“Ad ammazzarlo non si fa peccato”. Questa la frase diffusa sui social da Davide Carta, consigliere comunale del Partito Democratico a Cagliari.
Si riferiva a Piero Fassino, reo – secondo il consigliere – di non aver condannato a sufficienza le azioni militari israeliane a Gaza.
Fatto emblematico, ormai, di una crescente tendenza al superamento di ogni limite – legale ed etico – nell’uso della violenza verbale sui social ed in generale nel dibattito pubblico.
Fatto ancor più inaudito se si pensa che a pubblicare questa minaccia è stato un consigliere comunale del Pd, eletto in un capoluogo di Regione.
A Piero Fassino va tutta la mia solidarietà, assieme alla stima per le posizioni chiare e coraggiose che ha assunto. Chiare nel condannare la politica dissennata del governo Netanyahu. Coraggiose nel non essere reticente nella condanna, senza se e senza ma, dei tagliagole di Hamas e nella rivendicazione della necessità di non confondere il giudizio sulla politica del governo di Tel Aviv; la questione del diritto ad esistere di Israele; il doveroso e sempre più urgente rifiuto di ogni forma risorgente di antisemitismo.
Pur da non aderente al Partito Democratico, devo dire che mi aspetterei l’immediata espulsione dal partito di questo consigliere comunale. Una decisione diversa farebbe sorgere grossi dubbi da molti punti di vista.