Le due metà della politica italiana, il governo e le opposizioni, reagiscono alla crisi mediorientale e allo sconvolgimento dell’ordine mondiale con due ingenuità, speculari l’una all’altra. Da un lato Meloni fa finta che tra Europa e Stati Uniti ci si possa barcamenare rendendo lo stesso omaggio a entrambi i vincoli che ci legano, quasi che Usa e Ue continuino ad essere due facce della stessa medaglia, come ai bei tempi. Dall’altro il “campo largo” sbandiera i vessilli di un pacifismo che si illude di risolvere la crisi globale con un succedersi di volenterosi proclami e ripetute manifestazioni di piazza.
Tra due fuochi
Queste due ingenuità, chiamiamole così, nascondono in realtà due speculari astuzie. Il governo infatti cerca con il suo equilibrismo di tenere insieme il rituale omaggio a Trump e l’adesione a un europeismo di facciata, finendo per trovarsi letteralmente tra due fuochi. Le opposizioni, a loro volta, evitano con cura di indagare sulle profonde differenze che le attraversano, sospese tra i vincoli delle nostre alleanze storiche e l’appello a un sentimento popolare che se ne allontana ogni giorno di più.
Astuzie dal fiato corto
Si tratta di due ingenuità che non convincono e dunque di due astuzie che hanno tutte e due il fiato corto. Purtroppo, il deteriorarsi della situazione costringerà di qui a poco gli uni e gli altri a misurarsi sulla realtà che incombe piuttosto che sulla comodità che svanisce. Viene da dire che siamo ben lontani da quella pace “disarmata e disarmante” che aveva evocato papa Leone XIV nel giorno del suo insediamento.
Fonte: La Voce del Popolo – 26 giugno 2025
Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia.