La Voce del Popolo | Leader poco solenni e inclini alla confidenza.

La trovata di farsi votare scrivendo sulla scheda solo il nome di battesimo sembra voler offrire al suo elettorato un’occasione di confidenza. Chi viene dal passato ha qualche difficoltà ad apprezzare la trovata.

Raccontava a suo tempo Francesco Cossiga di quando una sera in Sardegna invitò a cena Carlo e Diana d’Inghilterra, in vacanza da quelle parti. Una volta seduti a tavola si rivolse alla principessa chiedendole come avrebbe dovuto chia- marla, con che titolo. Al che lei gli rispose pronta: “Call me Diana”.

A suo modo Giorgia Meloni deve aver pensato qualcosa del genere. La trovata di farsi votare scrivendo sulla scheda solo il nome di battesimo sembra voler offrire al suo elettorato un’occasione di confidenza, quasi di intimità. Nulla a che vedere con l’ufficialità e la solennità tipica dei leader d’antan. Un gesto che per un verso evoca vicinanza e per un altro tradisce un eccesso di astuzia.

Chi come me viene dal passato ha qualche difficoltà ad apprezzare la trovata meloniana. Sono abituato a leader più solenni, mai troppo inclini alla confidenza. È il retaggio di un’altra epoca, forse. Che rivela però anche un’istintiva diffidenza verso tutte quelle forme così alla mano da suscitare il sospetto di una certa demagogia. Tanto più mentre pende la discussione parlamentare sul “premierato”. Resto convinto che l’eccessiva personificazione della po- litica sia quasi sempre un’arma a doppio taglio. Forse anche per quanti la fanno propria con tutta la disinvoltura del caso. Detto questo, è probabile che invece la scelta della premier le possa portare una certa fortuna elettorale. Cosa che dovrebbe indurre i suoi avversari a evitare di demonizzarla in nome e per conto di un galateo che suona piuttosto desueto. Ancorché quel galateo rimandi a tempi politici migliori di questo.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 2 maggio 2024

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]