La vanità alla porta

Il processo, quando inizia, racconta già parecchio.

Siamo ai primi passi dell’anno e invece di raccontare aspetti che hanno attinenza con la progettualità, i buoni proposito, l’unità d’intenti, la condizione per tenere unita la “baracca”, sono invece a raccontare il suo opposto.

Sgretolamento, scaricamento, calce che non tiene, cemento avariato, insomma un processo di nullificazione della relazione.

Si tratta, come avete già intuito della realtà sofferta, della compagine 5Stelle. Si tratta proprio di un impietoso stillicidio giornaliero. Senza ancora mostrare crepe insuperabili, ma un distillato costante di soggetti che lasciano il vecchio porto per inoltrarsi chissà dove. È vero, due di essi hanno già calzato la maglia e il berretto verde, ma di altri successivi. Sembrano invece votati a porsi nell’indistinto. Vale a dire, nei gruppi misti.

Il processo, quando inizia, racconta già parecchio. Ci dice che lo spirito che animava il movimento stia ammainando la bandiera. Del resto, è stato quanto meno illuminante il messaggio offertoci dal suo indiscusso capo: Grillo l’altro ieri, a inizio anno, stava scavando una fossa. L’indirizzo è persino illuminante. Simbolicamente faceva capire che sono destinanti a riempirla con se stessi.

Normalissimo. Se i movimenti smettono di muoversi hanno il tempo segnato. Nella loro indole sono costretti a trovare costanti ragioni che induca ad essere tempo in cammino. Se si fermano, se stazionano, se governano, perdono l’anima. Vale a dire, perdono se stessi.

Era inevitabile, l’avevano scritto nel loro dna. Per salvarsi, per essere sempre vitali, dovevano necessariamente starsene sulla barricata e protestare; ma una volta insediatisi sulla plancia di comando, precipiteranno in una dolorosa contraddizione, che non potrà essere a lungo sopportata.

Dopo un anno e mezzo, abbondante, il virus dà evidenti segni di supremazia: il male è in atto e i sintomi ormai si sprecano. Ogni movimento corre lungo questa pista. Una volta espressa la sua protesta, torna all’ombra. Quando invece intende strafare, non gli resta che darsi da se stessa l’estrema unzione.

Certo, resisterà, non si squaglierà improvvisamente. Perché, nel loro seno, è senz’altro in atto una trasformazione radicale. Non poteva essere che così. La mutazione avviene in ragione della loro stazionarietà. Già alcune indicazioni ce lo prospettano e la forma movimento si sta, pur lentamente, trasformando in qualcosa di fisso.

Verranno a patti con se stessi e si convertiranno, pur con riluttanza, a darsi una casa stabile, ossia a diventare partito. Non fosse così, la nullificazione non solo sarebbe integrale, ma persino immediata.

Questo dramma si ripercuoterà almeno nei prossimi mesi su tutta la realtà politica nazionale. Il resto è più o meno definito, quindi l’attenzione per i sismologi politici dovrà essere completamente assorbita dai fenomeni che emergeranno dalle fila di quelli che avevano raccolto il 32% dei consensi nazionali.

Ah, come tutto è vano!