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venerdì, 12 Dicembre, 2025
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La sinistra e il mito eterno della superiorità morale

Dalla “diversità etica” berlingueriana al pregiudizio verso l’avversario: perché questo schema impedisce ancora oggi il pieno compimento della democrazia dell’alternanza in Italia.

Una radice antica della cultura politica italiana

La superiorità morale, o etica, non è affatto una invenzione recente della politica italiana. Non lo è perché è una cifra distintiva, nonché storica, della sinistra italiana. Una cifra, questa sì, che arriva da lontano. Perché la “diversità morale” era già un aspetto costitutivo del vecchio Pci e, non a caso, lo storico leader Berlinguer teorizzò la cosiddetta “alternativa morale al sistema di potere della Democrazia Cristiana” nel 1980. Un progetto fondato esclusivamente su quella superiorità morale ed etica che si è tramandata lungo l’intera filiera della sinistra italiana per esplodere poi in questi ultimi anni in modo persin macroscopico. Certo, era una prassi già massicciamente impiegata contro la Dc e in particolare contro quasi tutti i suoi principali leader e statisti. Salvo alcuni esponenti della sinistra interna più compiacenti con i voleri e i diktat dei comunisti dell’epoca.

Il giudizio morale come barriera al confronto politico

Ora, come emerge quotidianamente dai vari talk televisivi di approfondimento politico de La7, emittente saldamente guidata da conduttori politicamente schierati, è particolarmente difficile avviare un confronto politico civile, nonché costruttivo, con un interlocutore che si ritiene, anche senza dirglielo apertamente, moralmente inadatto a ricoprire determinati incarichi politici e soprattutto istituzionali. Perché non soltanto esiste un irriducibile pregiudizio politico ed ideologico nei confronti dell’avversario/nemico. Ma, su tutto, c’è una valutazione morale, e quindi etica, che delegittima alla radice qualsiasi possibilità per il nemico politico di poter ambire a governare. A livello locale come, e a maggior ragione, a livello nazionale.

Quando il progetto politico viene sostituito dal moralismo

Ecco perché, a volte, la carenza della politica, della proposta politica e del progetto politico vengono semplicemente sostituiti da altri ingredienti che, guarda caso, sono fondamentalmente anti-politici. E ricorrere sistematicamente alla superiorità morale ed etica, ieri come oggi, conferma il vizio egemonico ed intollerante della sinistra italiana. In tutte le sue multiformi espressioni. Anche perché è perfettamente inutile, come fanno molti ex dirigenti del Pci, esaltare e valorizzare oggi l’esperienza della Dc e il magistero pubblico di molti suoi leader e statisti dopo averli sistematicamente e scientificamente criminalizzati. A livello politico, culturale, di governo e soprattutto sul versante personale e morale.

Senza rimozione del pregiudizio non c’è alternanza

Basti pensare alle vicende di Donat-Cattin ed Andreotti, di Forlani o di Rumor, di Piccoli o Cossiga – solo per citarne alcuni – per rendersene conto. E sin quando questo pregiudizio, morale ed etico, non sarà radicalmente rimosso ed azzerato, non ci potrà essere una vera e propria democrazia dell’alternanza. Perché l’alternanza c’è nella misura in cui si riconosce l’interlocutore o avversario per quello che è. E non per quello che si vorrebbe che fosse.