicono e si traslano a tempi diversi. Queste schermaglie fanno capire che il benessere politico non è poi così assicurato nel Governo regionale. Vale sempre la vecchia tesi, che se la barca naviga bene, tutto l’equipaggio è contento.
Dico questo anche perché, a lato, si sussurra che stranezze analoghe vibrino all’interno dei Forza Italia regionale. Nulla di certo, vero, ma quando si origlia un tanto, qualche eco potrebbe essere pur vero.
Lungo le traiettorie delle formazioni in decadenza, gli smottamenti son di casa. Ed è ormai certo che il destino di Forza Italia è da qualche anno segnato. Cosa faranno i vari colonnelli sparsi nelle terre nazionali non lo sappiamo, ma quelli che nutrono ancora speranza per il proprio futuro, immagino annusino l’aria per trovare qualche riparo in zattere più consistenti. Così avverrà, prima o dopo, anche da noi.
L’unico a mantenere il velo in poppa, almeno in questa sua florida stagione, è il partito del Presidente della Regione, Massimiliano FEDRIGA. Lì, non c’è alcun segnale di frammentazione. Qualche mio conoscente di sinistra, andava sostenendo, e non stento a credere che abbia persino ragione, che l’unico partito a struttura leninista, era proprio quello di Matteo Salvini: partito coriaceo, capo sicuro, schiere ben ordinate, armonizzazione in ogni parte della scena.
Che cosa accadrà alle appendici del grande corpo politico, lo vedremo tra un po’. Se Saro si muoverà, se Riccardi registrerà qualche fibrillazione, e se i cori che si sono organizzati attorno a queste due figure avvertiranno qualche incertezza, non stento a credere che la polverizzazione immaginata sopra, possa davvero attuarsi da qui a qualche mese.
Tutto ciò, però, non avrà alcuna ripercussione sulla tenuta dal Governo regionale, anche perché, lo sottolineo, dall’altra parte sembra sia in atto un gran spaccio di bromuro e di morfina.